L’Ospedale Maggiore, oggi Policlinico di Milano, è uno degli ospedali tra i più antichi d'Italia, fondato dal duca Francesco Sforza nel 1456. Al momento della sua nascita l'Ospedale si prefiggeva come obiettivi quelli di fornire assistenza medica gratuita ai più poveri e di migliorare l'efficienza nel servizio sanitario cittadino, facendo convergere i malati, che erano fino a quel momento ricoverati in tante strutture sanitarie minori, in una singola grande struttura ("Magna Domus Hospitalis", ancora oggi la “Ca’ Granda”).
Per sostenere e accudire tutti i malati e i bisognosi, sin dalla sua fondazione, l’Ospedale fu sostenuto economicamente da lasciti, donazioni e contributi dei cittadini. A partire dallo stesso Duca Francesco Sforza, che per finanziare l’avvio dei lavori donò un prestigioso palazzo e tutta l’ampia area di terreno circostante, dove poi fu costruito l’ospedale.
Per incrementare e mantenere vive queste donazioni, Papa Pio II, nel 1459, istituì la “Festa del Perdono”, un giubileo speciale proprio a sostegno dell’ospedale che si festeggiava il 25 marzo di ogni anno dispari. La concessione del Perdono doveva servire come fonte di finanziamento alla costruzione dell’Ospedale, stimolo per lasciti e donazioni da parte di tutti i cittadini del ducato.
La Festa del Perdono ancora oggi viene celebrata ad anni alterni e la generosità dei milanesi continua attraverso lasciti, donazioni e testamenti.
La realizzazione dell’edificio ospedaliero subì diverse interruzioni nel corso dei secoli. La prima parte, iniziata dal Filarete, vide la costruzione dei primi quattro cortili verso la basilica di S. Nazaro: il cortile della farmacia, dei bagni, della ghiacciaia e della legnaia. I lavori poi si interruppero, per essere ripresi solo nel XXVII secolo grazie al fondamentale impulso economico dovuto alla donazione di un ricco cittadino, Giovan Pietro Carcano (1559-1624), che permise di portare a termine la parte centrale dell'Ospedale sotto la direzione dell'architetto Francesco Maria Richini (1584-1658). In questa fase venne costruito il monumentale ingresso a tre porte e il grande cortile centrale. Su progetto del Richini venne poi edificata la Chiesa dedicata alla Beata Vergine Annunciata, posta sul fondo del cortile maggiore, e la cripta sottostante. I lavori per terminare la Ca’ Granda secondo il progetto filaretiano si interrupero nuovamente, e solo ancora grazie ad una donazione da parte del notaio Giuseppe Macchi (1713-1797), nel 1805 furono definitivamente completati tutti gli edifici.
Luigi Mangiagalli
E fu sempre grazie alle donazioni dei benefattori che, a partire da fine Ottocento, fu possibile finanziare anche i lavori per la costruzione dei nuovi padiglioni dell’Ospedale al di là del naviglio (oggi via Francesco Sforza): l’edificio della Ca’ Granda non rispondeva più, infatti, alle nuove esigenze sanitarie e di igiene.
Tra il 1895 e il 1980 vennero costruiti (o in pochi casi acquistati) oltre 20 padiglioni nell’area compresa tra via Francesco Sforza, via Lamarmora e via Commenda, oltre a tutte le strutture dell’area di via Pace.
Nella stessa area dell’Ospedale Maggiore, il ginecologo e fondatore dell’Università degli Studi di Milano, Luigi Mangiagalli, aveva anche istituito innovative strutture cliniche, denominate "Istituti Clinici di Perfezionamento" che includevano la Clinica Ostetrica-Ginecologica Mangiagalli, la Clinica del Lavoro Luigi Devoto e la Clinica Pediatrica De Marchi. Nel 1909 venne inoltre fondato l’Asilo “Regina Elena” per fornire assistenza sanitaria alle donne poco abbienti in gravidanza.
L’unificazione del Policlinico con gli “Istituti Clinici di Perfezionamento” e l'Istituto "Regina Elena" in una singola organizzazione è avvenuta solo nel 2005, con la nascita della attuale Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.
Nel corso di tutti i secoli dalla sua fondazione, la Ca’ Granda non ha mai smesso di prestare la sua opera di accoglienza, assistenza e cura ai malati e ai bisognosi, confermandosi un luogo di cultura e scambio di conoscenze mediche e scientifiche. L’assistenza clinica e la ricerca scientifica eccellono a livello nazionale ed internazionale, e la formazione di nuovi medici e chirurghi prosegue a stretto contatto con l’Università degli Studi di Milano.
L’antica Ca’ Granda è giunta fino a noi con ambienti, libri, quadri e oggetti di valore inestimabile, veri e propri tesori nascosti che contengono la storia delle persone e delle loro gesta che resero grande questo Ospedale.