Un incidente lo mette in doppio pericolo di vita: salvato al Policlinico di Milano con una procedura che 'fa scuola'
— di Lino Grossano
Gli specialisti di fronte a un caso eccezionale, finora mai codificato nella letteratura scientifica. Considerato un caso unico al mondo, ha sottolineato il ruolo chiave della collaborazione tra i diversi specialisti
Un grave incidente in moto lo ha messo in pericolo di vita non una, ma ben due volte contemporaneamente: la prima per la rottura dell'aorta, uno dei più importanti vasi sanguigni del corpo umano; la seconda per un trauma all'addome così esteso da richiedere un trapianto di fegato. Che sia un caso eccezionale lo testimonia il fatto che, ad oggi, non esiste ancora nella letteratura scientifica una procedura che dica ai medici come comportarsi quando si presentano contemporaneamente due ferite mortali di questo tipo. Eppure questa è una storia a lieto fine: gli specialisti del Policlinico di Milano hanno appena pubblicato la loro esperienza sulla rivista Annals of Vascular Surgery, anche per "fare scuola" e per sottolineare l'importanza del lavoro di squadra nel trovare una soluzione che sembrava estremamente difficile. Il paziente, già dimesso, oggi sta seguendo la riabilitazione ed è tornato ad una vita praticamente normale.
Tutto inizia un anno e mezzo fa, quando un giovane di circa 30 anni è coinvolto in un grave incidente stradale. Portato immediatamente al Pronto Soccorso del Policlinico di Milano, le sue condizioni appaiono subito molto gravi: i traumi al torace, e in particolare all'aorta, mettono la sua vita in pericolo immediato. Già ai primi accertamenti, però, ai medici è chiaro che le complicazioni non sono finite: il giovane ha gravi contusioni al fegato e continue emorragie addominali, oltre che lesioni agli arti inferiori. Gli esperti della Chirurgia Vascolare diretti da Santi Trimarchi cominciano subito a riparare l'aorta, ma il quadro emodinamico (ovvero, semplificando, il comportamento del sangue in movimento nei vasi sanguigni) è altamente instabile. In breve tempo i danni all'addome manifestano tutti i loro effetti: il fegato è praticamente distrutto, ed è urgente un trapianto. Operazione davvero complicata, visto che deve essere effettuata in un paziente così delicato e complesso.
Messo immediatamente in lista per un organo nuovo, l'intervento viene effettuato poche ore dopo dalla squadra di Giorgio Rossi, direttore Chirurgia Generale e Trapianti di fegato. "In quei giorni - ricorda Maurizio Domanin, chirurgo vascolare del Policlinico di Milano che ha eseguito l'intervento all'aorta e primo autore della pubblicazione scientifica - lo sforzo combinato del Pronto Soccorso e Medicina d'Urgenza, della Chirurgia Vascolare, della Chirurgia d'Urgenza, della Chirurgia Generale e Trapianti di fegato e dell'Anestesia e Terapia Intensiva Adulti ha consentito di inquadrare il paziente in modo completo e di 'creare da zero' il modo con cui sarebbe stato necessario procedere. Questo ci ha permesso di riparare in emergenza prima la lesione aortica e, successivamente, di procedere al trapianto di fegato, salvando così la vita del paziente. Si tratta di un caso straordinario ed unico al mondo, che ha sottolineato il ruolo chiave della collaborazione tra i diversi specialisti e la necessità di disporre delle più alte competenze per essere in grado di raggiungere un risultato del genere, davvero raro in casi così gravi".
Il giovane, dopo una degenza di quasi sei mesi è stato dimesso dall'Ospedale per essere indirizzato a un centro di riabilitazione. Oggi, a 16 mesi dal suo incidente, "è in condizioni davvero ottime - concludono gli specialisti del Policlinico - è tornato a camminare normalmente e non ha avuto alcun problema di rigetto con il trapianto. Nonostante il doppio pericolo di vita, è tornato ad una vita il più possibile normale".