Tumori in gravidanza, affrontarli si può: e senza compromettere la salute del bambino. Il percorso del Policlinico di Milano
— di Lino Grossano
E' dura scoprire di avere un tumore, e lo è ancora di più quando nel frattempo si aspetta un bambino. Circa in un caso su mille la gravidanza è complicata da una neoplasia maligna, con più di 500 nuovi casi all’anno in Italia. Le possibilità di cura però ci sono, ed è anche possibile sottoporsi a chemioterapia a partire dal secondo trimestre, senza particolari conseguenze sul feto. L'importante è affidarsi ad un centro specializzato, che abbia un'elevata esperienza per queste situazioni: ne abbiamo parlato con Giovanna Scarfone, referente per i tumori in gravidanza alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano.
I tumori in gravidanza sono un problema diffuso?
Secondo stime recenti rappresentano circa il 2% di tutte le neoplasie diagnosticate durante l’età fertile. Sono stime che però sono destinate a crescere: sia per il cambiamento delle abitudini riproduttive, caratterizzato da un sostanziale aumento dell’età alla prima gravidanza e delle gravidanze insorte dopo i 35 anni, sia per l’aumento globale dell’incidenza con cui i tumori si presentano durante l'età riproduttiva.
Quali sono i tumori che vengono diagnosticati più frequentemente in gravidanza?
I più frequenti sono il tumore della mammella, il tumore della tiroide, i linfomi, le leucemie e il carcinoma della cervice uterina. Dati recenti sembrano confermare che a parità di età, di stadio alla diagnosi e delle caratteristiche biologiche della neoplasia, i tumori in gravidanza non hanno una prognosi peggiore rispetto a quelli diagnosticati al di fuori della gravidanza, anche se mancano ancora dati definitivi per ciascuna patologia.
Che prospettive di cura ci sono? E quali conseguenze possono avere sul feto?
La chemioterapia, somministrata a partire dal secondo trimestre di gestazione permette di migliorare la prognosi per la madre senza compromettere la vitalità e i parametri del feto. Inoltre, i dati sul neonato relativi agli effetti della chemioterapia somministrata durante la gravidanza sono piuttosto rassicuranti, così come i dati relativi allo sviluppo neurologico e cardiologico durante l’età pediatrica; anche dal punto di vista riproduttivo e oncologico non sono stati osservati eventi indesiderati, anche se i dati a lungo termine sono ancora relativamente pochi.
Quali sono i percorsi di cura possibili?
La gestione delle neoplasie diagnosticate in gravidanza rende necessaria una stretta integrazione tra l’oncologo, il chirurgo, l’ostetrico-ginecologo, il neonatologo e lo psicologo così da poter offrire alla madre le migliori terapie oncologiche e al feto il più basso rischio di tossicità o complicanze.
Dal 2005 è in corso una collaborazione tra il Policlinico di Milano e l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO). Quest'ultimo è il centro di riferimento nazionale per la patologia oncologica in gravidanza ma è privo delle competenze ostetriche e neonatologiche per poter gestire al meglio questo tipo di pazienti; d’altra parte, la nostra Clinica Mangiagalli è da tempo centro di riferimento nazionale per la patologia ostetrica per la gestione delle gravidanze a rischio e per la patologia del prematuro e del grande prematuro. La collaborazione tra i due Istituti è nata appunto nell’ottica di unire le competenze e quindi di migliorare il percorso di cura per la madre, di preservare il benessere del feto, ma anche per offrire un supporto specialistico al momento della diagnosi, della terapia e della nascita.
Qual è l'impegno del Policlinico nella ricerca scientifica per i tumori in gravidanza?
L’esperienza accumulata soprattutto nell’ambito del trattamento chirurgico e chemioterapico dei tumori mammari in gravidanza ha permesso alla Clinica Mangiagalli insieme all'IEO di diventare il riferimento nazionale per la patologia oncologica durante la gestazione, con numerose pubblicazioni scientifiche su prestigiose riviste internazionali.
Attualmente è in corso uno studio di rilievo internazionale sulle pazienti con tumore in gravidanza (INCIP, International network cancer in pregnancy). In questo progetto sono seguite le pazienti che, dopo una consulenza oncologica, iniziano in Policlinico un percorso di cura a 360° con l’attenzione sia per la mamma sia per il feto, oppure che seguono solo un follow-clinico ostetrico fino alla data del parto. Per le pazienti in cui è necessaria una terapia anti-tumorale viene effettuata anche una seconda consulenza, per confermare la fattibilità del trattamento stesso in termini di efficacia e tossicità.
Ogni singolo caso è affrontato in modo multidisciplinare: i diversi esperti quindi uniscono le forze e le competenze per valutare la risposta al trattamento e per discutere le tempistiche con cui far avvenire il parto. La stretta collaborazione tra le diverse specialità fa sì che la paziente sia accolta dall’inizio del suo percorso di diagnosi, seguita durante tutto il trattamento e fino alla fase del parto. Il neonato è poi affidato alla Neonatologia del Policlinico, che si prende cura di lui e lo segue fino all’età scolare.
Nel progetto INCIP vengono comunque raccolti anche dati utili per la ricerca scientifica: ad esempio con gli esperti dell'Anatomia Patologica vengono studiate le placente delle neo-mamme per verificare l'eventuale danno causato dalla chemioterapia, e quindi per tarare sempre meglio i percorsi di cura futuri.
Infine, grazie all'esperienza che la Clinica Mangiagalli può mettere in campo contro i tumori in gravidanza, è stato disegnato un apposito percorso diagnostico-terapeutico dedicato al tumore della mammella, come pure dei percorsi specifici per le pazienti con malattia oncologica che desiderano una gravidanza, in collaborazione con la nostra Unità di Procreazione Medicalmente Assistita.