La Festa del Perdono riporta alla luce i tesori dell’antico Ospedale Maggiore
— di Lino Grossano
Cinque giornate, completamente gratuite, all’insegna dell’arte e della musica: tornano visitabili dal pubblico i quadri custoditi nel caveau sotterraneo del Policlinico di Milano; il Maestro Matteo Fedeli suonerà per l’Ospedale un violino Guarneri del 1694, mentre la musica dal vivo sarà portata nei reparti e tra i pazienti con piccole ensemble itineranti
La Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano affonda le sue radici nell’antico Ospedale Maggiore, realizzato nel 1456 dal duca Francesco Sforza. Nei suoi sei secoli di Storia ha raccolto e custodito un patrimonio artistico sterminato, tra cui ci sono opere di Giovanni Segantini, Francesco Hayez e il Pitocchetto. Un patrimonio che finora pochissimi hanno potuto apprezzare, e che ora torna visitabile dal pubblico in occasione della Festa del Perdono.
L’Ospedale si apre quindi ai cittadini e riporta alla luce i suoi tesori, rinnovando una tradizione plurisecolare: la Festa del Perdono, iniziata nel 1459, si celebra da allora ogni anno dispari per concedere l’indulgenza plenaria e per ringraziare tutti i benefattori che in questi secoli hanno reso grande l’Ospedale. Una tradizione che si era persa, ma che oggi torna con lo stesso spirito del passato, coinvolgendo direttamente i cittadini con concerti, mostre e rievocazioni storiche.
Il momento più atteso è per la sera del 5 aprile: è il concerto del Maestro Matteo Fedeli, che suonerà un violino Guarneri del 1694 e che destinerà il ricavato della serata al restauro dell’Archivio Storico dell’Ospedale. Nel concerto sarà eseguita in prima assoluta anche “Elegia: La ruota della vita”, scritta da Damiano Danti proprio per questa occasione. La partitura originale, per violino e orchestra, sarà donata proprio all’Archivio, dove sono custoditi oltre 100mila documenti storici.
Nella stessa giornata ci saranno anche diverse performance musicali itineranti negli atri e nei reparti del Policlinico, in modo da portare un po’ di Festa del Perdono anche tra gli utenti e i pazienti dell’Ospedale, con le esecuzioni curate dagli allievi della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado.
Dal 6 al 9 aprile, invece, prenderà il via il Salone del Nobile, una mostra aperta a tutti con una selezione dei quadri custoditi nel caveau del Policlinico. In omaggio al Salone del Mobile, le opere sono state scelte per dare risalto alle abitazioni e ai palazzi che dal ‘700 al ‘900 hanno caratterizzato i ritratti dei Benefattori dell’Ospedale Maggiore. Sarà esposto anche il dipinto più prestigioso della collezione: si tratta del ‘Ritratto di Carlo Rotta’ eseguito da Giovanni Segantini, unico esempio al mondo di ritratto su commissione realizzato dal celebre pittore. Le visite sono gratuite, e sono rese possibili grazie ai volontari della Delegazione Fondo Ambiente Italiano (FAI) di Milano.
Il 9 aprile, infine, i cittadini potranno immergersi nelle atmosfere dell’antica Festa del Perdono grazie a ‘Un tuffo nel passato’, una vera e propria rievocazione storica che riporterà nel presente le arti e i mestieri del ‘400, insieme ai costumi dell’epoca. La giornata prevede anche attività e laboratori didattici per bambini, ed è stata organizzata da Fondazione De Marchi onlus con il contributo dell’Associazione per il bambino nefropatico (Abn Onlus).
“Questa è una giornata storica – ha detto Marco Giachetti, Presidente del Policlinico – che rilancia la tradizione della Festa del Perdono nello spirito del Duca Sforza, creando una serie di eventi che riaprono la Ca’ Granda e i suoi tesori alla città. Riusciamo così a riavvicinare i cittadini alla nostra storia e alle nostre radici, e a proseguire quell’opera che mi sono sempre riproposto fino dal primo giorno di Presidenza: far re-innamorare i lombardi e i milanesi della nostra istituzione, resa grande anche grazie alla loro generosità nei secoli. Un luogo senz’altro speciale perché, oltre ad essere un eccellente luogo di cura e di ricerca, è soprattutto il custode con il suo meraviglioso Archivio di una parte importante della storia della nostra città, e non solo. E’ bello inoltre vedere che quest’anno, come nei centinaia di anni della sua storia, l’iniziativa è supportata anche da tante realtà vicine al nostro ospedale, come l’Associazione Per il Policlinico onlus o il CRAL Mangiagalli, che hanno creduto fermamente in questa ricorrenza contribuendo sia nello spirito sia nel concreto”.
