Dalla febbre delle labbra al fuoco di Sant'Antonio, tutta una questione di herpes virus
— Valentina Meschia, con la consulenza scientifica dei professionisti dell'Ospedale
Si sente spesso parlare di herpes e in genere il primo che viene in mente è quello che colpisce le labbra, chiamato comunemente febbre.
In realtà esistono diversi tipi di herpes, una malattia infettiva contagiosa, causata da virus specifici: gli herpesvirus. I più comuni sono il Simplex e lo Zoster.
Il sintomo più comune dell’Herpes Simplex è la comparsa di piccole vescicole in specifiche zone della cute e in base all’area colpita si parla di herpes labiale, herpes oculare e herpes genitale. Mentre l’Herpes Zoster è responsabile della varicella e del fuoco di Sant’Antonio.
Dopo la guarigione, questi virus non scompaiono, ma si ‘nascondono’ nel sistema nervoso ed entrano in fase di latenza. Essi, infatti, sono resistenti ai farmaci e non vengono eliminati dal sistema immunitario, ma possono essere riattivati a distanza di tempo, ad esempio in situazioni di forte stress, abbassamento delle difese immunitarie, alterazioni ormonali, gravidanza.
Per saperne di più su queste malattie virali abbiamo incontrato alcuni dei professionisti del nostro Ospedale.
Herpes labiale
Si contrae attraverso la saliva, i baci, il contatto diretto con le persone infette o indiretto utilizzando oggetti contaminati, come bicchieri, posate, rossetti, rasoi e asciugamani. Il virus penetra nell'organismo attraverso la pelle e le mucose, infetta le cellule epiteliali e ne provoca la morte. Da queste alterazioni si formano le vescicole tipiche della malattia, dolorose e ripiene di liquido. In genere, la loro comparsa è preceduta da pizzicore, bruciore e lieve tensione. Dopo alcuni giorni, iniziano a ‘riassorbirsi’ e compare al loro posto una crosticina. La guarigione completa dell’herpes labiale avviene nel giro di 7-10 giorni.
Trattamento. Al primo sintomo è importante applicare al più presto una pomata antivirale specifica, poiché col passare dei giorni diventa superfluo. In caso di prima infezione può essere necessario valutare con il proprio medico l’utilizzo di una terapia orale.
Consigli. È importante non portare le mani dalla bocca agli occhi per evitare la comparsa dell’herpes oculare o di cheratite erpetica (infiammazione della cornea), una gravissima complicazione oculare che può addirittura portare alla cecità.
Herpes oculare
I sintomi tipici dell’herpes oculare sono paragonabili a quelli di una qualsiasi congiuntive: dolore agli occhi, fotofobia (intolleranza alla luce), offuscamento della vista, lacrimazione abbondante ed occhi rossi. Solo la visita dal medico oculista consente di fare una corretta diagnosi e prescrivere la terapia più adeguata. Il virus può essere trasmesso attraverso il contatto diretto con una persona con herpes labiale o oculare oppure tramite autocontaminazione toccandosi gli occhi con le mani infette.
Trattamento. Deve essere iniziato il prima possibile dopo consulto con il medico oculista, specialista in oftalmologia. Per i casi più superficiali è indicata la terapia con pomata oftalmica antivirale specifica per alcuni giorni. In caso di cheratite erpetica più profonda è utile assumere l’antivirale per bocca secondo indicazione dell'oculista, per un periodo variabile da alcune settimane a mesi, associato eventualmente a colliri antinfiammatori cortisonici.
Consigli. Evitare l’autodiagnosi e l’utilizzo di colliri/pomate oftalmiche senza aver chiesto allo specialista, in quanto la patologia se non correttamente trattata può causare gravi danni alla vista.
Herpes genitale
Si riconosce per la comparsa di vescicole a livello vulvare nella donna e del glande nell’uomo, linfonodi inguinali ingrossati, bruciore urinario e a livello vulvare, e dolore durante i rapporti. Viene contratto in particolare durante i rapporti sessuali non protetti, ma esiste anche la possibilità di una trasmissione dalla madre al neonato durante il parto. In gravidanza, se in prossimità del parto le lesioni dell’herpes genitale sono attive, si procede con il taglio cesareo per ridurre il rischio di infezione nel nascituro.
Trattamento. Per curare l’infezione si usa un farmaco antivirale per bocca, coinvolgendo nel trattamento anche il partner, in caso di presenza di sintomi. Durante i rapporti è raccomandato l’uso del preservativo. Il trattamento attualmente disponibile non è in grado di curare l’infezione in modo definitivo, ma è essenziale per ridurre le conseguenze della malattia.
Consigli. Utilizzare metodi barriera come il preservativo, soprattutto in caso di più partner e rapporti occasionali, aiuta a ridurre la trasmissione di questa infezione: può accadere infatti, di non avere sintomi e di trasmettere inconsapevolmente l’infezione oppure di essere portatori sani senza saperlo.
Varicella e Fuoco di Sant’Antonio
Sono causate dallo stesso virus, il Varicella Zoster Virus (VZV). La prima volta che si viene infettati da questo virus, compare la varicella, una malattia infettiva tipica dell’età pediatrica; mentre la sua riattivazione si manifesta con l’Herpes Zoster, conosciuto come Fuoco di Sant’Antonio.
La varicella si caratterizza per la comparsa di numerose macchioline rosse su tutto il corpo cute che evolvono rapidamente in vescicole pruriginose. Il fuoco di Sant’Antonio, invece, si presenta con una tipica eruzione cutanea ricoperta da vescicole distribuite ‘a grappolo’, in un’area circoscritta del corpo (in genere la zona più colpita è il busto), con prurito e dolore.
L’Herpes Zoster generalmente, come per la varicella, guarisce spontaneamente. Tuttavia, è possibile utilizzare dei farmaci per ridurre i sintomi come antidolorifici, antinfiammatori, impacchi freddi e la somministrazione di farmaci antivirali per bloccare la replicazione virale.
Trattamento. Il farmaco d’elezione, come per tutti gli Herpes, è l’Aciclovir e i suoi derivati. Nei bambini è consigliato il vaccino contro la varicella, mentre negli adulti con recidive e altre patologie è consigliato il vaccino anti zoster.
Consigli. Per non trasmettere il virus varicella-zoster è importante non grattarsi le vescicole, lavare spesso le mani, tenere coperta l'eruzione, non condividere oggetti personali (es. asciugamani), andare in piscina o praticare sport di contatto.