Padiglione Policlinico in Fiera, già ricoverati 68 pazienti. Il bilancio delle prime 3 settimane
Nino Stocchetti, direttore della struttura: “Dicevano che non era necessario, ma ora eccoci qui. In estate il Policlinico di Milano non ha smantellato nulla, tenendo efficiente la struttura”.
“Quando la seconda ondata di Covid-19 è arrivata abbiamo capito subito che dovevamo riaprire. Perciò siamo tornati”. A parlare è Nino Stocchetti, responsabile della neuro-rianimazione al Policlinico di Milano e direttore del Padiglione Policlinico in Fiera, dove è ospitata la più grande terapia intensiva della Lombardia dedicata ai pazienti più gravi colpiti dal coronavirus. Nel fare il bilancio delle prime tre settimane di attività, il professor Stocchetti ha spiegato che sono già stati 68 i pazienti ricoverati nella struttura: 7 sono migliorati e sono stati trasferiti alla riabilitazione, 4 sono deceduti, e 57 sono gli attuali posti occupati.
“Si è parlato di Fiera in tanti modi: come una scialuppa di salvataggio, una diga contro le alluvioni o un estintore. Ad aprile - racconta l'esperto - venivamo derisi perché questo estintore non era necessario per via della diminuzione dei contagi. Ma nonostante i numeri fossero i migliorati, il Policlinico di Milano non ha smantellato nulla, anzi: ha assunto personale, ha mantenuto efficiente il Padiglione in Fiera, ha aperto una terapia intensiva in più anche in Ospedale. E ora siamo di nuovo qui”.
I pazienti attualmente ricoverati in Fiera sono 57, divisi in 5 moduli: ciascuno di questi è gestito da un ospedale lombardo, con il coordinamento del Policlinico. “L’obiettivo – continua Nicola Bottino, anestesista esperto di fisiopatologia respiratoria al Policlinico di Milano e responsabile del modulo del Policlinico in Fiera - è aprire già dalla settimana prossima un nuovo modulo da 14 posti, per arrivare così a 74 posti letto operativi. Successivamente cercheremo di aprire un ulteriore modulo, arrivando a 88-90 posti".
Sono invece già 60 i medici e circa 120 gli infermieri che lavorano in Fiera: “Qualcuno diceva che i medici venivano deportati in questa struttura - conclude Stocchetti - ma tutti quelli che lavorano con me si sono offerti volontari. La lista dei medici che vorrebbero lavorare qui è molto lunga".