“Tra le numerose attività che sosteniamo e di cui ci facciamo promotori, abbiamo offerto con molto piacere il nostro contribuito per l’organizzazione di questa giornata, in linea con i nostri valori associativi che puntano da sempre all’umanizzazione del rapporto tra struttura ospedaliera, pazienti e cittadini – ha spiegato Claudia Buccellati, Presidente dell’Associazione Per il Policlinico onlus – La Festa del Perdono ha infatti proprio come obiettivo quello di sottolineare l’importanza dell’aspetto delle relazioni umane donando ai degenti, al personale dell’ospedale e all’intera città una giornata di intensa attività culturale e musicale aperta a tutti. Un’occasione per dare visibilità all’aspetto più importante del Policlinico, ovvero l’appartenenza esclusiva alla cittadinanza, una relazione che dura nei secoli e si è sempre più rafforzata. L’Archivio storico dell’ospedale da sempre è testimone della generosità da parte della cittadinanza nei confronti del Policlinico stesso, attraverso le numerose donazioni che nel corso dei secoli hanno arricchito questo importantissimo patrimonio sociale, storico e culturale. Tra le varie realtà che hanno preso parte all’organizzazione, un ringraziamento particolare va al Corpo Militare Del Sovrano Militare Ordine Di Malta per aver accolto il nostro invito a partecipare a questo importante evento”.
Vi aspettiamo il 5 aprile!
Per il programma completo e per prenotazioni, http://www.policlinico.mi.it/festadelperdono
NOTE
Cos’è la Festa del Perdono
Venne istituita nel 1459 da Papa Pio II con la bolla “Virgini gloriosae”, nella quale concedeva l’indulgenza plenaria a coloro che avessero fatto visita alla cappella ospedaliera nel giorno dell’Annunciazione, il 25 marzo. L’Ospedale Maggiore, la cui costruzione era iniziata nel 1456 su impulso del Duca Francesco Sforza, era infatti dedicato all’Annunciata, e la concessione del “perdono” doveva servire come fonte di finanziamento alla costruzione dello stesso Ospedale, stimolo per lasciti e donazioni da parte dei cittadini di tutto il Ducato.
L’indulgenza venne lucrata per 3 anni consecutivamente, poi la Festa del Perdono venne confermata ogni anno dispari e resa perpetua nel 1560. Nella sua prima edizione, il 25 marzo 1460, giunsero da ogni angolo del Ducato folle di fedeli per versare donazioni come riconoscenza per il condono della penitenza. Nel corso del tempo le elargizioni dei cittadini furono così generose da essere una delle principali fonti di entrata dell’Ospedale nei primi secoli di esistenza.
Oggi la tradizione continua, e la generosità dei milanesi arriva ancora all’Ospedale attraverso lasciti, donazioni, testamenti. La Festa del Perdono è l’occasione per ricordare a tutti i cittadini la costante presenza assistenziale, culturale e scientifica della Ca’ Granda nei secoli, ma è anche una grande opportunità per celebrare generosità, carità e senso di appartenenza di tutti i sostenitori che ancora oggi sono il motore e l’anima dell’Ospedale stesso.
Chi è Matteo Fedeli (www.matteofedeli.it)
La sua missione artistica è portare la voce degli strumenti dei celebri liutai cremonesi Amati, Stradivari e Guarneri al grande pubblico. Ai suoi concerti intervengono migliaia di persone e vive in un mondo blindato di scorte e contatti segreti. Il circuito nel quale oggi si muovono questi preziosi strumenti, infatti, obbedisce ad un codice di estrema riservatezza.
Ambasciatore della Cultura italiana negli Stati Uniti per il Ministero degli Esteri, realizza ogni anno tour di concerti in diversi Stati americani. E’ stato nominato Funzionario per la Cultura presso il Consolato Italiano a Charleston nel South Carolina – U.S.A. e la sua attività è patrocinata dal Senato della Repubblica e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Per la grande sensibilità dimostrata nell’affiancare la solidarietà ai grandi eventi concertistici e a riconoscimento della sua carriera artistica è stato insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine di Malta, della Croce di Cavaliere di merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano e di due Paul Harris Fellow. E’ tra i fondatori dell’Orchestra Nazionale del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta.
Realizza oltre 100 concerti ogni anno e recentemente si è esibito negli Emirati Arabi, Stati Uniti e Canada. Attualmente collabora con l’organizzazione ‘Solo d’Archi Ensemble’ ed è impegnato nella promozione dei progetti ‘Suoni d’Autore’ e ‘The Soul of Guarneri’.
Matteo Fedeli per la sua attività utilizza il violino Andrea Guarneri del 1694 concesso in esclusiva da una collezione privata.
La storia del violino Guarneri
Il violino suonato dal Maestro Matteo Fedeli è stato realizzato nel 1694 da Andrea Guarneri, capostipite della celebre famiglia di liutai cremonesi che ha dato vita a circa 250 strumenti tra il 1641 e il 1698. Rarissimo esemplare giunto sino ai nostri giorni, mostra tutta l’esperienza che il liutaio cremonese sviluppò durante la frequenza presso la famiglia Amati ed in particolare nella bottega di Nicola, il più conosciuto per le sue indiscusse abilità.
Guarneri nella produzione dei suoi strumenti mantenne un legame con la scuola del proprio maestro soprattutto per l’intaglio delle effe, le bombature e la cromia delle vernici. In alcuni casi utilizzò il gattice (pioppo bianco) per fasce e fondo, al posto del consueto acero.
Il violino, originale in tutte le sue parti, è stato restaurato per consentirne l’utilizzo in ambito concertistico con leggeri interventi che hanno interessato la tavola, le fasce e il manico. La vernice ad olio ancora presente è di tonalità giallo-dorato tipica della ricetta tradizionale cremonese.
La Royal Academy of Music, il National Music Museum (USA) e il collezionista David Laurie hanno posseduto alcuni dei suoi esemplari.