Macchie sulla pelle in gravidanza: cosa sono, perché vengono, si possono prevenire?
— Lino Grossano, con la consulenza scientifica di Floriana Carbone ginecologa
La gravidanza è un momento di grandi cambiamenti: il corpo della donna si prepara ad accogliere una nuova vita, producendo nuovi ormoni e adattando organi, tessuti e postura al piccolo ospite. E' anche un periodo che mette alla prova l'organismo della futura mamma: la gravidanza è un evento del tutto naturale, ma anche quando tutto va per il meglio potrebbe dare fastidi e problemi temporanei, come le ben note nausee mattutine, dolori alla schiena e inestetismi o macchie sulla pelle. Queste ultime, in particolare, sono quelle che più preoccupano la donna in dolce attesa: è vero, nella stragrande maggioranza dei casi scompaiono dopo la nascita del bimbo, ma hanno comunque un impatto estetico e psicologico notevole. Per questo ne abbiamo parlato con Floriana Carbone, ginecologa della Struttura Complessa di Ostetricia del Policlinico di Milano.
In cosa consistono queste macchie?
Sono un fenomeno tipico della gravidanza e riguardano almeno il 50-70% delle donne in dolce attesa. La localizzazione di queste macchie è soprattutto sul viso, sul petto, sulle mani e sull'addome. Le manifestazioni cutanee possono essere varie: possono presentarsi come discromie, ossia aree della pelle che si scuriscono oppure con comparsa di zone più pigmentate. Ad esempio può capitare che vengano accentuate delle lentiggini già esistenti, o che ne compaiano di nuove; se la donna ha degli angiomi, questi potrebbero diventare più evidenti; e ancora, i capezzoli e le loro areole diventano tipicamente più scuri.
Lo scurimento sull'addome si chiama linea nigra e può formarsi durante il secondo trimestre di gravidanza; le macchie sul viso, invece, si definiscono maschera gravidica e sono più evidenti in donne di carnagione scura, ma possono riguardare anche quelle con fototipo più chiaro. In ogni caso queste macchie non comportano sintomi o problemi di nessun tipo, e nella stragrande maggioranza delle volte si risolvono spontaneamente alcune settimane dopo il parto.
Come mai compaiono?
La gravidanza è possibile grazie al lavoro di tanti ormoni che regolano finemente molti aspetti nell'organismo della donna, in particolare gli estrogeni e il progesterone. Tra gli effetti di questi ormoni c’è anche quello di stimolare l’attività dei melanociti, che sono le cellule responsabili della pigmentazione della nostra pelle. La melanina è una sostanza protettiva, che ad esempio riduce i danni alle nostre cellule quando ci esponiamo al sole e allo stesso tempo è responsabile dell'abbronzatura. Durante la gravidanza però la melanina si accumula in alcune zone della pelle e può far quindi comparire queste macchie.
Si possono prevenire in qualche modo?
Non esistono in realtà rimedi per evitare completamente la comparsa delle macchie in gravidanza: sono infatti causate dalla combinazione di fattori ormonali, della costituzione corporea e da abitudini quotidiane e quindi è impossibile impedirne la formazione. Ad esempio, prendere il sole in gravidanza può senz'altro essere un fattore scatenante per la maschera gravidica, perché stimola la produzione di melanociti, ma non è l'unica causa.
Ci sono comunque alcuni consigli utili per cercare di ridurle al minimo: ad esempio, evitare l'esposizione al sole nelle ore più calde, proteggere la propria pelle con creme ad alto filtro protettivo, mantenere la pelle idratata ed evitare trucchi o detergenti troppo aggressivi.
Si possono curare? E come posso essere certa che la mia macchia non sia qualcosa di diverso?
Le macchie tipiche della gravidanza non hanno bisogno di terapie particolari: nella stragrande maggioranza dei casi scompariranno spontaneamente qualche settimana dopo il parto, quando gli ormoni della donna torneranno al loro assetto normale. Per essere certe che la macchia sia dovuta proprio alla gravidanza e che non siano invece qualcosa di diverso è sufficiente osservarla con attenzione: le macchie gravidiche sono più scure rispetto alla pelle circostante; non sono mai in rilievo, ma sono piane al tatto; e infine, non danno fastidio in alcun modo: non bruciano né provocano prurito. Se anche solo uno di questi aspetti è diverso dal consueto, è importante consultare il proprio medico per capire se è necessario approfondire la situazione.