RICERCA. Long-Covid: studio del Policlinico di Milano dimostra come sintomi gastrointestinali e affaticamento cronico persistano dopo 5 mesi dall'infezione acuta
— di Ilaria Coro
Già dall’inizio della pandemia di SARS-CoV-2, sono state descritte diverse manifestazioni extrapolmonari del virus. Durante la fase acuta dell’infezione, la sintomatologia gastrointestinale più frequente è la diarrea. Meno conosciuti sono gli effetti a lungo termine: il cosiddetto Long Covid.
Uno studio della Gastroenterologia ed Endoscopia del Policlinico di Milano, pubblicato sulla rivista “Neurogastroenterology and Motility”, ha valutato la presenza di sintomi gastrointestinali e somatici anche a distanza di mesi dall’infezione.
Spesso, dopo infezioni batteriche o virali, alcuni disturbi persistono per anni e, talvolta, sono accompagnati da manifestazioni che non sono causate da una specifica patologia organica, come ad esempio l’affaticamento cronico. Queste condizioni vengono definite sindromi somatoformi.
La ricerca ha coinvolto oltre 340 partecipanti (164 pazienti risultati positivi a SARS-CoV-2 e 183 operatori sanitari del Policlinico di Milano negativi alla ricerca del virus tra Febbraio e Aprile 2020), che non avevano ricevuto una precedente diagnosi di sindrome dell'intestino irritabile, malattia infiammatoria intestinale o malattia celiaca.
Le informazioni, relative ai dati demografici, l'anamnesi e ai sintomi gastrointestinali e somatici, sono state raccolte attraverso un questionario compilato online sulla piattaforma EU‐Survey, supportata dalla Commissione Europea.
I pazienti hanno completato il questionario circa 5 mesi dopo l'infezione. Questo ha permesso di evidenziare, per la prima volta in letteratura, che una lieve sintomatologia può persistere a distanza di diverso tempo, soprattutto nei soggetti che hanno presentato diarrea durante la fase acuta. Inoltre è emerso che, in questi pazienti, è aumentato anche il rischio di sviluppare affaticamento cronico e disturbi somatici, supportando l’ipotesi che i disturbi funzionali gastrointestinali e quelli somatoformi abbiano un'origine biologica comune.
Questi risultati aggiungono ulteriori informazioni sulla complessità della sintomatologia Long-Covid confermando il coinvolgimento anche dell'asse intestino-cervello e sulla conseguente necessità di un follow-up dedicato ai pazienti SARS-CoV-2 positivi.
Leggi lo studio “Functional gastrointestinal and somatoform symptoms five months after SARS‐CoV‐2 infection: A controlled cohort study”