Cistite: cause, sintomi e rimedi di un’infiammazione che colpisce una donna su due
— di Fabio Sanna, con la consuelenza scientifica di Chiara Dell’Utri e Paola Pifarotti, ginecologhe
È considerata la più comune infezione batterica dopo la polmonite, tanto che una donna su due la contrae almeno una volta nella vita. Stiamo parlando della cistite, un’infezione della vescica che è più frequente nelle donne ma che non risparmia neanche gli uomini: ha fra i suoi sintomi principali il bisogno incessante di urinare, bruciore e meno frequentemente dolore sovrapubico e. ematuria, ovvero la presenza di sangue nelle urine. In alcuni casi la cistite può risolversi dopo un solo episodio, mentre in altri, soprattutto se trascurata, può ripresentarsi e diventare cronica.
Ma cos’è la cistite? E con quali comportamenti possiamo prevenirla? Ne abbiamo parlato con Chiara Dell’Utri e Paola Pifarotti, ginecologhe alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano.
Che cos’è la cistite?
E' la più comune infezione delle basse vie urinarie che coinvolge l’uretra e la vescica. E’ la più frequente infezione batterica, successiva solo a quelle dell’apparato respiratorio: tanto che gli esami per diagnosticarla rappresentano il principale impegno dei laboratori di analisi, gravando considerevolmente sui costi socio-sanitari. E’ stimato che 1 donna su 2 nel corso della vita soffra di almeno un episodio di cistite.
La cistite ha nella maggior parte dei casi un’origine infettiva, causata da batteri o miceti. L'Escherichia coli è il patogeno più comunemente individuato negli esami colturali ed è responsabile di più del 80% dei casi di cistite batterica.
Tra le cistiti non infettive vi sono quelle indotte da farmaci o dalla terapia con radiazioni, quelle conseguenti alla presenza di un corpo estraneo (per esempio l'uso prolungato del catetere vescicale) e quelle causate da un’alterata risposta autoimmune in pazienti con un sistema immunitario compromesso.
La cistite si definisce acuta, cronica o ricorrente in base all’intensità e alla frequenza dei sintomi. E' ricorrente quando si manifestano più di 2 episodi in sei mesi o più di 3 in un anno.
L'infezione che coinvolge solo le basse vie urinarie (vescica e uretra) è definita semplice. L’infezione è invece complicata quando risale e si estende anche al tratto urinario superiore (coinvolgendo i reni): questa prende il nome di pielonefrite.
Quali sono i sintomi?
I sintomi principali sono un'aumentata frequenza urinaria associata ad un bisogno incessante di urinare (urgenza), sensazione di bruciore durante e dopo la minzione (disuria e stranguria). Meno frequentemente la cistite può essere associata a dolore pelvico sovra-pubico o alla presenza di sangue nelle urine (ematuria).
Chi colpisce maggiormente?
Le donne sono più colpite rispetto agli uomini, in un rapporto 10 a 1, principalmente per la predisposizione anatomica di brevità dell'uretra e per la vicinanza tra il meato uretrale e gli orifizi vaginale e anale. Tale caratteristica facilita l'ingresso di patogeni provenienti dall'intestino, dalla vagina o dalla cute del perineo all'interno delle basse vie urinarie.
Ci sono fasce d’età più colpite?
I bambini nel primo anno d’età, le ragazze tra i 15-25 anni e le donne in menopausa. La carenza di estrogeni caratteristica della menopausa comporta una modifica del pH vaginale, una riduzione della vascolarizzazione, così come un progressivo assottigliamento della mucosa di vescica e vagina. Questi sono tutti fattori che predispongono alla proliferazione dei germi responsabili della cistite.
E in gravidanza?
Dal secondo trimestre l’utero è più “ingombrante” e poggiando sulla vescica provoca un aumento della frequenza urinaria ma anche una maggior difficoltà al completo svuotamento vescicale. Questi fattori, associati ad un aumento del ristagno di urina nella vescica dopo la minzione e alla modificazione del pH vaginale, favoriscono la replicazione batterica e quindi lo sviluppo di un’infezione delle basse vie urinarie.
Come possiamo prevenire la cistite?
