Tumore del timo: raro, e si scopre quasi sempre per caso. Al Policlinico di Milano una squadra dedicata a curarlo
— Lino Grossano, con la consulenza scientifica di Lorenzo Rosso, specialista della Chirurgia Toracica e Trapianti di Polmone
Ci sono tumori di cui si parla poco: a volte perché sono molto rari, altre volte perché colpiscono organi che la maggior parte delle persone nemmeno conosce. E poi ci sono situazioni in cui questi due aspetti si presentano insieme: è il caso del tumore del timo, una patologia che colpisce 230 persone ogni anno in Italia, che non si può prevenire e che spesso si scopre solo per caso. Il timo è un organo che forse pochi conoscono: è piccolo, pesa qualche decina di grammi, è nascosto dietro lo sterno e ha un ruolo importantissimo per le nostre difese immunitarie. E anche lui si può ammalare: ne abbiamo parlato con Lorenzo Rosso, specialista della Chirurgia Toracica e Trapianti di Polmone del Policlinico di Milano.
Quanto è raro il tumore del timo?
Si contano circa 3-3,6 casi per ogni milione di abitanti in Italia, quindi è decisamente raro. In Policlinico seguiamo dai 15 ai 20 nuovi casi ogni anno: sono quasi il 5% di tutti i nuovi casi che si presentano nel nostro Paese.
Perché ci si ammala di tumore al timo? Si può prevenire?
Purtroppo ad oggi non si conosce alcun fattore di rischio, e quindi è impossibile fare prevenzione. Infatti questa patologia non è correlata a particolari abitudini o stili di vita scorretti. Come accade per molti altri tumori, le neoplasie del timo hanno una causa ignota.
Come ci si accorge di avere un tumore al timo?
Molto spesso lo si scopre per caso. Questo tumore la maggior parte delle volte viene diagnosticato perché si fa una radiografia oppure una Tac per altri motivi.
I sintomi legati a questa malattia sono collegati soprattutto alla dimensione che raggiunge il tumore: il timo si trova infatti nella parte anteriore del torace dietro allo sterno, dove ci sono diverse strutture delicate come il cuore, l'aorta e i polmoni. Se il tumore diventa molto voluminoso può 'fare effetto massa' e schiacciare le strutture vicine, creando diversi problemi.
Alcuni dei sintomi più frequenti possono essere una tosse persistente oppure un dolore cronico percepito dietro allo sterno che non passa con i classici antidolorifici. Dato che il timo ha un ruolo importante nel sistema immunitario, i timomi (così sono chiamati questi tumori) possono accompagnarsi a cosiddette sindromi autoimmuni: tra queste c'è la miastenia, che coinvolge il sistema nervoso e che compare nel 15-20% dei pazienti con tumore del timo. Il paziente con miastenia presenta una facile affaticabilità e stanchezza muscolare, una difficoltà a deglutire e anche visione doppia. Quest'ultimo sintomo è un altro dei motivi per cui il paziente si rivolge al medico e scopre il tumore in modo incidentale.
Come si combatte il tumore del timo?
Il trattamento si fonda principalmente sulla chirurgia, e in Policlinico se ne occupano proprio i chirurghi toracici in collaborazione con gli specialisti dell'Oncologia Medica. L'intervento è considerato la parte più importante del trattamento: noi possiamo contare su un'esperienza di diversi anni e siamo attivi in una squadra multidisciplinare dove oltre ai chirurghi sono coinvolti neurologi, radioterapisti e oncologi, che si occupano insieme di ogni singolo caso.
L'intervento beneficia delle più moderne tecniche mini-invasive, a cui negli ultimi anni abbiamo aggiunto la tecnica robotica. Quest'ultima ha un grosso vantaggio: quello di poter asportare chirurgicamente le lesioni tumorali senza essere invasivi sul torace e senza dover sezionare lo sterno. Bastano tre piccole incisioni, e anche il recupero post-operatorio è più rapido e con meno dolore.
Inoltre in Policlinico possiamo contare nel team multidisciplinare anche sugli specialisti della Cardiochirurgia e della Chirurgia Vascolare: dato che molti tumori del timo possono invadere i grossi vasi sanguigni, come la vena cava o alcune arterie collegate all'aorta, è fondamentale poter intervenire in squadra per la ricostruzione di queste strutture vascolari.
Quali sono le aspettative e le possibilità dopo l'intervento?
La chirurgia e i trattamenti oncologici integrati danno delle ottime possibilità di guarigione. Dopo il trattamento si può tornare a una vita assolutamente normale: la maggior parte dei pazienti riprende a fare tutte le proprie attività quotidiane, sia lavorative sia famigliari. Ovviamente è necessario proseguire con i controlli nel proprio centro oncologico di riferimento: questi tumori possono dare recidive a distanza di anni, quindi tenere la situazione costantemente sotto controllo permette di intervenire tempestivamente in caso di problemi.
Come si sta muovendo la ricerca scientifica?
Purtroppo parliamo di un tumore raro, quindi le casistiche sono esigue. Anche per questo la gestione di questa patologia è molto complessa: una delle carte vincenti può essere la capacità di far lavorare in rete diversi centri oncologici e chirurgici che hanno esperienza in questo campo. E' così che è nato il gruppo Tyme (ThYmic MalignanciEs), il network clinico e di ricerca sulle neoplasie timiche: il Policlinico di Milano ne fa parte ed è così in grado di integrare tutte le conoscenze sulla patologia a livello nazionale, per offrire a tutti la cura migliore disponibile. Il gruppo Tyme, oltre ad avere in corso diversi progetti di ricerca, ha messo a punto il primo registro nazionale dei tumori del timo: il suo responsabile è Paolo Mendogni, chirurgo toracico del Policlinico di Milano, che è anche uno dei suoi creatori. Infine, questo network può contare anche su un’associazione dedicata ai pazienti, chiamata "Tu.To.R.", che da anni svolge attività di informazione, supporto e divulgazione. Il nostro lavoro comunque prosegue, con l'obiettivo di migliorare ogni giorno di più gli standard terapeutici e l'attività di ricerca, in modo da poter contare su risultati sempre più promettenti.