Cure a domicilio sicure ed efficaci. ASME e Unione Buddhista insieme per i pazienti che combattono la leucemia
— di Valentina Meschia
Le cure a domicilio sono sicure e certamente più apprezzate dai pazienti. Ciò è ancor più vero oggi, quando la pandemia da Covid-19 ha reso più complicato il regolare accesso alle cure ospedaliere e si è rivelata particolarmente minacciosa per i soggetti fragili e immunodepressi. Facilitare l’assistenza dei pazienti entro le mura della propria casa e tra l’affetto dei propri cari, è sempre stato un obiettivo perseguito dal prof. Agostino Cortelezzi, già Direttore della Ematologia del Policlinico e ora Presidente della Fondazione ASME.
Proprio la Fondazione, che da anni segue i pazienti del Reparto di Ematologia colpiti da forme di leucemia o da altri tumori del sangue, ha ottenuto a fine 2019 un finanziamento da parte dell’Unione Buddhista Italiana in un piano di sostegno a favore di progetti “a carattere umanitario”. A questo contributo di 110 mila euro si sono poi aggiunti 30 mila euro erogati da Banca d’Italia, 5 mila da Banca Intesa e 20 mila da donazione di privati .
Il programma prevede un migliaio di interventi al domicilio a cura un team di infermieri del Policlinico, con il quale la Fondazione ASME ha firmato una Convenzione.
A beneficiarne saranno sia i pazienti in trattamento con chemioterapia, ai quali va garantita l’igiene ed il regolare funzionamento dei cateteri venosi centrali (inseriti nelle vene periferiche “PICC” o totalmente impiantabili “Port-a-cath”), sia i pazienti che hanno da poco eseguito un trapianto di midollo osseo o altre procedure che inducono una neutropenia severa, condizione che li espone ad infezioni minacciose .
“Andando a domicilio si ottiene un duplice scopo: innanzitutto vai tu a casa delle persone con infermieri preparati e, altro aspetto di non minor rilevanza, in day hospital puoi dedicare più tempo ad altri pazienti che non possono evitare il passaggio in reparto”, commenta Mario Meli coordinatore del Day Hospital di Ematologia.
Inoltre, andare domicilio ed eseguire medicazioni o trattamenti consente di favorire la dimissione precoce, mantenendo vivi aspetti rilevanti come la possibilità di un contatto sempre attivo con il medico, e quella di vivere la convalescenza in ambiente famigliare, un elemento di non poco conto in un percorso di cura lungo e difficile.
La Fondazione, commenta il prof. Cortelezzi, “già da molti anni sostiene i prelievi a domicilio dei pazienti oncoematologi, ma ora ha fatto un importante passo in più. La pandemia ci ha insegnato che, oltre alla tradizionale assistenza intraospedaliera, ci sono altre forme di assistenza qualificata ed efficiente che si avvicina al paziente, entra nella sua casa e si immedesima con le sue necessità”.