Alla scoperta delle antiche cascine del Policlinico
— di Lino Grossano
Una giornata gratuita, in bici o a piedi, per esplorare
il patrimonio rurale nelle campagne di Morimondo
In sella alla propria bicicletta per esplorare la campagna di Morimondo, e scoprire la storia che si respira lungo i sentieri che attraversano il patrimonio rurale della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano.
L’appuntamento è per domenica 18 Settembre 2016, e consiste in un percorso a tappe che è possibile percorrere anche a piedi. La giornata è interamente gratuita, ed è organizzata da Fondazione Sviluppo Ca’ Granda (istituita dal Policlinico per valorizzare il proprio patrimonio rurale) in collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano (FAI), con la Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) e con Trekking Italia.
La campagna di Morimondo è immersa nel parco del Ticino, ed è stata donata al Policlinico nel 1561 da papa Pio IV. Il percorso che l’attraversa è diviso in 12 tappe, e in ciascuna di queste i visitatori potranno scoprire delle curiosità naturalistiche e storiche. Tra le altre cose si potranno ammirare le conche del Naviglio di Bereguardo, le antiche cascine con i relativi oratori e il borgo di Fallavecchia, ma anche fontanili e risorgive. Lungo il percorso, illustrato dai volontari del FAI e di Trekking Italia, ci saranno anche due iniziative pensate in particolare per i bambini e le loro famiglie: un giro in canoa sulle acque del Ticino e un giro in calesse.
Sia l’itinerario in bici che quello a piedi saranno accessibili in qualsiasi momento della giornata, dalle 9.30 alle 18, e per chi non può utilizzare la propria bici ci sarà anche la possibilità di noleggiarla alla partenza del percorso.
I dettagli della giornata e la cartina con le tappe previste sono disponibili a questo indirizzo. La partecipazione alla giornata è gratuita, ma è richiesta la registrazione online a questa pagina.
L’obiettivo è che questa iniziativa sia la prima di una lunga serie, in modo da rendere sempre più fruibile per tutti il patrimonio che i benefattori del nostro ospedale ci hanno lasciato nel corso dei secoli.