Al Policlinico di Milano, una TAC per per consentire agli studiosi di ricostruire il volto di una mummia egizia
— di Valentina Meschia
Finite le visite e le normali attività, il team della Radiologia del Policlinico di Milano diretto da Gianpaolo Carrafiello, ha eseguito una TAC su un 'paziente' molto particolare: la mummia egizia del sacerdote di Luxor, Ankhekhonsu. L'équipe è stata scelta per le sue competenze e per non essere nuova a questo tipo di procedure, avendo già collaborato ad altri progetti di ricerca sui fossili.
Il reperto proviene dal museo archeologico di Bergamo e dall'indagine sarà possibile risalire al suo identikit, approfondendo la storia, le tecniche di conservazione e la vita del religioso che visse quasi 3.000 mila anni fa. E grazie alla ricostruzione forense del volto se ne scoprirà la fisionomia.
L'esame rappresenta il primo passo del progetto 'Una mummia da salvare' ideato dal Mummy Project, diretto dall'egittologa e archeologa Sabina Malgora e co-fondato da Luca Bernardo. Si tratta di un centro di ricerca e sviluppo che restituisce un'identità alle mummie completando il quadro storico e culturale da cui provengono. La mummia sarà poi sottoposta ad analisi chimiche e fisiche con la collaborazione dell'Università di Milano e Torino, e a un completo restauro che permetterà di esporla nella nuova sezione egizia del Museo civico di Bergamo.
L'esame è stato condotto da Cristian Bonelli Tecnico di Diagnostica per Immagini e membro del comitato scientifico dell'Associazione Italiana Tecnici di Radiologia Esperti in TC - AITeRTc e da Giovanni Terribile Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (TSRM) del Policlinico, sotto la supervisione del Prof. Carrafiello, in stretta collaborazione con il team dell Mummy Project che comprende l'antropologa forense Chantal Milani e l'antropologa Francesca Motta.
Un po' di storia...
La mummia venne donata alla città di Bergamo nel 1885 con il suo sarcofago da parte di Giovanni Venanzi, console d'Italia ad Alessandria d'Egitto. Proveniva da Luxor, l'antica Tebe. Il sarcofago è databile alla XXII Dinastia (900 - 800 a.C). Ankhekhonsu, il cuo nome significa 'è vivo il dio Khonsu' doveva essere uno dei sacerdoti incaricati del culto di Amon.