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31/08 2024
Salute

MPox, cosa possiamo fare per interrompere la trasmissione della malattia

— Rosy Matrangolo, con la consulenza scientifica di Alessandra Bandera, Malattie Infettive

I riflettori mediatici sembrano essere già rivolti altrove ora che la stagione estiva è conclusa e di viaggi se ne fanno meno, ma in agosto si è parlato tanto di vaiolo delle scimmie, o meglio, di MPox: l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva dichiarato proprio a metà del mese l’“Emergenza di salute pubblica internazionale” dovuta alla diffusione di MPox in quanto i dati in aumento dei contagi anche in diversi Paesi fuori dal continente africano in cui questa infezione virale ha carattere endemico hanno portato ad alzare il livello di attenzione.

Un virus di cui gli esperti si occupano da tempo è diventato noto al grande pubblico soltanto di recente, creando anche una certa confusione: sì, perché la malattia è una, ma si suddivide in due differenti tipi: il clade I, più virulento ma di cui non sono stati individuati casi in Italia, e il clade II, meno grave, riscontrato anche nel nostro Paese. Sintomi comuni come febbre, sonnolenza, dolori muscolari e mal di testa possono associarsi a eruzioni cutanee nelle aree ano-genitali, del tronco, di braccia e gambe, del viso, di mani e piedi. L’infezione da MPox può essere anche asintomatica. Per conoscere meglio gli sviluppi sulle risposte che la scienza sta cercando per arginare questa epidemia, abbiamo parlato con Alessandra Bandera, direttrice delle Malattie Infettive del Policlinico di Milano.

Cos'è il vaiolo delle scimmie e perché è più corretto chiamarlo MPox?

Il vaiolo delle scimmie, ora più correttamente denominato MPox, è una zoonosi virale (infezione virale trasmessa dagli animali all’uomo) causata dal virus del vaiolo delle scimmie, un membro della famiglia Poxviridae, genere Orthopoxvirus. La denominazione “vaiolo delle scimmie” è dovuta al fatto che l’infezione fu identificata la prima volta nelle scimmie nel 1958; ma il termine MPox è stato introdotto per ridurre lo stigma associato al nome precedente e per riflettere l'origine più ampia del virus, che non è limitato alle scimmie.

È corretto parlare di emergenza?

Mpox è un’infezione endemica (stabilmente presente nella popolazione) in alcune zone dell’Africa centrale ed occidentale. Nel 2022 sono stati registrati diversi casi in paesi non endemici (EEUU, USA) per cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato MPox un’emergenza di salute pubblica. Il 14 agosto del 2024, considerati i dati relativi a un’epidemia in Repubblica Democratica del Congo ed in altri paesi africani, l’OMS ha dichiarato nuovamente MPox emergenza di salute pubblica internazionale. Il giorno dopo viene registrato il primo caso europeo in Svezia.

Quanto è pericolosa l'infezione da MPox? Si tratta di una malattia letale?

Mpox si suddivide in due differenti tipi (o clade) che differiscono su base genetica, virulenza e manifestazioni cliniche: il clade I (precedentemente clade dell’Africa centrale, bacino del Congo) e il clade II (precedentemente clade dell’Africa occidentale). Il clade I è generalmente più grave e associato a complicazioni, è a maggiore trasmissibilità interumana e a maggiore letalità. All’interno del clade I riconosciamo una variante, clade Ib, che è emersa a settembre 2023 e ha mostrato una maggiore trasmissione uomo-uomo.

Il clade II comprende una variante, clade 2b, che si è diffusa al di fuori dell’Africa in particolar modo tramite rapporti sessuali (principalmente durante l’epidemia 2022-2023). Sebbene MPox non sia letale in modo sistematico, può avere conseguenze gravi in individui immunocompromessi.

Quali sono i dati sui contagi in Italia?

I dati sui contagi in Italia sono in continua evoluzione. È importante consultare fonti ufficiali come il Ministero della Salute per statistiche aggiornate. Gli uiltimi risultati disponibili del Ministero della Salute fanno riferimento al mese di agosto: “In Italia, alla data dell’08/08/2024 non risultano segnalati casi di clade I. A partire dal 20/05/2022 (data della prima segnalazione del primo caso di Mpox in Italia) all’08/08/2024 sono stati complessivamente segnalati 1056 casi confermati di Mpox, la maggior parte dei quali si è verificata nell’estate 2022. Dal 01/01/2024 all’08/08/2024 sono stati segnalati 65 casi confermati”.

Vaccino: quali sono i consigli di prevenzione che è possibile dare?

Le misure di prevenzione includono:

  • la vaccinazione per le persone ad alto rischio: è disponibile un vaccino di terza generazione contro il vaiolo, basato su un virus vivo attenuato (ceppo di Ankara). In Europa il vaccino è disponibile dal 2013 per la prevenzione del vaiolo. Dal 2022, l’European Medicines Agency (EMA, Agenzia Europea del Farmaco) ha esteso l’uso di questo vaccino anche per l’immunizzazione contro MPox. Attualmente, il vaccino utilizzabile in Italia è IMVANEX, con modalità di somministrazione sottocutanea con una prima dose al tempo 0 e un richiamo dopo almeno 28 giorni (giorno 29-35). Il vaccino, essendo costituito da virus non replicante, può essere somministrato anche in soggetti immunodepressi;
  • l'utilizzo del preservativo in caso di rapporti sessuali con persone di cui non si conosce lo stato di salute (non fornisce una protezione completa);
  • evitare contatti sessuali o di altro tipo con individui infetti.

Al Policlinico di Milano quali sono i servizi dedicati?

La gestione dei sospetti casi di Mpox avviene tramite accesso il Pronto Soccorso, l’ambulatorio di Malattie Infettive o l’ambulatorio di Malattie Sessualmente Trasmesse. Qui viene effettuato un triage dove, sulla base del sospetto clinico (eruzione cutanea associata ad almeno un sintomo tra febbre, cefalea, astenia, dolori muscolari, dorsalgia o linfoadenopatie) e valutati i criteri anamnestici (esposizione sessuale/ viaggio paesi a rischio/ contatti stretti con viaggiatori) si procede all’esecuzione dei test microbiologici opportuni.

In caso di esito positivo, se vi è necessità di ospedalizzazione, si procederà al ricovero nel reparto di Malattie Infettive; se invece non è necessaria l’ospedalizzazione vi è la possibilità di effettuare isolamento domiciliare fiduciario con indicazione a mantenere l’isolamento fino a risoluzione completa dell’eruzione cutanea.