L'amore ai tempi di Napoleone
— di Valentina Regonesi
Mi chiamo Giuseppe e lavoro all’Ospedale Maggiore di Milano. Servente, mi chiamano: ma mi si può definire un infermiere. Qui alla Ca’ Granda sono impegnato nelle varie corsie, l’ospedale è davvero enorme e ogni giorno dobbiamo assistere centinaia di malati correndo tra un braccio della crocera e l’altro.
E’ un periodo di grandi cambiamenti, e di momenti di grande tensione: Napoleone è entrato in ospedale con tutti i suoi soldati e ovviamente abbiamo dovuto assisterli; poi sono tornati gli austriaci, e con essi sono giunte epidemie di vaiolo e tifo petecchiale, che i nostri poveri medici - bravissimi ed eroici - hanno dovuto fronteggiare. In questo Ospedale ho visto passare grandi uomini, come Pietro e Bernardino Moscati, o Gaetano Strambio, che sono sicuro non verranno mai dimenticati ma anzi, saranno riconosciuti come grandi padri della medicina. Ne cito solo alcuni, ma ce ne sarebbero tanti altri.
Anche per noi serventi, comunque, il lavoro è sempre tanto: con le riforme assistenziali messe in atto dagli austriaci l’Ospedale ha infatti aperto varie succursali, come la Pia Casa degli esposti e partorienti di Santa Caterina o il manicomio della Senavra, che quindi dobbiamo gestire.
Sperimentiamo nuove cure, come ad esempio quella contro le convulsioni (anche se dobbiamo ancora perfezionarla...), e stiamo introducendo nuovi servizi, come il trasporto celere dei malati, una sorta di letto portatile. Chissà se avrà un futuro!
Ma oggi in particolare voglio parlarvi di cuore... non del cuore malato dei miei pazienti, però: ma di un cuore battente, anche troppo!, che sarebbe il mio.
Sono innamorato, innamorato perso di una bellissima ragazza, e purtroppo non vive vicino. La penso ogni giorno, e il mio cuore arde d’amore per lei! Spero di essere contraccambiato... ma sì, di sicuro lo sono! Spero che sappia quanto la brami, e che prima o poi nostro Signore ci permetta di vivere insieme in felicità ed allegria. Non posso attendere oltre a farle conoscere i miei sentimenti... le scriverò una lettera!
“Amatissima mia speranza....”
Trascrizione della lettera:
Il bell’ godere è avere / il’ cuor Contento
Amatissima mia Speranza,
Per non poter venire in persona per esprimere con voi il più vivo ed ardente amore che per noi porto scolpito nel mio interno, vengo col presente foglio accertandovi colla più perfetta e sincera fedeltà che quel amore già da molto tempo giuratovi son pronto e costante a continuarlo così pure credo che farete voi pure il simile col contracambiarmi. Il mio tempo che mi avanza è tutto impiegato coll’ pregare caldamente l’Altissimo acciò possa ambidue protegerci e presto accompagnarci che allora passeremo gli nostri giorni con più felicità ed allegrezza. Finisco d’attediarvi col caramente salutarvi pregandovi di un grazioso riscontro che in fretta lo attendo, e bacciandovi caramente la destra passo all’onor di dirmi e di voi sono e sarò sempre.
Vostro sincero e fedele amante
Giuseppe