Rinascere due volte
— di Ilaria Coro
Ogni cicatrice segna un prima e dopo. Per Majdoulin, neouniversitaria di 21 anni, il prima è un’infanzia piena di allegria, serenità e giochi. Fino a quando all’età di sei anni i suoi genitori si accorgono che qualcosa non va.
La pelle e gli occhi della loro piccola sono diventati giallastri e la pancia è sempre più gonfia. La causa è una malattia rara dal nome molto difficile: colangite sclerosante primitiva, una patologia che provoca il malfunzionamento del fegato e delle vie biliari. Così aggressiva per cui l’unica cura possibile per salvarle la vita è stato il trapianto di fegato, avvenuto al Policlinico di Milano.
Il dopo è una vita nuova, un ritorno alla normalità, che le ha permesso di iniziare a frequentare la scuola elementare e a praticare attività sportive, come il nuoto.
Nel 2018 però la malattia ritorna e compromette il fegato così tanto da rendere necessario un altro trapianto.
“Il 9 marzo del 2023 è iniziato un nuovo ricovero al Policlinico di Milano: sono state settimane confuse e annebbiate, pensavo solo al trapianto. Il 31 marzo mi hanno comunicato l’arrivo di nuovo fegato. È stata un’emozione fortissima” racconta Majdoulin “Nonostante qualche piccola complicanza dopo l’intervento, non mi sono lasciata scoraggiare e, appena mi hanno dimessa, mi sono buttata sui libri perché volevo a tutti i costi diplomarmi. Alla fine, ce l’ho fatta e mi sono anche iscritta all’università. Senza i team di medici e infermieri del Policlinico che mi hanno seguita da tutta la vita, e soprattutto senza i due donatori che hanno scelto di donare i loro organi con un grande gesto di altruismo, tutto questo non sarebbe stato possibile”.