Per sognare ci vuole costanza. Gravidanze a rischio, l'importanza di Associazioni su cui contare
— di Valentina Meschia
Quando era bambina, Costanza sognava il principe azzurro e credeva nei finali stile “…e vissero felici e contenti”. La vita non era mai stata molto generosa con lei, ma nonostante questo era fortemente convinta che prima o poi il suo meritato lieto fine sarebbe arrivato. Come diceva il suo nome, perseveranza e determinazione non le mancavano.
Aveva da poco compiuto 37 anni quando incontrò il suo principe azzurro. Fu subito amore a prima vista e dopo pochi mesi restò incinta. Una gravidanza inaspettata: per questo, già ‘scottata’ da esperienze passate, per un attimo pensò che lui sarebbe scappato. E invece, da bravo principe, lui accolse la notizia con sorpresa e gioia, e non l’abbandonò affatto. Le fu accanto anche quando scoprirono che aspettavano due gemelli, e fu sempre lì quando si seppe che la gravidanza era a rischio. Anzi, fu proprio questo principe azzurro (a questo punto possiamo dirlo, non esistono solo nelle favole) che la portò alla Clinica Mangiagalli: aveva letto che lì sono specializzati nel seguire mamme con gravidanze complicate. Costanza fu ricoverata per fare alcuni accertamenti, e anche se era necessario assoluto riposo e un continuo monitoraggio tutto stava procedendo bene.
Ma come in ogni favola che si rispetti, gli eroi devono misurarsi con qualche difficoltà e non tutto fila sempre facile. Costanza e il suo principe venivano da fuori Milano, e trasferirsi per seguire le cure sembrava complicato e costoso. Il principe si mise a fare i conti, cercò un alloggio, o una qualsiasi soluzione. Che però non arrivava: questa volta non sapeva come aiutarla. Ma ecco, proprio nel momento in cui tutto sembrava ormai impossibile, incrociarono sulla loro strada le volontarie di Casa Costanza. Non sappiamo se era una coincidenza o se era davvero il destino, ma Casa Costanza si chiamava proprio così. Un alloggio di accoglienza per mamme con gravidanze a rischio o con bimbi ricoverati in neonatologia che necessitano, come Costanza, di un posto dove stare. I mesi successivi, seppur impegnativi, grazie all’ospitalità e all’aiuto di Casa Costanza passarono uno dopo l’altro e Costanza si sentiva in famiglia, perché non era mai sola. Assieme al suo principe azzurro abbracciò le sue bellissime bambine e da quel momento successe davvero: vissero tutti felici e contenti. Dopo un anno Costanza inviò alle volontarie questa lettera:
La vita ti regala gioie immense, come aspettare due gemelli e il diventare mamma, ma ti cade il mondo addosso quando ti viene comunicato che la tua gravidanza è a rischio. Insieme a tante domande e paure sono partita per Milano, per essere visitata dagli esperti della Clinica Mangiagalli, e ho riposto in loro tutta
la mia speranza e fiducia. Letto, letto, letto e assoluto riposo, questa le raccomandazioni dei medici, oltre a una serie di controlli e accertamenti. Ma come fare a trasferirsi così velocemente in una città sconosciuta, lontano dalla famiglia e dagli amici? La mia salvezza, il mio lieto fine si chiama Casa Costanza: lì ho trovato una famiglia, dolcezza, attenzioni, rispetto e aiuto. Che dire… mi sono sentita veramente a casa pur essendo lontana da casa.
Una casa per le mamme
La Fondazione Visitatrici per la Maternità Ada Bolchini Dell’Acqua Onlus costituisce nel febbraio 2013 Casa Costanza: un appartamento con 10 posti letto, vicino al Policlinico. La permanenza è gratuita e, in collaborazione con le assistenti sociali del Policlinico, c’è un’attenta valutazione dei singoli casi aventi diritto all’ospitalità Lo scopo di Casa Costanza è fornire un alloggio a mamme in fase di gravidanze a rischio, oppure i cui bambini, affetti da gravi patologie, sono ricoverati nei reparti di terapia intensiva, neonatologia o chirurgia del Policlinico. Tutto questo è reso possibile grazie all’impegno delle Visitatrici volontarie e degli assistenti sociali.
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www.fondazioneabd.org
Tratto da Blister, il magazine del Policlinico per curare l'attesa