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04/06 2013

La storia della Cascina di Mirasole

— di Lino Grossano

di Paola Navotti

Il complesso di Mirasole rappresenta l’unica testimonianza lombarda di fattoria fortezza ed è l’unico esempio rimasto nell’area milanese di “grangia” (dal francese antico granche, granaio). La grangia di Mirasole nacque tra il 1201 e il 1257 ad opera dei frati Umiliati (con un primo nucleo monastico di 7 frati) che, ottenuto il riconoscimento della loro regola da Papa Innocenzo III, si diffusero in tutta la Lombardia, fondando numerose case e inserendosi nel progetto di bonifica agricola e spirituale che portò a cingere Milano da una corona di abbazie. In origine, l’Abbazia si configurava all’esterno come una fattoria-fortezza a pianta quadrangolare, cinta da un fossato con due ingressi muniti di ponte levatoio.

Per oltre tre secoli Mirasole fu un fiorente centro di vita monastica e di intensa attività agricola, avviando in quelle zone, ancora paludose e inospitali, le grandi opere di bonifica idraulica e agraria che fecero più tardi della cosiddetta “bassa” una delle zone agricole più ricche d’Europa. Con il trascorrere dei secoli, gli Umiliati decaddero e Mirasole si ridusse a commenda: i frati si limitavano a controllare la gestione dei propri beni, delegata a fittavoli e salariati, riscuotendone i proventi. Nel 1571 papa Pio V abrogò l’ordine degli Umiliati e la proprietà dell’Abbazia di Mirasole passò al Collegio Elvetico di Milano, istituito da San Carlo Borromeo per l’istruzione del clero svizzero; chiesa e chiostro furono utilizzati per i conversi, mentre terreni e abitazioni furono destinati a fittavoli e salariati. Con il cessare della vita monastica, i terreni furono affittati, il convento divenne l’abitazione del fittabile e la chiesa venne abbandonata. Gregorio XIII, con la bolla del 1 marzo 1581, fissò l’obbligo della celebrazione perpetua di una Messa quotidiana nella Chiesa di Mirasole al Collegio Elvetico.
Le vicende storiche ed architettoniche di Mirasole furono influenzate dall’arrivo di Napoleone in Italia (1797): per compensare l’Ospedale Maggiore dell’assistenza prestata ai suoi soldati malati e feriti, Napoleone, con decreto del 7 giugno 1797, sopprime il Collegio elvetico e dona l’Abbazia, completa di fondi e podere, all’Ospedale Maggiore di Milano. Nel 1876 si ottenne una riduzione delle Messe dalla Curia Arcivescovile di Milano a causa dell’insufficienza delle elemosine; nel 1903 si dichiarò chiusa la Chiesa alle funzioni di culto.
L’ospedale dispose la cessazione della Messa e stabilì di non fornire più gli arredi. Mirasole fu adibita esclusivamente ad usi agricoli e, a lungo trascurata nella manutenzione, subì in più parti manomissioni e demolizioni.

Ad un primo intervento di restauro nel 1930, ne seguì uno di più grande portata nel 1964, inteso al ripristino dei valori architettonici della Chiesa e dell’affresco. La nascita dell’Associazione per l’Abbazia di Mirasole nel 1981 permise di dare avvio a radicali lavori di restauro dell’intero complesso. Protagonista fu Franca Chiappa, che cominciò ad organizzare al Teatro alla Scala dei concerti benefici a favore dell’abbazia di Mirasole. Il primo contributo fu di 12 milioni di Lire e lo diede la cantante lirica Marilyn Horne rinunciando al proprio compenso. A seguito di questi concerti cominciarono a parlare di Mirasole i giornali e le televisioni e, successivamente, grazie ai contributi principalmente di Regione Lombardia e di Fondazione Cariplo, iniziarono i lavori di restauro: dal 1983 al 1988, del Chiostro e dei locali soprastanti; dal 1992 al 2007, dell’edificio stalle, al fine di allestirvi la quadreria dell’Ospedale Maggiore 2. In totale, si è trattato di un investimento pari a € 7.77 milioni.

Il nome di Mirasole deriva al complesso dalla collocazione geografica della sua Chiesa, rivolta a mezzogiorno, ma assume anche un significato simbolico, in rispondenza con il proposito di vita ascetica e operosa dei monaci.

A titolo di curiosità, il nome di Mirasole è unito per la prima volta a quello degli ospedali milanesi del Brolo e di Santa Caterina, che sono gli antenati dell’ospedale Maggiore, in un documento di grande importanza per la storia dell’assistenza ospedaliera milanese, cioè la famosa donazione di Bernabò Visconti. Infatti, l’atto per il quale Bernabò donava, il 23 marzo 1359, i territori feudali di Bertonico, Ceradello, Vinzarsca e san Marino agli Ospedali (e che, in gran parte, passarono nel 1456 all’Ospedale Maggiore, del quale costituiscono ancor oggi il più importante nucleo di proprietà fondiaria) fu steso proprio nella casa del convento degli umiliati di Mirasole (Cfr. Archivio Storico Lombardo, 1901, pp. 273-274).

> APPROFONDIMENTO: Dopo 5 secoli rivive l’abbazia di Mirasole

> Per informazioni su orari di apertura, visite all’Abbazia e sul Priorato di san Norberto, www.mirasolepremostratensi.it/