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27/08 2018
Salute

Gli elettrodi che ‘spengono’ il dolore cronico. La Scrambler Therapy, cos’è e come funziona

— di Lino Grossano

Il dolore è un segnale di allarme che avverte il cervello in caso di problemi. Sentire dolore è utile al nostro organismo per difendersi da traumi, per proteggersi e per facilitare la guarigione. Ci sono volte però in cui il dolore è troppo: è il caso del dolore cronico, in cui questo ‘segnale di allarme’ non si spegne mai e diventa esso stesso una malattia. Esistono però dei mini elettrodi che ‘ingannano’ il cervello e sono capaci di trasmettergli un messaggio di ‘non dolore’: questa tecnica si chiama Scrambler Therapy, ed è una terapia mininvasiva che rappresenta una nuova opportunità per contrastare proprio il dolore cronico, compreso quello di origine oncologica. A raccontarci questa terapia è Vittorio Iorno, medico dell’Anestesia e Terapia Intensiva Donna-Bambino del Policlinico di Milano, dove viene già applicata ed è coperta dal Servizio Sanitario Nazionale.
 

Che cos’é il dolore cronico?
Il dolore cronico ad oggi rappresenta, in Italia e nel mondo, una sfida ancora non vinta nonostante l’impegno delle organizzazioni internazionali come l’Oms, e quello nazionale che è sfociato nella Legge 38/2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore. La letteratura scientifica riporta infatti che il 41% dei pazienti con dolore cronico dichiara di non aver ricevuto un adeguato controllo del dolore. In Italia l’incidenza del dolore cronico nella popolazione è del 21,7%, pari a circa 13 milioni di abitanti.

Il successo terapeutico non può prescindere da una corretta identificazione del tipo di dolore, della sua origine, da una valutazione dell’intensità e dell’impatto sulla qualità della vita del paziente. Da ciò consegue la scelta di un’adeguata terapia secondo linee guida internazionali, in primis farmacologiche. Nella pratica clinica purtroppo esistono condizioni individuali (come la progressione della malattia o la mancata risposta ai trattamenti) che fanno sì che trattare il dolore cronico sia molto più complesso. E’ quindi diventato fondamentale introdurre nuovi interventi terapeutici, utilizzando tecniche di stimolazione del sistema nervoso via via più elaborate: dalla modulazione/neurostimolazione periferica a quella centrale, con progressiva complessità delle tecniche ma anche maggiore possibilità di determinare eventuali danni.

Al nostro Centro di Medicina del Dolore ‘Mario Tiengo’ è stata attivata una ulteriore possibilità di cura per il dolore cronico, neuropatico ed oncologico, ed è proprio la Scrambler Therapy. Rappresenta un’arma in più per trattare diverse tipologie di dolore, attraverso particolari modulazioni elettriche. L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni di salute e la qualità di vita dei tanti pazienti che si rivolgono al nostro Centro, perché il dolore, in molte patologie, non è solo un sintomo ma è la malattia stessa.
 

Cos’è nel dettaglio la Scrambler Therapy?
La Scrambler Therapy (ST) è una tecnica di elettroanalgesia. Attraverso elettrodi esterni, agisce sui recettori delle fibre C (che sono neuroni specializzati nel trasmettere la sensazione di dolore in modo lento e profondo) per dare una ‘contro-informazione’: se ipotizziamo che il dolore abbia una valenza +1, la contro-informazione che eroghiamo ha una valenza -1. Si capisce quindi come sia possibile l’azzeramento del dolore sotto terapia: +1 e -1 sommati equivalgono a zero.
L’effetto analgesico è immediato. Inoltre, così come il dolore cronico rimodella i circuiti neuronali e crea ‘circoli viziosi’ che amplificano la sofferenza, la ripetizione della Scrambler Therapy con un ciclo completo di dieci sedute può rimodellare a sua volta questi circuiti sensoriali alterati, permettendo di ridurre l’iper-sensibilità al dolore.

