RICERCA. Trapianti sicuri nonostante il Coronavirus: 124 interventi in 6 settimane di pandemia
— di Fabio Sanna
Due studi scientifici del Policlinico di Milano sulle operazioni chirurgiche svolte nel Nord Italia all’inizio dell’epidemia: nessuna trasmissione del virus dal donatore, solo 5 i pazienti che lo hanno contratto durante la degenza post-trapianto. Gli esperti: “Abbiamo dimostrato come, con determinate misure di sicurezza, i rischi legati alla Covid -19 durante gli interventi siano minimi”.
Il Coronavirus ha inevitabilmente creato diversi problemi agli interventi chirurgici in generale, ma in particolar modo ai trapianti d’organo. Eppure nel Nord Italia l’attività di trapianto non si è mai bloccata: ben 124 i pazienti trapiantati nelle prime sei settimane della pandemia, con solo 5 di essi risultati positivi al nuovo Coronavirus durante la degenza post-trapianto e 1 solo decesso riconducibile alla Covid-19 (lo 0,8% dei pazienti trapiantati). Gli interventi sono stati oggetto di due studi scientifici dell’Unità Operativa Coordinamento Trapianti del Policlinico di Milano, dove ha sede il Centro di Riferimento interregionale Nord Italia Transplant program (NITp): i dati hanno mostrato come il virus non sia affatto un ostacolo insormontabile allo svolgimento dei trapianti.
Le due ricerche, che vedono come autori principali uno Antonino Cannavò e l’altro Serena Maria Passamonti, entrambi medici al Coordinamento Trapianti del Policlinico, hanno provato come i processi di donazione e trapianto possano essere eseguiti in sicurezza senza un’eventuale trasmissione di Covid-19 da donatore a ricevente. Questi risultati, pubblicati sulla rivista "Transplantation Proceedings" sono stati ottenuti “grazie ad un’attenta gestione del donatore in rianimazione e, soprattutto, all’introduzione dello screening per Covid-19 nel liquido di bronco lavaggio di chi dona – spiegano gli autori dello studio - misure che risultano sempre più preziose con l’imperversare della seconda ondata del virus e che mostrano come, anche durante l’emergenza legata alla pandemia sia possibile dare risposte concrete ai cittadini in attesa di un trapianto d’organo”.