Nasce a Milano il più grande polo oncologico universitario italiano: c’è anche il Policlinico
— di Lino Grossano
Le più prestigiose strutture per la ricerca, la diagnosi e la cura delle malattie oncologiche della città unite nel nuovo Dipartimento dell’Università Statale di Milano
Il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Milano ha deliberato oggi la nascita del Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia (DIPO), che aggrega in un’unica, grande, struttura monotematica e multidisciplinare i ricercatori e i docenti di 5 poli universitari oncologici milanesi: Ospedale San Paolo, Ospedale Niguarda, Policlinico di Milano, Istituto Nazionale dei Tumori, Istituto Europeo di Oncologia. Il DIPO unirà le strutture milanesi convenzionate con la Statale e dedicate in modo esclusivo alla ricerca, diagnosi e cura delle malattie oncologiche, con l’obiettivo di coordinarne le attività di formazione, ricerca e assistenza. Sulla scorta di quanto accade in diversi paesi, il DIPO aggregherà competenze fino ad oggi disperse in altri Dipartimenti dell’Ateneo e che copriranno l’ampio spettro di attività legate allo studio dei tumori, e alla loro cura, rappresentando un forte elemento di attrazione per i più giovani ricercatori italiani e stranieri. Afferiranno al DIPO gli operatori di area medica e chirurgica, dei servizi di diagnostica e radioterapia, dell’aiuto psicologico alla persona, di bioetica e medicina legale, e tutti i ricercatori che contribuiscono agli studi sul comportamento biologico della malattia neoplastica. Una rete di 47 tra docenti e ricercatori che vantano un livello di produttività scientifica certificato da un H-Index totale di 1.482, per complessive 6.504 pubblicazioni citate ad oggi 263.134 volte.
“Il DIPO è prima di tutto un’operazione culturale avanzata – dichiara il Rettore della Statale, Gianluca Vago – Le Università, in Italia e nel mondo, sono chiamate a dare risposte, anche gestionali, al radicale cambiamento generato negli ultimi anni dallo straordinario e ininterrotto sviluppo delle conoscenze. Tanto più in un settore come quello oncologico, dove i progressi nella ricerca e nella cura rendono indispensabile l’aggregazione di gruppi di ricerca specialistici, l’utilizzo razionale degli investimenti, la possibilità di verificare, su casistiche più ampie, i risultati clinici che derivano dall’uso di nuovi strumenti di diagnosi e delle più innovative strategie di cura. Il modello che creiamo, fondato sulla collaborazione tra più discipline, vorremmo fosse alla base di un progetto didattico altrettanto innovativo, che veda la persona, il malato di tumore, al centro della didattica e della formazione universitaria e professionale. Abbiamo raccolto questa sfida facendo tesoro dell’unicità del territorio milanese che raccoglie intelligenze, competenze, e strutture di valore internazionale in campo oncologico, proponendo una grande Università come elemento di aggregazione e motore di innovazione”.
“ Oggi il paziente oncologico va preso in carico nella sua globalità di persona e dunque la cultura dei medici e dei ricercatori va cambiata – commenta Roberto Orecchia, Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia – Per questo abbiamo sostenuto e caldeggiato la necessità di integrare sotto l’egida dell’Università le forze di diversi istituti e le competenze nelle diverse discipline che oggi ruotano intorno al malato di cancro”.
“Le due storiche strutture oncologiche milanesi – conclude Paolo Corradini, Direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncoematologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori – si uniscono in un polo universitario per creare nuove sinergie nella ricerca, nella formazione e nell’innovazione, in grado di competere sempre meglio sulla scena internazionale”.
L’Università si aspetta ricadute rilevanti sul piano della produzione scientifica e delle possibilità di trasferimento tecnologico. Il Dipartimento potrà costituire un polo di attrazione per finanziamenti nazionali e internazionali e creerà un contesto competitivo arricchendo le opportunità di collaborazione e di scambio di studenti, ricercatori e docenti. Ma soprattutto, il DIPO contribuirà a rendere possibile l’offerta di un approccio diagnostico e terapeutico all’avanguardia, che trasformi il meglio della ricerca scientifica in aiuto di cura per chi è malato.