#WorldCancerDay. Diagnosi precoci grazie alle campagne di Screening e alla maggior informazione
— Valentina Meschia, con la consulenza scientifica di Donatella Gambini, oncologo
In Italia, nella popolazione generale, i tumori più diffusi sono quello del polmone e del colon-retto, e considerando il sesso quello della mammella nella donna e della prostata nell’uomo. La possibilità di effettuare diagnosi precoci grazie alla moderna tecnologia, la presenza di campagne di screening gratuite e la maggior sensibilità delle persone, ha portato negli ultimi anni ad un aumento della sopravvivenza, con interventi più tempestivi e mirati.
Per sapere di più sui tumori e su come prevenirli abbiamo incontrato Donatella Gambini, oncologo del Policlinico di Milano.
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Quando si parla di tumore: qual è la domanda più frequente che le fanno i suoi pazienti?
La prima cosa che mi chiedono quando ricevono una diagnosi di cancro è: ma perché mi è venuto e perché proprio a me? E rispondere non è mai semplice perché non esiste una singola causa che provoca lo sviluppo di un tumore. Il tumore nasce e si accresce perché si realizzano, in un certo lasso di tempo più o meno lungo, una serie di eventi che da un lato “da il via” al suo sviluppo e dall’altro ne consente la crescita.
Si sente spesso di persone che nonostante seguano stili di vita corretti, non fumino, facciano attività fisica regolare, sviluppino tumore. C’è una spiegazione?
Prima di tutto è importante sapere che lo sviluppo di un cancro è influenzato da diversi fattori, alcuni definiti modificabili, altri non modificabili. È importante fare questa distinzione perché parlando ad esempio di fattori modificabili, se modificati, possono realmente ridurre il rischio di avere un tumore. Tra questi sicuramente ci sono gli stili di vita ‘sani’: mangiare bene, che vuol dire seguire una dieta varia ed equilibrata come la dieta mediterranea, non fumare, assumere alcol con moderazione, mantenere un peso normale, praticare per quanto possibile una regolare attività fisica, proteggersi dal sole, ed evitare o contrastare alcuni rischi di infezioni che alla lunga potrebbero favorire lo sviluppo di un tumore (es: vaccinazione contro il Papilloma virus, terapia contro l’Helicobacter pylori).
Mentre per i fattori non modificabili?
Come dice il nome, per quelli non si può far nulla, o meglio, si può fare poco. E sono l’età che avanza, l’essere maschio o femmina, avere una carnagione chiara o scura, avere malattie o seguire terapie predisponenti, oppure c’è una predisposizione genetica: si è nati con dei difetti del DNA per cui i difetti vengono riparati in modo meno efficace. Non possiamo certo ringiovanire, ma possiamo “invecchiare bene” affidandoci al nostro medico o a specialisti per personalizzare lo schema di esami e controlli più indicati alla propria storia clinica e familiare.
Quindi se ci controlliamo frequentemente possiamo ammalarci di meno?
Più o meno. Qualche volta sì, ma nella maggior parte dei casi non è vera prevenzione del tumore in sé, ma prevenzione della progressione del tumore in una sua forma/fase più pericolosa per la vita. Facciamo due esempi: rimuovere durante una colonscopia un polipo dall’intestino, che se lasciato lì sarebbe diventato un tumore, è un esempio di prevenzione del tumore. Ma più spesso sono i controlli periodici che consentono la cosiddetta diagnosi precoce, portando ad intervenire tempestivamente soprattutto nella fase iniziale della malattia neoplastica. Quindi fare controlli ravvicinati, soprattutto in caso di familiarità, consente di aumentare le probabilità di intercettare il tumore quando è in uno stadio più iniziale e di solito meno pericoloso.
Come e quando fare controlli?
I controlli da fare sono quelli riconosciuti efficaci dal Sistema Sanitario Nazionale sulla base dei dati scientifici. A oggi, nel nostro Paese, sono previsti tre programmi di screening in fasce di età specifiche rivolti alla popolazione generale. Possono esserci alcune variazioni da Regione a Regione, ma diciamo che nella maggior parte dei casi si tratta di: mammografia per il tumore al seno (in generale dai 50 anni fino a 69 anni, ogni due anni); la ricerca del sangue occulto nelle feci (occulto perché non si vede a occhio nudo) per il tumore del colon-retto (dai 50 ai 69 anni, sempre ogni due anni), e del Pap test per le donne, per il tumore del collo dell’utero.
Ma questi esami sono obbligatori?
No, ma sono consigliati. È importante aderire a questi programmi e sono gratuiti nelle fasce di età individuate: non tutti colgono questa opportunità, in genere per paura e timore. Se prendiamo ad esempio il tumore della mammella nell’arco della vita 1 donna su 8-10 si ammalerà di tumore al seno, ma la percentuale di donne che si presenta alla mammografia di screening è di poco superiore al 50%, percentuale più bassa nelle Regioni del Sud e più alta in quelle del Nord, dove comunque resta di poco superiore al 60%.
Possono servire anche altri controlli? Esami del sangue, come i marcatori tumorali, o iniziare a fare ecografia o mammografia prima dello screening?
Gli esami del sangue e soprattutto i cosiddetti “marcatori tumorali” non dovrebbero mai essere utilizzati per fare screening o diagnosi di tumore nella popolazione generale. Questo perché ci sono casi di tumori in cui i “marcatori” sono normali e quindi si avrebbe un risultato non utile oppure casi in cui il “marcatore” è alterato, ma per motivi non tumorali e quindi il paziente rischierebbe poi di essere sottoposto ad esami inutili. Sarà il proprio medico, sulla base della storia personale, medica e famigliare, che personalizzerà i controlli nella maniera più utile.
Ci sono alimenti che aiutano a prevenire i tumori?
Si tratta di un argomento molto dibattuto, esistono tantissimi dati che non sempre concordano tra loro o che talvolta indicano che un alimento potrebbe essere utile a ridurre un rischio, ma potrebbe aumentarne un altro. Motivo per cui è fondamentale il messaggio della dieta varia ed equilibrata, come può essere quella mediterranea dove frutta e verdura non devono mancare, e preferire i grassi vegetali a quelli animali, e il pesce.
Un’ultima domanda: i contraccettivi aumentano il rischio di tumore?
Tenendo conto dei contraccettivi di ultima generazione, possiamo affermare che il loro impiego è sostanzialmente sicuro nella popolazione generale: infatti sono associati a una riduzione del rischio di tumore dell’utero e dell’ovaio, sebbene possano lievemente aumentare quello del seno. Si tratta però di un aumento molto modesto, la pillola è assunta di più in età giovanile quando di solito il rischio di tumore mammario è meno elevato. In caso di familiarità e per ogni dubbio è importante rivolgersi al proprio medico o ginecologo.