I vaccini salvano 3 milioni di vite al giorno. Ecco tutto quello che c'è da sapere



I vaccini sono uno dei più grandi successi della salute pubblica e si stima salvino 2-3 milioni di vite ogni giorno nel mondo. Hanno permesso di eradicare malattie devastanti come il vaiolo e di ridurre di molto l’incidenza di altre gravi infezioni come il morbillo e la poliomielite. I vaccini rappresentano, inoltre, uno strumento utile di prevenzione sia per il singolo individuo che per tutta la comunità, con la cosiddetta 'immunità di gregge'. Per scoprire tutto quello che c'è da sapere sui vaccini, e per capire perché è così importante vaccinarsi, abbiamo rivolto alcune domande ad Antonio Muscatello, infettivologo del Policlinico di Milano, che ci ha risposto in collaborazione con Samantha Bosis, infettivologa pediatrica, e Paola Marchisio, direttore Pediatria ad Alta Intensità di Cura del Policlinico di Milano.

 

Perché i vaccini sono così importanti?

Secondo la Costituzione Italiana (art. 32), il dovere dello Stato è quello di garantire la tutela della salute di tutti i cittadini sia salvaguardando l’individuo malato che necessita di cure, sia tutelando l’individuo sano. In quest’ottica, le vaccinazioni vanno considerate come uno degli interventi più efficaci e sicuri di prevenzione primaria in sanità pubblica, secondo solo alla potabilizzazione dell’acqua.
Storicamente, in Italia la copertura vaccinale per le vaccinazioni raccomandate si è sempre collocata intorno al 90-95%. I dati del Ministero della Salute relativi al 2015 mostrano però una discesa sotto la soglia di sicurezza del 95% per malattie come poliomielite, tetano, difterite, epatite B e pertosse. Ed è particolarmente problematica la copertura vaccinale per morbillo-parotite-rosolia.

L’obiettivo dei programmi di prevenzione vaccinale è quello di proteggere soggetti sani che, per alcune condizioni epidemiologiche, di salute, occupazionali o comportamentali, sono esposti al pericolo di contrarre determinate infezioni; altro importante obiettivo è quello di ottenere la riduzione e, quando possibile, l’eradicazione di alcune malattie infettive per le quali non esiste una terapia o che possano essere causa di gravi complicazioni. I vaccini hanno, dunque, come intervento collettivo un “valore sociale”, riconducibile alla protezione della comunità con l'immunità di gregge, che si può ottenere solo raggiungendo un’elevata copertura immunitaria nella popolazione.

Inoltre, i rischi associati alle malattie prevenibili con le vaccinazioni sono di gran lunga superiori a quelli derivanti dal ricevere i vaccini. E' indubbio che la disponibilità di vaccini abbia ridotto nel tempo la diffusione di alcune malattie gravi e mortali, ne ha limitato la letalità e le conseguenze, e in qualche caso le ha addirittura eliminate. Tutto questo, paradossalmente, ha attenuato la percezione della gravità di queste malattie, creando in qualche caso problemi nell'accettazione dei vaccini. Ecco perché è fondamentale capire cosa sono i vaccini, come funzionano e a cosa servono: anche perché contribuiranno sempre di più in futuro a risolvere ad esempio diverse patologie tumorali, come già avviene per il carcinoma della cervice uterina grazie al vaccino anti papillomavirus.


Infettivologo


Come funzionano i vaccini?

vaccini

I vaccini stimolano una risposta del sistema immunitario detta 'immunizzazione attiva': si ottiene esponendo l'organismo a una piccolissima quantità di agenti infettivi o di loro componenti immunogeni, che sono chiamati antigeni. Questi imitano l’infezione naturale senza però provocare la malattia, e così facendo attivano tutti i meccanismi di riconoscimento e difesa da parte del sistema immunitario.

L'esposizione a questi antigeni evoca anche la cosiddetta 'memoria immunitaria' che si mantiene per anni, anche se, per alcune vaccinazioni, ha durata inferiore rispetto a quella che si produce con la malattia vera e propria. Per questo motivo, per ottenere un’immunizzazione adeguata può essere necessario un ciclo vaccinale con più dosi o richiami. Ovviamente è sempre meglio sottoporsi al vaccino che contrarre la malattia, perché quest'ultima porta con sé anche tutte le possibili complicazioni anche gravi di una patologia infettiva.

L’entità della risposta immunitaria e della memoria immunitaria dopo una vaccinazione dipendono da diversi fattori: le caratteristiche e la dose dell’antigene, la via di somministrazione, la presenza di un adiuvante e le caratteristiche del ricevente (età, condizioni generali di salute e stato nutrizionale, fattori genetici, altre patologie concomitanti). Tra queste è particolarmente rilevante la via di somministrazione. La scelta della via orale, intradermica, sottocutanea, intramuscolare deve essere effettuata sulla base del tipo di vaccino, in modo da garantire la risposta immunitaria più efficace e persistente. Il caso esemplare è quello del vaccino antipoliomielite per via orale (tipo Sabin) il cui virus attenuato si moltiplica nella mucosa intestinale, in maniera del tutto simile a quella del virus che circola in natura (virus selvaggio) e rafforza la risposta immunitaria proprio a livello della sede di ingresso nell'organismo.


