notizia
18/10 2013
Attualità

Lo smog uccide 800mila persone l’anno. Al convegno RespiraMI dati e proposte dei maggiori esperti internazionali

— di Lino Grossano

 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute, ogni anno nel mondo muoiono 800mila persone a causa dell’inquinamento: e arrivano addirittura a 1,3 milioni se si considera anche l’inquinamento indoor, ovvero quello all’interno delle abitazioni. Lo smog, inoltre, è responsabile del 3% di tutti i decessi per malattie cardiovascolari e del 5% di tutti i tumori polmonari. E’ un’emergenza ‘silenziosa’, attorno alla quale si riuniranno domani i massimi esperti internazionali, al convegno RespiraMI.
L’incontro si svolge proprio nell’Anno dell’Aria che l’Unione Europea ha dedicato all’inquinamento atmosferico e alle sue problematiche, e vuole rappresentare “un importante momento scientifico di riflessione e confronto sulla relazione tra inquinamento e malattie respiratorie”, come spiegano i suoi organizzatori: Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, e Sergio Harari, direttore della Divisione Malattie respiratorie dell’Ospedale San Giuseppe di Milano.
Secondo lo studio APHEIS, pubblicato nel 2006 sull’European Journal of Epidemiology, la riduzione delle concentrazioni del particolato ultra-sottile (il cosiddetto PM 2,5) comporterebbe un risparmio ogni anno di quasi 17mila morti. “Questi dati – aggiungono gli esperti – non possono essere sottovalutati. Una vastissima letteratura scientifica ha ormai chiaramente documentato che non esiste un vero valore soglia di tossicità: qualsiasi livello degli inquinanti causa danni, il loro effetto è presente anche a bassi livelli e aumenta in modo direttamente proporzionale all’aumentare delle concentrazioni degli inquinanti”.

Tra i vari interventi ci sarà quello di Joel Schwartz, uno dei più grandi esperti internazionali sul tema, che approfondirà gli effetti sulla salute del particolato sottile. Pier Alberto Bertazzi, direttore della Clinica del Lavoro del Policlinico di Milano, presenterà invece i risultati di una ricerca in Lombardia in cui si documenta il legame tra il superamento dei livelli soglia di Pm10 e NO2, e il numero di decessi che si registrano ogni anno per cause cardiache, per malattie cerebro-vascolari e per problemi respiratori. “Una riduzione del 20% delle concentrazioni di questi due inquinanti – dicono gli esperti – è raggiungibile, e determinerebbe una riduzione della mortalità a breve termine e dei ricoveri ospedalieri del 30%”. Infine, Bert Brunekreef dell’Università di Utrecht in Olanda, illustrerà i dati del primo grande studio finanziato dalla Comunità Europea per misurare gli effetti a lungo termine dell’inquinamento atmosferico sulla salute. I risultati, concludono gli specialisti, “documentano una forte associazione tra inquinamento e mortalità, tumore del polmone, infezioni respiratorie in età pediatrica e capacità funzionale polmonare ridotta”.

L’appuntamento:
sabato 19 ottobre
Aula Magna G. B. Candiani, Clinica Mangiagalli
Fondazione IRCCS Ca’ Granda Policlinico, via Commenda 12, Milano

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