Il Policlinico ad Expo affronta le sfide italiane della Nutrizione Clinica
— di Lino Grossano
di Valentina De Cosmi
L’Auditorium del padiglione Italia in Expo ha ospitato una giornata di lavoro per la presentazione del “Manifesto delle Criticità Italiane in Nutrizione Clinica e Preventiva. Le dieci sfide italiane.” Il Policlinico di Milano è stato tra i firmatari del documento, insieme ad oltre 40 tra Società scientifiche, Università e Associazioni.
Il Manifesto fornisce strategie operative per risolvere i problemi nell’ambito della nutrizione ed è il risultato di mesi di lavoro nei quali sono stati sollevati i problemi e i paradossi in questo panorama.
- sovrappeso e obesità
- diabete mellito di tipo 2
- malnutrizione calorico proteica
- sarcopenia (perdita di massa e forza muscolare anche con peso normale)
- disturbi dell’alimentazione e della nutrizione
- comportamenti e condizioni socioeconomiche a rischio di scadimento dello stato di nutrizione
- stati in cui c’è carenza di vitamine e minerali
- nutrizione artificiale domiciliare
- tossinfezioni alimentari
- diffusione incongrua degli integratori alimentari.
La Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano partecipa con molto orgoglio a questa iniziativa, che ritiene fondamentale per superare barriere personalistiche e identificare in maniera efficace le criticità nutrizionali.
In una città come Milano, il Policlinico è l’unica istituzione a raccogliere clinici e ricercatori che si dedicano a tutte le età della vita, come dimostrato anche e soprattutto dalla produzione scientifica sulla nutrizione e sugli interventi nutrizionali dal prematuro all’anziano. Inoltre, è forse una delle poche istituzioni che sta cercando di fare suo il concetto della sostenibilita’ – un tema centrale nei padiglioni degli Stati che partecipano ad Expo – attraverso la creazione di una propria filiera alimentare controllata, che va dalla produzione del cibo all’utilizzo dello stesso in corsia.
Tutte le maggiori criticità nutrizionali sono studiate e trattate dagli operatori del Policlinico, un centro che non vuole trattenere la propria esperienza per sè ma condividerla costruttivamente con tutti coloro che ne sono interessati e coinvolti, attraverso l’intensa attività didattica e i vari bandi e progetti, nell’interesse ultimo dei pazienti e della conoscenza.
Di tutto questo riteniamo si debba tenere conto anche a livello politico ed istituzionale, tutte le volte che si cerca di costruire iniziative che vogliano dare alla cittadinanza un luogo migliore di cura, che possa cioé farsi carico del paziente e più in generale della persona in tutte le età della vita, con continuità e competenza. Sottostimare o ignorare questo potenziale significherebbe creare un danno non solo alla gestione della salute pubblica, ma anche un danno stesso alle capacità di fare ricerca e cura.