Influenza stagionale nei bambini: qual è il ruolo dei vaccini?

L’influenza è una patologia molto frequente tra i bambini, e proprio i più piccoli sono una delle cause più importanti di diffusione dell’infezione nelle comunità. Anziani e bambini minori di 5 anni, in particolare coloro che sono più fragili a causa di patologie, sono i soggetti a maggior rischio di sviluppare forme gravi di influenza, arrivando anche ad avere bisogno del ricovero. Tuttavia, l’influenza è molto frequente anche nei bambini sani, e anche in loro possono talvolta presentarsi quadri clinici anche gravi: questo comporta in genere un aumento dei ricoveri, un maggior numero di richieste per visite mediche, un aumento delle prescrizione di antibiotici e, anche se raramente, al decesso. Inoltre, dato che i bambini sono responsabili di una maggiore diffusione dell'influenza, la loro malattia ha conseguenze socio-economiche sostanziali a causa dell'alto tasso di trasmissione tra i familiari. Per tutti questi motivi, vaccinare i bimbi e le persone più fragili è importantissimo e ha una doppia valenza: protegge queste persone delle conseguenze della malattia, e protegge la comunità e tutti gli individui a rischio che non hanno potuto vaccinarsi.

Le patologie polmonari croniche sono uno dei fattori di rischio che favorisce le complicanze da influenza, in particolare nei bimbi prematuri: per esempio asma e fibrosi cistica. Nei bambini con asma è ampiamente documentato che l’influenza può favorire le riacutizzazioni, la loro intensità e frequenza e l’aumento (dalle 2 alle 4 volte rispetto ai periodi estivi) delle visite ambulatoriali e delle ospedalizzazioni.
Invece, nei bimbi asmatici sottoposti alla vaccinazione antinfluenzale si riduce l'utilizzo di corticosteroidi inalatori e si hanno un minor numero di riacutizzazioni. Nei bambini con fibrosi cistica, l’immunogenicità e la sicurezza della vaccinazione è sovrapponibile a quella dei bambini sani.


Ci sono accortezze specifiche per vaccinare categorie di pazienti particolari (ad es. donne in gravidanza, pazienti con malattie rare, ecc.)?

I vaccini sono consigliati anche nelle categorie maggiormente a rischio, come donne in gravidanza, immunodepressi, trapiantati d’organo, malati oncologici, ad eccezione dei vaccini con virus vivi attenuati, per i quali sono necessari alcuni accorgimenti o che sono controindicati.

Di grande rilievo è la vaccinazione anti difterite-tetano-pertosse (dTpa) raccomandata ad ogni gravidanza, anche se la donna sia già stata vaccinata o sia in regola con i richiami decennali o abbia già avuto la pertosse. Infatti, la pertosse contratta dal neonato nei primi mesi di vita può essere molto grave o persino mortale e la fonte di infezione è frequentemente la madre. Il periodo raccomandato per effettuare la vaccinazione è il terzo trimestre di gravidanza, idealmente intorno alla 28a settimana, al fine di consentire alla gestante la produzione di anticorpi sufficienti e il loro conseguente passaggio attraverso la placenta. Il vaccino dTpa si è dimostrato sicuro sia per la donna in gravidanza sia per il feto.

La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata e offerta gratuitamente alle donne che all’inizio della stagione epidemica dell’influenza si trovino nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. La vaccinazione in gravidanza, fortemente sostenuta dal Ministero della Salute, dovrebbe diventare una pratica di routine.


Ci sono percorsi dedicati ai vaccini al Policlinico di Milano?

Nel nostro Ospedale esistono due percorsi per l’offerta vaccinale:

 

1. alla Clinica De Marchi del Policlinico è attivo un servizio di vaccinazioni in ambiente protetto dedicato ai bambini già seguiti dal nostro Ospedale per problematiche specifiche tra cui prematurità, patologie neurologiche, metaboliche, allergologiche e pneumologiche. Inoltre, nell'ambulatorio di Infettivologia e Immunoprofilassi è possibile eseguire la vaccinazione contro il papillomavirus (HPV) con un sistema di compartecipazione alla spesa, rivolto a tutti gli adolescenti che non sono rientrati nell’offerta attiva e gratuita fornita da ATS Milano.

 

2. Nell'ambulatorio di Malattie Infettive al Padiglione Granelli vengono eseguite vaccinazioni ad adulti seguiti per patologia cronica nel nostro Ospedale: le attività vaccinali sono aperte direttamente (accettando in visita i pazienti) o indirettamente (tramite programma vaccinale condiviso con gli specialisti di riferimento) per pazienti con problematiche neurologiche, nefrologiche, epatologiche, post-trapianto di organo o di midollo osseo, ematologiche, pneumologiche, con infezione da HIV, post-splenectomia, ecc. Inoltre, nello stesso Ambulatorio, effettuiamo le vaccinazioni previste nell’ambito del programma PreP per la prevenzione dell'HIV.



Aggiornato alle 11:32 del 27/01/2021