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31/05 2024
Salute

Reflusso Gastroesofageo: come evitare di andare controcorrente

— di Ilaria Coro, con la consulenza scientifica della gastroenterologa Marina Coletta

A volte le situazioni che facciamo fatica a digerire, iniziano a tormentarci, ripresentandosi continuamente nella nostra mente. Arrivano persino a influenzare la salute, contribuendo a mandare in “loop” anche lo stomaco. Quando pure lui inizia a “rimuginare”, ci sale (in ogni senso) l’acidità. Una controcorrente che causa un fastidioso bruciore e ci lascia uno sgradevole amaro in bocca (…e non solo metaforicamente): una condizione che in medicina viene definita malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Per capire come ristabilire il giusto “traffico”, ne abbiamo parlato con Marina Coletta, specialista della Gastroenterologia ed Endoscopia del Policlinico di Milano.

 

Che cos’è il reflusso gastroesofageo e quali sono i sintomi?

È una condizione molto comune, che può essere sia occasionale che continuativa, determinata dal passaggio in esofago di materiale proveniente dallo stomaco in quantità e per un tempo sufficiente a provocare sintomi e/o danni più o meno severi a carico della mucosa esofagea.
I sintomi tipici sono il bruciore che si irradia dietro lo sterno (la cosiddetta pirosi retrosternale) e il rigurgito acido (cioè la percezione di liquido amaro o acido in bocca). 

 

Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo?

Nel caso del reflusso, entrano in gioco diversi elementi. Alcuni fanno ridurre la pressione a livello della naturale barriera fra esofago e stomaco favorendo la risalita di materiale, come nel caso di alcuni fattori anatomici (ernia iatale), alimentari (bevande alcoliche), ormonali (progesterone), farmacologici (anticolinergici, antidepressivi). Un’altro meccanismo che promuove la MRGE, è invece l’aumento della pressione intraddominale, che si verifica in presenza di obesità, della gravidanza o durante alcune attività sportive (come il sollevamento pesi).

 

Quali sono i rimedi contro il reflusso?

Tutto parte dai nostri comportamenti quotidiani e dall’alimentazione. Ad esempio, risulta fondamentale:

  • evitare le condizioni che generano un aumento della pressione addominale: sovrappeso, attività sportive come il sollevamento pesi
  • evitare pasti abbondanti e ricchi di grassi che possono rallentare la digestione e favorire la sovradistensione gastrica
  • non coricarsi subito dopo i pasti ma aspettare 2-3 ore e utilizzare 2 cuscini per tenere la testa sopraelevata
  • ridurre le bevande gasate: gli elevati livelli di anidride carbonica aumentano la pressione all’interno dello stomaco, favorendo la risalita verso l’alto del contenuto gastrico

 

Infine, si sente spesso dire che stress e ansia influiscano negativamente sui sintomi da reflusso. È vero?

Non è facile stabilire una relazione di causa-effetto tra lo stress e la MRGE. Certamente lo stress è un fattore di rischio per lo sviluppo di stili di vita errati, che possono favorire la MRGE (es. abitudini alimentari errate, ritmo sonno-veglia alterato) e che pertanto vanno corretti. Recentemente è stata indagata la relazione fra malattia da reflusso e disturbi dell’umore, concludendo che circa un terzo delle persone con MRGE presenta sintomi di ansia e che la presenza di ansia e depressione aumentano il rischio di sviluppare MRGE, suggerendo quindi la presenza di una relazione bidirezionale fra le due condizioni.