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16/04 2021
Salute

Un robot per salvare la voce: al Policlinico di Milano si sperimentano gli interventi di estrema precisione in 3D per le patologie delle corde vocali

— di Lino Grossano

Gli interventi chirurgici sono per loro natura sempre molto delicati. Quelli alle corde vocali, in qualche modo, lo sono ancora di più: la voce è una componente essenziale di ogni persona, che le dà modo di esprimersi, di comunicare e di interagire col mondo. La cura delle patologie della voce, proprio per questo, ha bisogno di accortezze sempre maggiori: ed una di queste è in sperimentazione proprio al Policlinico di Milano, dove operano gli esperti dell’Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale diretti da Lorenzo Pignataro.

   “Si tratta di una tecnica innovativa basata sull’utilizzo di un braccio robotizzato – spiega Giovanna Cantarella, chirurgo specializzato proprio in patologie della voce - che attraverso una console muove con estrema precisione un esoscopio. Questo è un dispositivo dotato di una telecamera ad altissima definizione, che consente la visione in 3D del campo operatorio, ed è addirittura in grado di sostituire il microscopio normalmente utilizzato in questo tipo di interventi, permettendoci di fare interventi ancora più precisi e mirati”.

   I professori Pignataro e Cantarella hanno già eseguito al Policlinico di Milano i primi interventi con questa tecnica innovativa, sperimentandola su varie patologie benigne e maligne delle corde vocali: tra cui voluminosi polipi, cisti, papillomi e paralisi della laringe. “In tutti questi interventi, basati sulla tecnica cosiddetta ‘a freddo’ o con l’ausilio di laser CO2 ultrapulsato - aggiunge Cantarella – è stato possibile migliorare la qualità della voce del paziente con un’operazione ancora meno invasiva, potendo contare su una maggiore precisione di intervento: l’esoscopio robotizzato infatti consente di visualizzare le strutture anatomiche con elevata profondità di campo e con una maggiore definizione di tutti i dettagli anatomici”.

   Nel dettaglio, l’intervento viene eseguito dal chirurgo visualizzando direttamente sul monitor le corde vocali del paziente; tutta l’equipe della sala operatoria può seguire le fasi dell’intervento in tempo reale, sfruttando lo stesso campo di visione dell’operatore. Le corde vocali hanno normalmente una lunghezza di circa 1,5 centimetri, ma grazie a questa innovazione è possibile vederle in ultra-definizione con tecnologia 4K su schermi da 55 pollici. Inoltre, tutta l’equipe indossa occhiali specifici per la visione tridimensionale e può interagire con l’operatore sfruttando la stessa visuale del chirurgo: questa condizione facilita il supporto durante la procedura.

   “Lo scopo della fonochirurgia – conclude Lorenzo Pignataro - è quello di migliorare la qualità della voce e, di conseguenza, la qualità di vita relazionale del paziente che soffre di patologie alle corde vocali; anche per questo la procedura con esoscopio 3D è una condizione ottimale per la realizzazione dell’intervento microchirurgico e per l’ottimizzazione del risultato funzionale. A tutti questi vantaggi va inoltre aggiunta la possibilità di una migliore interazione con il team della sala operatoria, la possibilità di facilitare l’insegnamento ai medici in formazione e soprattutto una migliore gestione delle problematiche inerenti a Covid-19: non dovendo più utilizzare il microscopio e anzi indossando occhiali 3D, il chirurgo può proteggersi meglio e può ridurre drasticamente  i rischi di infezione e di contaminazione, che pur estremamente rari vanno sempre e comunque tenuti in grande considerazione”.

16 Aprile, Giornata Mondiale della Voce