Luigi Marangoni, una storia di ieri, un esempio per l’oggi
Grande affluenza nell’Aula Magna della Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano in occasione dell’incontro organizzato per ricordare la figura del direttore sanitario ucciso dalle BR.
In un’aula gremita di futuro, onorare la memoria di una persona come Luigi Marangoni è stato atto corale. L’uomo, il collega, il direttore sanitario del primo Ospedale di Milano negli anni più bui della storia italiana del Dopoguerra è stato ricordato pubblicamente in una ricca mattinata moderata dal giornalista Mario Calabresi insieme a ospiti e testimoni importanti. A loro, il compito di riportare alla luce di fronte a un pubblico anche di giovani studenti universitari, le vicende di un momento storico sì caratterizzato dalle intimidazioni e dalla violenza del terrorismo, ma anche di un tempo fecondo in cui in questo Ospedale si gettavano le fondamenta di una visione scientifica e sanitaria senza eguali.
“Sognavamo insieme – così Girolamo Sirchia, già Ministro della Salute, ematologo e primario del Centro Trasfusionale dell’Ospedale, descrive il suo lavoro accanto a Marangoni –. In quegli anni avevamo ipotizzato un dipartimento per la donazione, la trasfusione, l’immunologia del trapianto e una banca di cellule staminali. Eravamo i primi in Italia allora ed è grazie alla sua fiducia in questa visione che fummo riconosciuti 50 anni fa come Centro di Coordinamento regionale per i trapianti, divenuto poi il NITp, il Nord Italia Tranplant program”.
Basilio Tiso, già direttore Medico di Presidio del Policlinico di Milano, tratteggia con lucidità la sintesi di un contesto teso e di un uomo che non si è mai lasciato sopraffare: “Attento e garbato, Marangoni era con chiunque un interlocutore accorto e mai polemico – ha ricordato Tiso –. Anche quando il clima metropolitano si faceva più preoccupante, e questo aveva un suo riflesso nell’Ospedale, lui non si è mai tirato indietro. In quegli anni avvenivano misfatti eccezionali come letti buttati dalle finestre per ridurre il carico di lavoro del personale. Veniva interrotto il servizio ai malati e ci sono stati episodi di sequestri di persona, com’è successo con Gaetano Maria Fara, primario di laboratorio”.
La colonna Ospedaliera che operava all’interno del Policlinico fu poi sgominata grazie al lavoro della Sezione Anticrimine di Milano allora diretta dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Tra i più giovani e coraggiosi carabinieri c’era Marco Mancini, divenuto poi Capo dei Servizi di controspionaggio e Controterrorismo del Sismi. Fu lui ad arrestare Ettorina Zaccheo, infermiera che tradì Marangoni comunicando i suoi spostamenti alla cellula terroristica il cui covo, poi rivelatosi la direzione strategica delle Brigate Rosse, fu sgominato da Mancini e colleghi a Cinisello Balsamo.
“Marangoni fu preso di mira perché voleva far funzionare un ospedale con competenza – commenta Mancini –. Fu scelto un bersaglio facile perché rifiutò la scorta e di scendere a compromessi. Io penso che figure come quella di Marangoni siano eroi e lui, un martire per la causa democratica del nostro Paese”.
Presente in sala anche il Professore Emerito di Igiene alla “Sapienza” Università degli Studi di Roma Gaetano Maria Fara, all'epoca dei fatti direttore di laboratorio e nel mirino delle Br, che ricorda così Marangoni: “Il suo carisma personale e la sua leadership naturale sono stati la sua condanna. Era un uomo libero, libero anche da poter essere colpito”.
“Rappresentava quell’idea di Stato da abbattere – ha ricordato il giornalista e scrittore Mario Calabresi, figlio del Commissario Luigi Calabresi, assassinato anche lui in quegli anni feroci -. Non era ammesso che ci fosse un uomo che faceva le cose per bene, che fosse scrupoloso e giudizioso nel proprio lavoro. Se questa fu considerata una mancanza da chi lo colpì, oggi pensiamo che siano queste le persone hanno fatto e fanno la differenza”.
A salutare la famiglia Marangoni, presente in sala, il nostro Presidente Marco Giachetti e il Direttore Generale Matteo Stocco: “Oggi non è più quel tempo, ma quegli esempi possono dirci molto su come vivere il nostro presente e guardare al futuro nel rispetto dei valori del passato”. A pochi metri dall’incontro di questa mattina, l’area di costruzione del Nuovo Ospedale è in piena attività. E cercando bene tra le cesate di cantiere, c’è anche il volto dell’indimenticato direttore sanitario Luigi Marangoni.