Il sistema immunitario e i suoi "ingorghi": perché i linfonodi si infiammano?
— Lino Grossano, con la consulenza scientifica di Alessandra Bandera
La salute è la linfa vitale del nostro benessere. E non è solo un modo di dire: la linfa è davvero una componente fondamentale del nostro organismo, anche se è poco conosciuta dai non addetti ai lavori. Già, ma cos'è esattamente? Il nostro corpo ha una vera e propria "autostrada" dedicata alla sua circolazione, fatta di corsie preferenziali (i vasi linfatici) e di incroci (i linfonodi). Ogni tassello ha un ruolo fondamentale per il nostro sistema immunitario, e spesso ce ne accorgiamo solo quando si crea un "ingorgo", ovvero se un linfonodo si ingrossa e si infiamma. Perché accade? Ne abbiamo parlato con Alessandra Bandera, direttrice delle Malattie Infettive al Policlinico di Milano.
Cosa sono i linfonodi e che ruolo hanno nelle nostre difese immunitarie?
I linfonodi sono piccoli organi collocati lungo il sistema circolatorio linfatico, un articolato sistema di vasi simile a quello arterioso e venoso che si occupa di garantire la circolazione della linfa. Questa è un liquido chiaro, che raccoglie liquidi e materiale di scarto dalla periferia dell'organismo per veicolarlo agli organi di depurazione (fegato, reni, polmoni, linfonodi). I linfonodi hanno forma tonda e dimensioni molto variabili, che vanno da qualche millimetro a più di un centimetro; al loro interno contengono diversi tipi di cellule del sistema immunitario, come linfociti B e T. I linfociti, quando entrano in contatto con sostanze estranee contenute nella linfa, proliferano e fuoriescono dal linfonodo attivando la risposta immunitaria.
Perché può capitare che i linfonodi si ingrossino? Quali sono le possibili cause?
L’ingrossamento dei linfonodi può essere dovuto a diverse cause: nella maggior parte dei casi è associato ad un evento infettivo, di origine batterica (come nel caso di un ascesso periodontale) o virale (come nel caso della mononucleosi). Più raramente può essere associato ad un tumore del sangue (come una leucemia o un linfoma), a una neoplasia metastatica o ad una patologia autoimmune (come il lupus eritematoso sistemico).
In tutti questi casi il contatto con un microrganismo o con altri elementi estranei scatena un aumento dei globuli bianchi contenuti nel linfonodo, provocando un ingrandimento del linfonodo stesso, la cosiddetta “linfoadenomegalia”.
Quali sono i sintomi a cui fare attenzione?
I linfonodi ingrossati compaiono più frequentemente nelle zone più ricche di linfonodi, come il collo, il cavo ascellare e il cavo inguinale. Essi appaiono come dei rigonfiamenti, possono essere dolenti e la cute sovrastante può apparire arrossata. A seconda della causa sottostante, inoltre, la linfoadenomegalia può essere associata a diversi altri sintomi e segni quali febbre, rash cutaneo, rinite, tosse, ingrossamento del fegato e della milza, sudorazioni notturne, perdita di peso.
In età pediatrica il tessuto linfatico è maggiormente rappresentato e il sistema immunitario non è ancora entrato in contatto con diversi microrganismi: di conseguenza, nei bambini la linfoadenomegalia è un segno comune in corso di evento infettivo.
Come si possono curare o gestire i linfonodi ingrossati? Quando è il momento di chiedere aiuto al proprio medico?
E' bene chiedere aiuto al proprio medico quando una linfoadenomegalia si protrae nel tempo (per più di 4-6 settimane), se un linfonodo raggiunge più di 2 cm di diametro, se è associata a rossore della cute sovrastante, se è dolente o se è accompagnata da sudorazioni notturne e perdita di peso. A seconda dell’anamnesi e della presentazione clinica, il medico può a sua volta valutare di effettuare approfondimenti quali esami del sangue o ecografia del linfonodo, al fine di individuare la causa sottostante.
Il trattamento dell’ingrossamento dei linfonodi dipende dalle cause: per esempio, in concomitanza di alcuni tipi di infezione virale esso tende a regredire spontaneamente, mentre in caso di infezione batterica può essere necessaria l’assunzione di antibiotici.