Gli studi attualmente disponibili mostrano l’efficacia della ST sul dolore cronico, in particolare su quello neuropatico.

La procedura è mininvasiva: si utilizzano degli elettrodi come quelli dell’elettrocardiogramma (ECG), che vanno posizionati sulla zona da trattare. L’elettrodo va collocato secondo disposizioni specifiche, che stimolino le aree adiacenti e contigue, ma mai le stesse del dolore. Il principale campo di applicazione della ST è il dolore neuropatico periferico, cioè un dolore che nasce all’interno del sistema nervoso stesso, come la nevralgia trigeminale, post-herpetica, la Complex Regional Pain Syndrome, la Failed Back Surgery Syndrome, eccetera. Anche la semplice lombalgia cronica in riacutizzazione trae giovamento da questa terapia, ed è possibile utilizzarla anche sui bambini. La ST si dimostra ogni giorno di più una terapia versatile applicabile in diverse branche della medicina: dall’oncologia, all’ortopedia, alla neurochirurgia, alla neurologia.
 

Esistono controindicazioni al trattamento?
Non è possibile sottoporre a Scrambler Therapy i pazienti portatori di:

  • Pacemaker, defibrillatori automatici o valvole metalliche

  • Stimolatori midollari, parti metalliche conduttive

  • di clip aneurismatico o per vena cava

Inoltre, non si può applicare la terapia in caso di:

  • Neurolesioni per il controllo del dolore

  • Gravidanza

  • Epilessia

  • Cure pregresse o in atto con ketamina, o utilizzo della ketamina come stupefacente
     

Quanto dura un ciclo di terapia?
Il protocollo di trattamento nel dolore cronico benigno prevede dei cicli (eventualmente ripetibili) composti da un minimo di 10 sedute con frequenza di 5 sedute a settimana: dal lunedì al venerdì per due settimane consecutive. Ogni trattamento ha una durata di 45 minuti. Eventuali farmaci anticonvulsivanti per uso analgesico andrebbero sospesi almeno 2 settimane prima di iniziare il trattamento, ma in ogni caso sempre dopo il colloquio con un medico.
 

Quando si capisce se la terapia sta facendo effetto?
È sempre possibile valutare l’efficacia della terapia fin dalla prima seduta. La chiave del successo sta nel processo di rimodulazione del sistema dolore attuata dalla Scrambler Therapy, che richiede la capacità di azzerare il dolore durante ogni seduta di trattamento senza che il paziente provi disagio dalla stimolazione. Il sollievo immediato dal dolore è prognostico per la buona riuscita del trattamento e dei controlli nel tempo. Nella nostra casistica i pazienti hanno goduto di periodi di libertà dal dolore senza assumere farmaci fino a 8 mesi.
 

Come si accede alla Scrambler Therapy?
Alla Scrambler Therapy si accede con il Servizio Sanitario Nazionale in modo totalmente gratuito se esenti, o in alternativa pagando il ticket sanitario per visita medica. E’ possibile richiedere la terapia anche in libera professione.

Ci sono altri centri in Lombardia che hanno la Scrambler Therapy?
Oltre al nostro Centro, la ST è in funzione anche all’Ospedale Niguarda di Milano. In particolare è attiva la RED – Rete di terapia del dolore di Milano, che ha l’ambizione di collegare i vari Centri di terapia del dolore della Lombardia così da realizzare le indicazioni previste dalla Legge 38: fornire al cittadino la migliore diagnosi e cura per la malattia dolore, permettere l’assistenza al malato terminale con il coordinamento tra cure palliative domiciliari e hospice. Accanto agli aspetti organizzativi, la Rete ha il compito di promuovere la formazione del personale, la condivisione dei saperi tra i professionisti che si occupano della cura del dolore, e la diffusione dei protocolli secondo le linee guida internazionali di riferimento.