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16/11 2016
Salute

Al Policlinico di Milano un caveau per libri antichi e unici: è la biblioteca ospedaliera più importante d’Europa

— di Lino Grossano

  • dalle tavole anatomiche di Vesalio al primo libro medico al mondo con illustrazioni a colori, pezzi unici per la prima volta a disposizione degli studiosi
  • 100mila volumi su 3 km di scaffali, che ripercorrono 500 anni di storia della medicina, della ricerca e della cura

  La Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano è il primo istituto pubblico d’Italia per qualità della ricerca scientifica prodotta, e per sei secoli (da quando, cioè, nacque come Ospedale Maggiore) ha contribuito in modo importante alla storia della Medicina. Questo anche grazie ai migliori testi disponibili in ogni epoca, che l’Ospedale ha raccolto e messo a disposizione dei suoi medici. Tutta quella scienza medica collezionata in 500 anni è custodita in un caveau per libri antichi e unici, che rendono di fatto la collezione del Policlinico la biblioteca ospedaliera più importante d’Europa. E oggi questa biblioteca apre per la prima volta alla consultazione degli studiosi, che avranno a disposizione oltre 100mila volumi realizzati tra la fine del Quattrocento e la seconda metà del Novecento, per un totale di circa 3 km lineari di scaffali.

  Tra i volumi più preziosi ci sono senz’altro l’edizione milanese del 1627 del “De lactibus sive Lacteis venis” di Gaspare Aselli, scopritore dei capillari linfatici: è la prima edizione al mondo di medicina con illustrazioni a colori. Ma la biblioteca del Policlinico custodisce anche le tavole anatomiche di Andrea Vesalio, considerato il fondatore dell’anatomia moderna, così come il “De virtutibus herbarum”, un compendio sulle proprietà officinali delle piante pubblicato nel 1482. Tra le rarità ci sono alcuni periodici editi tra Ottocento e Novecento, da Pietroburgo a Tokyo; il volume più antico è di Bartolomeo Montagnana, “Medicinale opus excellentissimum” nell’edizione padovana del 1476, e fa parte di una serie di 6 incunaboli (ovvero di documenti stampati con la prima tecnologia a caratteri mobili). Sono invece 33 le cosiddette “cinquecentine”, opere a stampa realizzate nel XVI secolo, anche se a rendere davvero speciale la raccolta del Policlinico sono la sua estensione e la sua completezza, che la rendono una collezione unica nel suo genere.

  “Sono orgoglioso di poter rendere ancora più fruibile il nostro patrimonio culturale – dice Marco Giachetti, presidente della Fondazione Ca’ Granda Policliclinico – in un percorso che abbiamo avviato e che punta a rendere i nostri beni culturali sempre più aperti agli studiosi e ai cittadini. Un ringraziamento speciale a chi ha permesso con generosità di realizzare questo importante risultato, che siamo riusciti a concretizzare in tempi davvero rapidi”.

  La biblioteca ospedaliera era diventata inaccessibile nel 1943, a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Data la vastità della raccolta, solo negli ultimi anni è stato possibile completare la ricognizione di tutti i volumi e il loro trasporto in sicurezza. Il luogo in cui sono custoditi i libri è stato realizzato grazie a un contributo di 129.700 euro da parte di Giancarlo Cesana, presidente 2010-2015 della Fondazione Ca’ Granda Policlinico, e con un contributo di 80mila euro da parte della Fondazione Cariplo. La biblioteca medica è in via Francesco Sforza 28, dove si trova anche l’Archivio Storico dell’Ospedale Maggiore. Il catalogo digitale delle opere è disponibile al link goo.gl/JzV4cy, mentre l’accesso alla consultazione dei libri è possibile agli studiosi su prenotazione contattando l’Archivio Storico (archivio@policlinico.mi.it).

 

 

Fondazione Cariplo fa filantropia con la passione per l’arte, la cultura, la ricerca scientifica, il sociale e l’ambiente. Oggi è concentrata sul sostegno ai giovani, al welfare di comunità e al benessere delle persone, realizzando progetti insieme alle organizzazioni non profit. Dal ’91 ad oggi la Fondazione ha sostenuto oltre 30 mila iniziative donando 2,8 miliardi di euro. Nel 2016 la Fondazione compie 25 anni.

La biblioteca in dettaglio

L’insieme dei volumi raggiunge le 100mila unità, per un valore stimato di 9 milioni di euro. Tra questi si conservano 37.800 volumi di monografie, 1.560 testate di periodici, 3.113 volumi di miscellanee (contenenti circa 77.000 opuscoli ed estratti).

Il nucleo principale consiste nella biblioteca storica, ricca di 16.704 monografie, 1.260 volumi di miscellanee, 675 testate di periodici e 36 manoscritti. La biblioteca nasce ufficialmente nel 1846, raccogliendo i volumi già presenti in ospedale dal principio del XVI secolo e grazie al testamento del dottor Carlo Dell’Acqua, che donò i propri volumi e un capitale per incrementare la collezione. I fondi si sono poi ampliati grazie a numerose donazioni, ad oculati acquisti e a numerosi scambi di periodici con la rivista “L’Ospedale Maggiore”.

Nel tempo, al nucleo originario si affiancano altre raccolte:

– La biblioteca della Clinica Ostetrico-Ginecologica “Luigi Mangiagalli”, creata nel 1906, erede e continuatrice della settecentesca Regia Scuola d’Ostetricia, che conserva vari fondi librari specializzati in Ostetricia e Ginecologia, tra cui si ricordano i volumi di Emilio Alfieri. La pubblicazione della rivista “Annali di Ostetricia e Ginecologia” ha permesso, a partire dal 1879, un continuo scambio di riviste specializzate con i principali istituti materno-infantili, italiani ed esteri, accrescendo le collezioni con un respiro internazionale: le testate possedute sono quasi 500, per complessivi 11.000 volumi. Le monografie sono 8.500, i volumi di miscellanee 627.

– La biblioteca della Farmacia ospedaliera, con 546 volumi a partire dall’anno 1819.

– La biblioteca della Fondazione “Mario Donati”, acquistata nel 1973_ un organismo culturale di alto valore scientifico e di rinomanza internazionale, con 11.708 volumi di monografie e 1.226 volumi di miscellanee.


Infine, tra i fondi di minor dimensione, si menzionano le raccolte pervenute per donazione negli ultimi decenni: Plìteri, Piraino, Davanzo, Fossati, Cattaneo, Faes-Belgrado.