Quando l’orticaria dipende dal freddo. 5 cose su questa malattia della pelle poco conosciuta
— Valentina Meschia, con la consulenza scientifica di Silvia Ferrucci, dermatologo
Si può essere sensibili al freddo? La risposta è sì
Potrà sembrare strano, ma per alcuni persone, le basse temperature possono provocare delle reazioni cutanee caratterizzate da pomfi caldi e pruriginosi, gonfiori diffusi e in casi rari shock anafilattico. Questa modalità di reagire della cute prende il nome di orticaria da freddo, non è una allergia vera e propria, ma una ipersensibilità al freddo.
Per saperne di più, ne parliamo con la dermatologa Silvia Ferrucci, esperta in orticaria della Dermatologia del nostro Ospedale e responsabile del Centro UCARE - Urticaria Centers of Reference and Excellence A GA2LEN Network del Policlinico di Milano.
1) Spesso chiamata ‘allergia al freddo’ non si tratta di una reazione allergica
L’orticaria da freddo è una particolare condizione che colpisce la pelle quando si è esposti - come dice il nome – al freddo. In genere, entro 5-10 minuti compaiono delle macchioline rosse, tondeggianti, in rilievo, pruriginose chiamate ponfi (simili a quelle causate dalla puntura di insetto). Possono risolversi entro un paio d’ore oppure durare per più tempo, interessare solo la pelle esposta al freddo o tutto il corpo, e in alcune persone predisposte, causare anche tachicardia, abbassamento della pressione, gonfiore di mani e piedi, dolore addominale, svenimento e shock anafilattico.
In caso di una reazione cutanea al freddo è importante rivolgersi al medico dermatologo per una corretta diagnosi ed individuazione del percorso di cura più adeguato. Se dopo l’esposizione al freddo compaiono sintomi come vertigini, difficoltà a respirare, sensazione di gola o lingua infiammate, è opportuno rivolgersi al Pronto Soccorso.
2) Colpisce più le donne
Il disturbo si presenta con maggiore frequenza nei giovani adulti, più nelle donne che negli uomini, anche se può manifestarsi a qualsiasi età. La causa di questo tipo di orticaria è ancora conosciuta; si ipotizza che possa dipendere da una predisposizione familiare, dalla presenza di malattie infettive o ad alterazione del sistema immunitario (es: tumori, epatiti).
Si tratta di una reazione tuttavia rara e per tale ragione gli studi sono limitati. Spesso a complicare il quadro clinico si sovrappongono allergie alimentari e/o respiratorie.
3) Il caldo non sempre migliora la situazione
Il caldo in genere porta alla remissione dei pomfi in poco tempo ma in caso di ipersensibilità anche al caldo, l’alta temperatura può peggiorare la situazione. Anche in questo caso le cause non sono chiare, ma si ipotizza dipenda dalla liberazione di istamina, una sostanza che tra le sue tante funzioni interviene nelle reazioni allergiche e infiammatorie.
4) Anche pioggia, vento, piscina e cibi freddi tra i fattori scatenanti
Oltre alle basse temperature, altre cause che raffreddano la cute e possono determinare l’insorgenza dell’orticaria, sono il vento gelido, la pioggia, la neve, il bagno in acque fredde (piscina, mare, lago, fiumi), docce fredde, tenere in mano oggetti freddi, consumare alimenti e bevande freddi (che può portare a gonfiore di labbra e gola). Altre condizioni predisponenti sono esposizione a celle frigorifere ed interventi chirurgici in anestesia generale.
Per prevenire questo particolare tipo di orticaria è necessario evitare le cause scatenanti proteggendo la pelle dalle basse temperature, dagli agenti atmosferici e dall’acqua fredda. Nei mesi invernali è importante coprire viso, mano e testa con sciarpe, guanti e cappello e applicare creme protettive e nutrienti. In estate, fare attenzione in particolare alla temperatura dell’acqua (doccia, bagno, piscina) e delle bevande. In base alla situazione può essere utile l’utilizzo di antistaminici, cortisone e farmaci più specifici secondo l’indicazione del medico dermatologo e può essere anche consigliato di portare con sé un autoiniettore di adrenalina da usare in caso di emergenza su precisa indicazione dello specialista in persone che hanno sviluppato episodi gravi.
5) Sparisce in media in 5 anni
Nella maggior parte dei casi l’orticaria da freddo si risolve spontaneamente dopo settimane. Se si prolunga nel tempo, oltre le 6 settimane, diventa cronica. Sono pochi i casi di malattia ricorrente e i dati attualmente disponibili in letteratura indicano una risoluzione media entro i 4-5 anni e comunque non superiore ai 10 anni.
La diagnosi di orticaria da freddo viene eseguita attraverso l’utilizzo del Temp Test dispositivo specifico in grado di determinare la temperatura soglia di scatenamento della reazione cutanea o utilizzando il cosiddetto test del cubo di ghiaccio. Durante l'esame viene premuto contro l’avambraccio un pezzo di ghiaccio, in genere per 3-4 minuti: se compaiono dei pomfi è considerato positivo. Questa indagine non fornisce però informazioni sulla temperatura e sul tempo di esposizione necessario per far sviluppare eventuali sintomi, dati importanti per capire la gravità della malattia e la sensibilità individuale, e non tutti i pazienti rispondono al test complicando la diagnosi.