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21/02 2022
Salute

Scuola in Ospedale: quando un obbligo si trasforma in un desiderio. Al Policlinico di Milano la scuola si trasferisce in corsia 

— di Ilaria Coro

La malattia quando colpisce non fa sconti sull’età e, a volte, ribalta la vita trasferendola in corsia. L’ospedale così diventa casa, famiglia ma non solo. Improvvisamente per i più piccoli l’obbligo di andare a scuola si trasforma in desiderio: un modo per non dimenticare la parte “sana” della loro vita, un link per mantenere un collegamento con la normalità. Da questa esigenza, otto anni fa, è nato il progetto “Scuola in Ospedale”: il Policlinico di Milano e l'Istituto Comprensivo " Cavalieri” sono tra i protagonisti dell’iniziativa che consente ai piccoli pazienti ricoverati di proseguire l’attività didattica mantenendo vivo il legame con la propria scuola di provenienza.

“La “Scuola in Ospedale” non è la scuola del voto e dell’obbligo ma quella dell’obiettivo e del miglioramento del sapere. Nel momento in cui i bambini e i ragazzi lo capiscono, sono loro stessi a chiedere di fare lezione. Si tratta di una scuola diversa, con lezioni e piani di studio personalizzati dove si crea un rapporto one to one tra alunno e docente, un legame personale e privilegiato che difficilmente può nascere in una classe con 20 allievi” spiega Anna Maria Colombo, insegnante dell'Istituto Comprensivo " Cavalieri" di Milano, che mette a disposizione dei principali Ospedali di Milano un pool di docenti che hanno lasciato l’insegnamento nelle classi per dedicarsi a quello in corsia.

“Un rapporto che va oltre la malattia, il ricovero e le cure. Le famiglie condividono con noi scelte molto importanti, come ad esempio quella dell’istituto superiore dopo le scuole medie. Non sono decisioni semplici perché bisogna trovare un equilibrio tra il percorso sanitario e quello evolutivo del ragazzo, incastrando i pezzi di puzzle complicato che comprendono la malattia, la cura, lo sport e i vari interessi personali” aggiunge Ambra Sala, psicologa del team della Nefrologia, Dialisi e Trapianto Pediatrico del nostro Ospedale.

La "Scuola in Ospedale" infatti, oltre agli insegnanti, coinvolge diverse figure come lo psicologo, l’assistente sociale ma anche i medici e gli infermieri. Un lavoro di equipe per supportare a 360° non solo i pazienti ma anche le loro famiglie nelle situazioni più complesse.

I brillanti risultati scolastici ottenuti sono il frutto della sinergia dell’impegno dei bambini, del lavoro degli insegnanti, della collaborazione costante del personale infermieristico e medico affinché la scuola sia parte integrante del percorso evolutivo dei nostri pazienti.

“È un’esperienza che arricchisce gli alunni ma anche tutti noi. Spesso, senza saperlo, i ragazzi ci insegnano tanto. Il coinvolgimento empatico è molto forte. In particolare, degli adolescenti colpisce l’approccio nei confronti della vita durante le patologie più serie che necessitano ad esempio di un trapianto di rene. In queste situazioni così delicate e impegnative, riescono ad accettare con consapevolezza la malattia e le sue conseguenze senza perdere la fiducia nel futuro” racconta Ambra Sala.