Una culla da 690mila bambini
— di Nino Sambataro
Cronaca di un'avventura inattesa per il prof. Luigi Mangiagalli, fondatore di una delle Cliniche più attive d'Italia per il numero di nascite e per l'assistenza alle donne
Luigi Mangiagalli uscì dall’elegante palazzo in cui viveva, in centro a Milano. Quella mattina aveva un'importante riunione. Era il 15 dicembre, e avrebbero dovuto approvare il bilancio per l’anno 1906. Molta burocrazia, conti, complicazioni… Ogni tanto, scherzando, diceva che gli sembrava di aver fondato un Ufficio del catasto invece di una Clinica ginecologica. Tirò fuori l’orologio dal taschino: erano le 7.30. In perfetto orario, come sempre. Ma lui voleva arrivare prima, per poter iniziare a lavorare subito, senza interruzioni. Si accorse che stava andando a un passo troppo spedito. Rallentò. Non fece in tempo a rimettere l'orologio nel taschino che una luce abbagliante lo investì in pieno. Quando riaprì gli occhi si trovò in mezzo a una via piena di automobili strombazzanti: per poco, una non lo investì. Il conducente lo apostrofò in modo decisamente poco urbano: "Dormi?! Da dove sei uscito, dal circo?". Il professore alzò il suo bastone da passeggio, minacciosamente, verso il pirata. Che cosa voleva dire? Era vestito come al solito, di tutto punto, con tanto di cilindro e cravattino!
Si guardò intorno. In effetti l’altra gente era vestita in modo bizzarro, e molte signore indossavano pantaloni invece di abiti più femminili. Per non parlare delle acconciature! Uomini con i capelli lunghi, e donne dai capelli cortissimi.
Davanti a una bottega vide un’insegna lampeggiante: 8 gradi centigradi, e va bene… ore 7.35 e va bene… 15 dicembre, perfetto… Duemiladiciassette!? Esclamò ad alta voce, mentre tutti i passanti lo guardavano incuriositi. Spaesato, si perse a guardare il mondo futuro. Quasi tutto era cambiato, e s'incamminò rasente ai muri per paura di essere travolto dai bolidi a motore che sfrecciavano a incredibile velocità.
Poi però vide un’immagine in qualche modo familiare, una donna con il pancione. Istintivamente la seguì, e mano a mano le strade diventavano note. Infatti dopo neanche un isolato si trovò davanti alla sua Clinica ginecologica. Beh, quella mattina, per la prima volta, sarebbe arrivato un po’ in ritardo… di circa un secolo! Si tolse il cappello ed entrò. Nella Clinica, a giudicare dal viavai all’ingresso, di partorienti e puerpere ce n’erano ancora tante. Scambiò uno sguardo con un bimbo dagli occhi a mandorla, che sembrava incuriosito dal suo aspetto. Si sorrisero. Poi vide un camice bianco, e lo fermò.
"Scusi, lei lavora qui?"
"Sì, perché?"
"Mi conferma che questa è una Clinica ginecologica?"
"Sì, è la Mangiagalli!" – il medico lo guardava con sospetto.
"Ah, ecco… E qui nascono ancora i bambini?"
"Direi proprio di sì… la chiamano la Culla dei milanesi, nascono circa 6mila
bimbi all’anno"
"Un'ultima domanda… le sembrerà strano, ma mi conferma che siamo nel 2020?"
A quest’ennesima stramberia, il medico gli voltò le spalle e se ne andò.
"Dunque… 6mila bambini all’anno per 115 anni uguale a 690mila bambini…".
Il professore si fermò ancora un attimo nell’atrio della Clinica, guardandosi intorno. Quindi si rimise soddisfatto il cilindro in testa, prima di uscire. "Beh – pensò – il bilancio del 1906 deve essere stato approvato …".
Tratto da "Blister" - il magazine del Policlinico per curare l'attesa