Covid-19: sintomi più gravi e maggior rischio di infezione nei fumatori
— di Valentina Meschia, con la consulenza scientifica di Gianna Maria Agnelli e Lorenzo Patrini - Centro Antifumo del Policlinico di Milano
31 Maggio - Giornata Mondiale Senza Tabacco
L’infezione da Coronavirus colpisce in particolare i polmoni e nei casi più gravi può evolvere in polmonite. Essere un fumatore aumenta il rischio di complicanze in caso di Covid-19? Quali effetti ha il fumo sui vaccini contro Covid-19?
Lo abbiamo chiesto a Gianna Maria Agnelli e Lorenzo Patrini, del Centro Antifumo del Policlinico di Milano.
Nei fumatori, COVID-19 si presenta con sintomi più gravi?
Nel caso in cui un fumatore contragga Covid-19, studi recenti riportati dall’Istituto Superiore di Sanità hanno evidenziato un aumento significativo di almeno 3 volte del rischio di sviluppare gravi complicanze come le polmoniti severe, rispetto ai non fumatori. I fumatori, spesso, presentano patologie fumo correlate che danneggiano e alterano la normale funzionalità dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio, come bronchite cronica, insufficienza respiratoria, diabete e ipertensione, rendendoli più vulnerabili.
Visto la maggior vulnerabilità respiratoria, i fumatori sono più a rischio di ammalarsi di Covid-19?
Non esistono ad oggi chiare evidenze scientifiche, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, però, i fumatori sembrerebbero avere un maggior rischio di contrarre la malattia rispetto ai non fumatori. La maggiore predisposizione all’infezione potrebbe derivare dalla gestualità del fumare, che porta ad avvicinare ripetutamente le mani, ed eventualmente le sigarette contaminate, alla bocca, aumentando il rischio di ingresso del virus. Inoltre, come è ormai noto da più di 50 anni, il fumo ha un effetto negativo sulla salute dell’intero organismo: indebolendo il sistema immunitario e danneggiando i polmoni e i bronchi, predispone maggiormente alle infezioni delle vie respiratorie.
La risposta anticorpale ai vaccini contro Covid-19 è influenzata dal fumo?
Non ci sono ancora dati scientifici certi, diversi studi, però, tra cui uno studio italiano pubblicato sulla rivista public Health, coordinato dal CoEHAR (il Centro di Eccellenza Internazionale per la Riduzione dei danni da fumo), evidenziano che nei fumatori i livelli degli anticorpi indotti dal vaccino anti Covid-19, valutati da test sierologici, risultano più bassi e diminuiscono più rapidamente, già dopo 60 giorni. Sono ancora necessarie ulteriori conferme dalla scienza, ma questi studi suggeriscono che il fumo possa influire negativamente sull’efficacia della vaccinazione.
Potrebbe davvero essere il momento migliore ed una ottima opportunità per smettere di fumare!
Smettere di fumare è possibile: motivazione e percosi personalizzati fanno la differenza.
Rivolgiti ai professionisti del Centro Antifumo del Policlinico di Milano (clicca qui)