Fertilità del maschio: la prevenzione, i problemi più comuni, i trattamenti migliori
— di Ilaria Coro, con la consulenza scientifica del team dell'urologia
In Italia il 15% delle coppie ha problemi di fertilità. Ma esattamente cosa significa? L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come infertilità l’assenza di gravidanza dopo 12 mesi di rapporti mirati non protetti. In circa la metà dei casi la causa è l’infertilità maschile.
Su di essa influiscono le condizioni ambientali e lo stile di vita. Per questo motivo, è importante fare regolare attività fisica, astenersi dal fumo e sostanze stupefacenti e seguire una dieta a basso contenuto di grassi animali, carne rossa, alcool, dolci e caffeina.
In 4 casi su 10 non si riesce a trovare quale sia la causa che provoca l’infertilità. Individuare la causa e consigliare la terapia più adeguata è compito dell’andrologo, il corrispettivo maschile del ginecologo per le donne. Ne abbiamo parlato con gli specialisti dell’Urologia del Policlinico di Milano.
Quali sono le cause dell’infertilità maschile?
Tra le cause più frequenti ci sono diverse condizioni, come ad esempio la presenza di dilatazione delle vene del testicolo (varicocele), le dimensioni ridotte dei testicoli (ipogonadismo) e i testicoli che non sono scesi nella sacca che dovrebbe racchiuderle (criptorchidismo).
L’infertilità può essere condizionata da alcune sostanze chimiche. Per questo motivo è bene evitare di fumare e limitare l’uso di alcool. Inoltre, è fondamentale riferire al medico se si stanno assumendo dei farmaci perché alcuni interferiscono con la fertilità. Al contrario, un’attività fisica moderata e una dieta sana possono favorire il miglioramento della qualità di liquido seminale.
Quali sono i fattori o i campanelli d’allarme a cui fare più attenzione?
Durante l’adolescenza i testicoli e il pene aumentano di dimensioni, la massa muscolare aumenta, i peli del volto e della zona sovrapubica iniziano a crescere e il timbro della voce si abbassa: quando tutto ciò non si verifica, è consigliabile un controllo dal proprio medico o dal pediatra.
Anche gonfiore, dolore, pesantezza testicolare o emissione di scarsa quantità di sperma sono condizioni da non sottovalutare e anche in questi casi sarebbe meglio consultare uno specialista. E’ indicato fare un controllo quando una coppia non riesce a concepire un bambino dopo 12 mesi di tentativi.
Quali sono i test che valutano la fertilità maschile?
In prima battuta si utilizza un esame che si chiama spermiogramma. Questo test permette di analizzare nel dettaglio gli spermatozoi: la loro forma e vitalità, come si muovono e quanti sono; inoltre l’ecografia dei testicoli e il dosaggio di alcuni ormoni sessuali possono aiutare lo specialista a capire meglio la situazione.
Quali sono le possibili terapie?
Molto dipende dalla causa che provoca l’infertilità. Ad esempio, nei pazienti in cui gli ormoni sessuali non vengono prodotti dall’ipofisi (una ghiandola posta alla base del cervello) viene somministrata una terapia ormonale che stimola la produzione degli spermatozoi.
Invece, in presenza di varicocele nell’uomo che non riesce a concepire e con valori non ottimali dello spermiogramma, è indicata la correzione con un intervento mini-invasivo. Questa tecnica si chiama scleroembolizzazione e al Policlinico di Milano viene effettuata dal team della Radiologia. Attraverso una vena del collo o dell’inguine, viene iniettato un mezzo di contrasto che permette di vedere le vene testicolari dilatate e di procedere alla loro chiusura. La possibilità di intervenire ‘senza tagli’ permette al paziente di tornare a casa in giornata e di riprendere l’attività lavorativa dopo circa 10 giorni.
Quando nello sperma non si trovano spermatozoi (una condizione chiamata azoospermia) lo specialista valuterà se sarà possibile recuperarli direttamente dal testicolo. Questi interventi, definiti come “tecniche di estrazione testicolare degli spermatozoi”, vengono effettuati in collaborazione con il team della Procreazione Medicalmente Assistita del Policlinico di Milano.
In situazioni particolari, inoltre, lo specialista può analizzare il testicolo con un microscopio che permette di individuare e prelevare solo dalle zone più ricche di spermatozoi, aumentando così la precisione e l’efficacia dell’intervento. Il paziente può essere dimesso il giorno dopo l’intervento e può ritornare al lavoro dopo circa una settimana. Questa procedura si chiama Micro-TESE.
In Italia, il Policlinico di Milano è un punto di riferimento per il trattamento dell’infertilità maschile ed è tra i pochi Ospedali che eseguono la tecnica Micro-TESE totalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
22 Settembre - Giornata nazionale informazione e formazione sulla fertilità