I pidocchi, che stress! Ma sono innocui, e il rimedio è a portata di mano
— Lino Grossano, con la consulenza scientifica di Riccardo Cavalli, direttore Dermatologia Pediatrica
I genitori di un bimbo che frequenta la scuola o l'asilo ricevono spesso messaggi relativi a una potenziale piccola epidemia: in classe è facile passarsi certe malattie, dall'influenza alle patologie esantematiche come morbillo e scarlattina, fino alla recentissima Covid-19. E' normale: i bimbi piccoli vivono a stretto contatto tra loro, si scambiano giocattoli e spesso non sono ancora perfettamente autonomi nelle norme igieniche. Tra questi problemi ce n'è uno che preoccupa in modo particolare mamme, papà e insegnanti: sono i pidocchi. Però diciamolo subito: a parte gli ovvi fastidi, questi piccoli esseri non provocano particolari problemi di salute, ed è inutile radere i capelli a zero per debellarli. Le soluzioni sono semplici e a portata di mano, e ce le siamo fatte raccontare da Riccardo Cavalli, direttore della Dermatologia Pediatrica al Policlinico di Milano.
Cosa sono esattamente i pidocchi?
L'infestazione data dai pidocchi è definita pediculosi: è molto comune ed è diffusa particolarmente nella popolazione pediatrica. E' provocata da Pediculus capitis, un parassita di pochi millimetri di colore bianco-grigiastro che si stabilisce sul cuoio capelluto, adeso al fusto del capello. Non è facile osservare questi piccoli parassiti: vivono solo sull’uomo, ne succhiano il sangue per trarne nutrimento e non sopravvivono più di tre giorni lontani dal corpo umano.
La vita media del pidocchio è di circa 1 mese. La femmina depone fino a 300 uova chiamate lendini, che aderiscono alla base del capello tramite uno speciale collante: questo accade soprattutto alla nuca e dietro le orecchie. Il sintomo principale della pediculosi è il prurito, che viene provocato dalla saliva irritante del parassita. Ne consegue una dermatite irritativa chiamata "chiazza cerulea", che talvolta è riconoscibile ai lati del collo della persona colpita.
Come mai colpiscono soprattutto i più piccoli? E come si può prevenire?
L'infestazione è più frequente nei bambini non tanto per motivi biologici, né perché sono più predisposti. Verosimilmente, colpisce loro perché quando si frequentano o giocano insieme le loro teste vengono facilmente a contatto, e questo accade molto spesso.
I pidocchi infatti non "saltano" da un ospite all'altro ma vengono trasferiti per contatto diretto. Inoltre, bisogna porre particolare attenzione al contatto o allo scambio di oggetti comuni come spazzole e pettini, così come di lenzuola e vestiti: evitando questi scambi si può fare un'importante opera di prevenzione contro la pediculosi. Altre accortezze possono essere quelle di far tenere i capelli raccolti ai bambini o accorciarglieli. In ogni caso è buona abitudine comunicare alla scuola la presenza di nuovi casi, per limitarne il più possibile la diffusione.
Mio figlio ha i pidocchi! E adesso?
Eventuali allarmi sono ingiustificati: la pediculosi non comporta disturbi generali a carico del bambino. In ogni caso, quando un bambino è affetto da pediculosi è necessario e consigliato:
1) un controllo di tutti i componenti della famiglia: se qualcuno si gratta o ha fastidi, come rossore del cuoio capelluto, e anche in assenza di lendini visibili, è bene utilizzare lo shampoo antiparassitario.
2) il lavaggio di lenzuola, federe e indumenti intimi ad alte temperature (almeno 60°).
3) la stanza del bambino deve essere pulita accuratamente, aspirando tappeti, divani e giochi di peluche.
4) lavare in acqua calda bollente le spazzole e i pettini.
5) riporre cappelli, berretti ed indumenti potenzialmente infestati in sacchi di plastica per tre settimane (che è il tempo massimo di vita delle uova).
Possono essere utili anche lavaggi di oggetti e indumenti con aceto di vino, raccomandando ai bimbi di non utilizzare oggetti che potrebbero propagare l'infestazione (come i pettini o i cappellini).
Quali sono le terapie più indicate contro la pediculosi?
La terapia, in grado di eliminare sia i pidocchi sia le loro uova, consiste in lozioni o in shampoo contenenti degli antiparassitari. Questi prodotti si spargono sul cuoio capelluto, si massaggia energicamente e si lasciano in posa per periodi variabili dai 20 min alle 2-3 ore, per poi essere sciacquati. Il trattamento va effettuato per tre giorni e ripetuto con le stesse modalità dopo 10 giorni, per eliminare i pidocchi nati dalle uova schiuse dopo il primo trattamento. Le lozioni in genere sono più efficaci rispetto agli shampoo, ma vanno lasciate agire per più tempo: è fondamentale rispettare i tempi consigliati di applicazione.
Tra la cose che non è invece necessario fare c'è una eventuale disinfestazione dell'ambiente, ulteriore rispetto agli indumenti e agli oggetti della persona che ha i pidocchi; radere i capelli a zero; e ripetere o prolungare eccessivamente il trattamento con gli antiparassitari: non solo è inutile, ma è potenzialmente anche irritante se non utilizzato nei tempi e nei modi corretti.