La Ca’ Granda diventa un museo a cielo aperto: in mostra l’antico Ospedale Maggiore
— di Lino Grossano
Da oggi l’Università degli Studi di Milano diventa un museo a cielo aperto: un percorso di visita permanente, in italiano e in inglese, guiderà i visitatori alla riscoperta della Ca’ Granda, l’antico Ospedale Maggiore di Milano.
In occasione del 90° anniversario della sua istituzione, l’Università degli Studi di Milano ha condiviso con la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico un progetto di valorizzazione del patrimonio culturale comune che consentirà a tutti i milanesi di scoprire la storia e la bellezza di uno dei più famosi monumenti della loro città.
Undici paline espositive permanenti, in italiano e inglese, guideranno il pubblico attraverso un percorso alla riscoperta della storia e della destinazione originaria del Cortile d’Onore, del Cortile delle Balie, di quello della Ghiacciaia, della Legnaia, della Farmacia, dei Bagni, fino al Porticato di Giurisprudenza, alla Sala Crociera, oltre che alla Cripta della chiesa della SS. Annunciata.
Su ogni palina un QR code, che rinvia ad una apposita pagina web (in doppia versione italiana e inglese), consentirà la fruizione autonoma del percorso anche alle persone con disabilità visiva, dotate di smartphone con applicazione di lettura vocale dei testi.
Il Percorso della Ca’ Granda è stato inaugurato oggi nel corso di un evento che ha visto la presenza del Rettore Gianluca Vago e del Presidente della Fondazione Policlinico Giancarlo Cesana, e si è svolta la prima visita all’itinerario, aperta a tutti i cittadini interessati e guidata dalla professoressa Francesca Vaglienti, docente di Storia Medievale al Dipartimento di Studi storici della Statale e curatrice del progetto.
«Con questo progetto – ha commentato il Rettore Gianluca Vago – la Statale intende proporsi non solo come ateneo promotore di ricerca e di alta formazione, ma anche come custode di uno straordinario patrimonio culturale. Nella ricorrenza del suo novantesimo anniversario di fondazione, vorremmo che la Statale torni a essere considerata ciò che rappresentava in origine: la Ca’ Granda dei Milanesi».