#SCATTIDIUNTEMPO. Infermiere e medici alla moda: le signorine Violette, i mantelli pipistrello e i tacchi in corsia
— di Valentina Castellano Chiodo
“Ma le infermiere portavano le scarpe col tacco?”, chiedono curiosando fra le immagini i turisti dentro al museo dell’Ospedale. Le loro mise eleganti e ordinate sono rimaste impresse a chi vede le foto d’epoca dell’Archivio storico.
Milano è da sempre capitale italiana della moda, sede scelta dai grandi stilisti per i loro marchi d’abbigliamento sartoriale e prêt-à-porter. Ma la moda nei secoli è entrata anche fra le porte del Policlinico di Milano, che da sempre è considerato all’avanguardia, persino per le uniformi di medici e infermieri.
Per conoscere lo stile del tempo si va indietro al Seicento, epoca in cui il personale infermieristico indossava un lungo vestito grigiazzurro, con grembiule bianco e ampio colletto rettangolare. Le balie sfoggiavano vesti femminili con sottane e grembiuli di tela, adornati da fiocchi e nastri, panni e velo in testa, mentre gli infermieri portavano una lunga veste di tela nera. Il personale femminile nel 1872 viene fornito di veste con corsetto e mantellina, in cotonina quadrettata bianca e blu. Nel 1876, per esigenze igieniche e di praticità, gli infermieri delle sale di chirurgia adotteranno bluse corte e pantaloni in tela blu, facilmente lavabili, e un grembiule di tela bianca.
Il Padiglione Litta, dedicato alle più moderne conquiste della tecnica ospedaliera, fu inaugurato nel 1895 e l’anno dopo, anche gli infermieri addetti alle operazioni chirurgiche vennero considerati all’avanguardia per l’uso di sopravvesti bianche.
Passando al Novecento il capo infermiere disponeva anche di una uniforme (in saglia) grigia e blu composta da giacca, pantaloni e panciotto, completata per le uscite in inverno da un pipistrello, un soprabito con mantellina in lana loden blu. Un paio di anni prima dello scoppio della Prima Guerra mondiale, le addette alle sale di degenza vengono fornite di vestaglie di tela bianche e di cuffie. Nel 1931 entra in funzione la Nuova Scuola Professionale Convitto per Infermiere e Capisala degli Istituti Ospitalieri di Milano: sono dette le “signorine Violette”, perché le nuove infermiere diplomate sfoggiavano un vestito in tessuto Oxford viola, un grembiule in cotone bianco, una vestaglia in cotone, cuffia e colletto in tela panama. Per le uscite invernali indossavano un pipistrello in panno viola, nelle belle stagioni un soprabito spolverino in lana leggera. A questi si aggiungevano una sciarpa, un copricapo invernale e uno estivo, anche se presto si autorizzò per le uscite l’uso del velo al posto del cappello.
Negli anni sessanta la divisa prevedeva veste, grembiule, colletto inamidato e una cuffietta per raccogliere i capelli, con ricamata sopra la colomba simbolo dell’Ospedale, con i colori corrispondenti al ruolo: viola per infermiera professionale, blu infermiera generica e verde infermiera ausiliaria.
E i medici? Nel Seicento i fisici indossavano una lunga veste nera, con collare rettangolare bianco fino a metà del petto, e cappello nero a larghe tese arrotolate. Nell’Ottocento il vestito resta nero, ma aggiornato alla moda, con marsina e cappello a cilindro. Una sopravveste di tela rovana (un tessuto grezzo color misto rosso e nero) proteggeva durante l’attività, sostituita poi nel 1876 con una veste di lana, più corta e con elastici alle maniche.
Nel 1883 si preferisce la tela alla lana, mentre per il camice in tessuto bianco, diventato simbolo del medico, si attenderà fino ai primi del Novecento.