Per comprendere meglio che cos'è la cistite e come la possiamo prevenire è necessario introdurre il concetto di ‘microbiota’, ovvero l'insieme di batteri che colonizzano e convivono nel corpo umano senza essere nocivi. Questi batteri ricoprono una importantissima funzione protettiva, che è di grande aiuto per il nostro sistema immunitario. La colonia più numerosa di questi batteri è presente nell’intestino; in una proporzione minore anche nel cavo orale, nell’apparato respiratorio e nel tratto genito-urinario. Il principale meccanismo alla base della cistite è la colonizzazione delle basse vie urinarie dei microorganismi residenti nella flora intestinale.
Numerosi sono i fattori predisponenti. Tra i principali ricordiamo: lo svuotamento incompleto della vescica (per un’ostruzione meccanica da prolasso genitale, o dovuto a disturbi neurologici), il diabete, i rapporti sessuali, la presenza di corpi estranei (come cateteri vescicali), l’utilizzo di spermicidi, la stipsi, una scorretta igiene intima (con detersione dei genitali in direzione contraria, dall’ano alla vagina) e l’utilizzo prolungato di indumenti umidi (costume da bagno bagnato, indumenti sportivi sudati) o l’utilizzo costante di dispositivi di protezione tipo salva-slip.
Utile è pertanto un’accurata detersione quotidiana con detergenti a pH acido o anche solo con acqua corrente. E’ bene evitare un eccessivo utilizzo di detergenti intimi contenenti profumazioni.
Quindi i rapporti sessuali possono rappresentare un fattore di rischio per la cistite?
Sì. Per questo motivo è consigliato svuotare la vescica prima del rapporto e detergere i genitali subito dopo.
Quale correlazione vi è fra alimentazione e cistite? Vi è una dieta particolare per prevenire o curare questa patologia?
È un tema oggetto di discussione, ma non ci sono al momento evidenze scientifiche che dimostrino l’efficacia dell’assunzione di alcuni alimenti rispetto ad altri nel prevenire o trattare la cistite. Tuttavia il consumo eccessivo di cibi raffinati (come quelli da fast food), molto speziati o piccanti è fortemente sconsigliato, poiché queste sostanze hanno un effetto irritativo a livello delle mucose.
Importante per la prevenzione è un’adeguata assunzione di acqua, almeno 2 litri al giorno, sia per aiutare l’espulsione spontanea di germi sia per regolarizzare l’alvo, anche se questo da solo non basta.
Sul mercato vi è ampia diffusione di rimedi naturali, per esempio prodotti da banco contenenti il D-mannosio, il mirtillo rosso o l’uva ursina che vengono spesso prescritti in aggiunta alla terapia antibiotica al fine di ridurre il tasso di recidive da cistite. La loro efficacia è controversa, anche se sono numerosi gli studi che riconoscono i loro effetti benefici se sono prescritti in associazione a corrette misure igienico-comportamentali o, quando necessario, abbinati ad una terapia antibiotica.
E’ sconsigliato l’auto-trattamento, poiché porta a un abuso di antibiotici che nel tempo provoca da una parte un indebolimento delle difese immunitarie dovuto a un’alterazione del microbiota intestinale e vescicale, e dall’altra all’insorgenza di resistenze. Per questo è importante affidarsi sempre al proprio medico di medicina generale, o a uno specialista nei casi più complessi.
Quale correlazione vi è con lo sport?
Non c’è nessuna correlazione tra attività sportiva ed infezioni dell’apparato urinario inferiore. Tuttavia l’utilizzo prolungato di indumenti sintetici o eccessivamente aderenti può favorire l’insorgenza di cistiti, poiché crea un ambiente caldo-umido adatto alla replicazione di microrganismi. Ad esempio è raccomandato sostituire subito il costume da bagno umido così come cambiare gli indumenti sportivi in lycra sudati al termine del loro utilizzo.
Quali percorsi terapeutici sono disponibili per la cura della cistite?
Al Policlinico di Milano è attivo un ambulatorio dedicato alle cistiti, in cui vengono trattate tutte le forme della patologia: infiammatorie, infettive acute e recidivanti. Per orientare gli specialisti nell’inquadramento diagnostico, è utile che le pazienti portino un’urinocoltura recente associata a un eventuale antibiogramma, necessario anche per impostare una terapia individuale “su misura” per ciascun paziente.