Il Policlinico di Milano non decide sulle cure “per alzata di mano”. Cura, e basta.
— di Lino Grossano
In merito all’articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera, dal titolo “I medici decidono per alzata di mano sul ricovero del bimbo che costa troppo”, la Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano precisa che “l’alzata di mano e le cifre di budget citate rappresentano una pura invenzione giornalistica. A nessun paziente sono mai state negate cure su questioni legate al bugdet, né tantomeno la Direzione strategica ha mai posto ai clinici problemi in merito allo sforamento del budget assegnato. Sono numerose le unità operative che lo sforano, ma a nessuna di loro viene richiesto di rifiutare ricoveri o terapie, né di giustificare terapie particolarmente onerose”.
La realtà sulla vicenda
Il 15 dicembre 2014 è arrivato alla Clinica De Marchi del Policlinico di Milano un bimbo egiziano di 4 mesi, con una insufficienza respiratoria acuta e una gravissima compromissione del sistema immunitario. Il bimbo aveva avuto un lungo ricovero in un altro ospedale pubblico, specializzato nelle cure pediatriche, ed era poi stato seguito da un altro ospedale milanese, privato e convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. Il 15 dicembre, ad un esame TAC, la situazione si era rivelata in netto peggioramento: per questo l’ospedale che l’aveva in cura ha richiesto la disponibilità di un posto nel reparto di Terapia Intensiva Pediatrica del Policlinico, specializzato in situazioni di questo tipo.
Le cure sono durate circa un mese, durante il quale il bimbo è stato tra le altre cose mantenuto in vita da un supporto meccanico per la respirazione, viste le sue condizioni di salute estremamente precarie. Rientrate le emergenze e stabilizzate le sue condizioni, l’ospedale che lo aveva precedentemente in cura si è detto disponibile a farsi di nuovo carico del paziente, e quindi il Policlinico ha proceduto con la sua dimissione.
All’arrivo del piccolo paziente alla Clinica De Marchi, i medici del Policlinico avevano discusso del caso clinico e avevano informato sulla situazione il Direttore Sanitario di Presidio. “La razionalizzazione e il contenimento dei costi, così come la lotta agli sprechi – sottolinea la Direzione Strategica dell’Ospedale – non hanno mai portato né mai porteranno ad una riduzione, nemmeno minima, della nostra doverosa attività di assistenza clinica. La vera questione sta nella capacità di coniugare l’appropriatezza clinica con quella economica, ovvero di curare tutti i pazienti al meglio senza incidere inutilmente sulla spesa pubblica. Quindi si è trattato, e sempre si tratta, di questo: discutere di come dare le cure migliori senza sprechi e nel modo più efficiente possibile. Siamo convinti che il bimbo sia stato curato nel migliore dei modi e tra pochi giorni, se non subentreranno ulteriori complicanze, potrà essere sottoposto al trapianto di midollo di cui ha bisogno”.
Al Policlinico di Milano, quindi, non si decide su come curare i pazienti “per alzata di mano”. Si cura e basta, e si discute su come rendere gli interventi sempre più efficienti e sempre più ‘leggeri’ e snelli per le casse pubbliche.