Milano 2050. Quanto sarà verde Milano?
— di Nino Sambataro
Le Greenway, arterie verdi che attraversano tutta la città, hanno completamente sostituito le strade. Possono essere percorse con mezzi elettrici, terrestri o volanti, ma molti cittadini amano percorrerle a piedi o in bicicletta. Nel futuro, il mezzo di locomozione più antico, le gambe, sono tornate di moda. D’altra parte, percorrere le Greenway è un piacere per il corpo e lo spirito: alberi e piante di ogni specie le costeggiano, intervallate solo da stagni e corsi d’acqua,che prima scorrevano sotto terra, coperti dal cemento. Ma nel futuro, la natura è tornata a riprendersi gli spazi perduti.
Il verde poi non è solo sulle Greenway o nei parchi, le case stesse sono giardini pensili. Le facciate e le finestre dei palazzi formano un disegno armonico con le piante. Tanto che le case sembrano colline verdeggianti. Sono in pochi ormai quelli che comperano la frutta, i più la raccolgo per le strade o affacciandosi alla finestra di casa. Nel futuro, l’uomo è tornato a raccogliere il cibo di cui si nutre. Per di più, i milioni di alberi che hanno del tutto soppiantato i tralicci e i pali, creano un clima mite tutto l’anno, rendendo la città temperata in inverno e fresca in estate.
I condizionatori, che surriscaldavano ulteriormente l’ambiente, non servono più. Nel 2050 la frescura è data dall’ombra delle piante e dalle correnti umide che ne derivano. L’energia poi, per produrre la quale l’umanità si è quasi autodistrutta, non è più un problema, da quando l’uomo ha riscoperto le fonti energetiche naturali.
Gli edifici sfruttando il calore del sole, l’acqua delle piogge o dei fiumi, che non è più acida o inquinata, ma si può persino bere, e il vento. E gli ospedali? Gli ospedali ci sono ancora, anche se le malattie e i problemi di salute sono molto diminuiti – nel 2050, hanno capito che le persone è meglio non farle ammalare, che curarle –, per cui ora ne bastano due o tre per tutta la città. Tra questi c’è ancora il Policlinico, che è il più antico, ma che è anche il più innovativo. È stato il primo ospedale cittadino a mutare la concezione di ospedale, con un giardino e dei sentieri sul tetto, al posto delle tegole. Nel 2050, tutta la città è così.
Ma nel 2023 nessun altro ospedale era come il Policlinico.
Per farla breve, il futuro è molto più simile al passato di quanto pensiamo. Potrebbe ricordare le favole degli antichi poeti che parlavano dell’Età dell’Oro, in cui uomo e natura convivono armoniosamente. Diciamo “potrebbe” per due ragioni: la prima è che il futuro dobbiamo ancora in buona parte costruirlo. La seconda è che, con tutto questo verde, di sicuro ci sarebbe un’infestazione di zanzare, e i pesticidi, nel 2050, saranno vietati.
Un polmone verde nel cuore della città
“ForestaMi” è il progetto che prevede di piantare a Milano tre milioni di nuovi alberi entro il 2030. Ha come responsabile scientifico l’archistar Stefano Boeri: è un progetto che cambierà il volto della grande metropoli lombarda, un tempo percepita come grigia e spoglia. Il Policlinico di Milano è in linea con questa visione, anzi l’ha anticipata, perché il progetto del Nuovo Ospedale ha tra
i suoi punti di forza un giardino pensile con un’estensione pari a quella del Duomo, che rivestirà il terrazzo del corpo centrale.
Il Policlinico diventerà in questo modo
un polmone verde nel cuore della città e contribuirà ancora di più alla salute dei cittadini.
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Tratto da Blister, il magazine del Policlinico per curare l'attesa