Sindrome di Tourette, stimolazione cerebrale per ‘accordare’ il cervello
— di Lino Grossano
La deep brain stimulation (DBS), ovvero la stimolazione cerebrale profonda, è in grado di migliorare i sintomi della sindrome di Tourette, una grave patologia neurologica che porta a diversi movimenti involontari del viso e del corpo, a tic verbali, a disturbi dell’attenzione e ad iperattività. A confermarlo è uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Neuroscience and Biobehavioral Reviews da un gruppo di ricercatori della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, insieme ai colleghi dell’Università degli Studi di Milano e all’Istituto Galeazzi.
Usando la stimolazione cerebrale profonda i ricercatori hanno potuto registare direttamente l’attività del cervello dei pazienti affetti da Sindrome di Tourette, compiendo importanti passi avanti nell’analisi delle basi neurobiologiche di questo disturbo, e consentendo ai pazienti un significativo miglioramento della loro condizione. Un risultato non facile, dato che i sintomi della malattia sono così diversi da rendere molto difficile la comprensione dei meccanismi che la scatenano.
La tecnica della DBS, spiegano gli esperti, è adatta ai pazienti refrattari ai trattamenti medici: consiste nell’inserire nel cervello dei sottili elettrodi in modo del tutto indolore. Questi elettrodi trasmettono una debole corrente nelle aree del cervello ‘interrotte’, e sono in grado di ripristinarne il corretto funzionamento.
“Questi elettrodi – spiega Alberto Priori, neurologo della Fondazione Ca’ Granda e docente all’Università degli Studi di Milano – ci offrono un’opportunità unica, quella di ricavare dati importantissimi da porzioni del cervello altrimenti inaccessibili. Conoscere il più possibile le basi biologiche e neurologiche di questa sindrome multiforme ci permetterà in futuro di studiare terapie sempre più mirate e a misura di paziente“.
“L’attività elettrica neuronale ha specifiche caratteristiche – commenta Gaia Giannicola, ingegnere biomedico della Fondazione Ca’ Granda e autrice dello studio – in particolare l’attività patologica registrata nel cervello dei pazienti con sidrome di Tourette ha mostrato onde abnormi alle basse frequenze, e assenza di onde alle frequenze più alte. Per fare un parallelismo musicale, potremmo dire che il circuito neuronale dei pazienti con sindrome di Tourette è ‘scordato’, proprio come uno strumento musicale: emette un ‘suono’, che per noi è l’attività elettrica dei neuroni, diverso dal normale. La stimolazione cerebrale profonda sembra ‘accordare’ questo delicato strumento, ripristinando le onde alle frequenze più alte“.
“La qualità della vita dei pazienti – conclude Mauro Porta, direttore del Centro Tourette dell’Istituto Galeazzi – è migliorata con la DBS. Questa sindrome è caratterizzata da sintomi variabili anche nello stesso individuo: disturbi ossessivo-compulsivi, deficit di attenzione, ansia, depressione, aggressività, che spesso accompagnano i più conclamati quadri di iperattività motoria con tic motori e sonori. Per questo la scelta della struttura cerebrale da stimolare varia da paziente a paziente. Questa metodica ha offerto al nostro team la possibilità di studiare l’attività neuronale in diversi punti cerebrali, individuare quelli danneggiati e studiare i parametri della stimolazione ottimale per ripararli“.