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03/09 2024
Salute

Morbillo, varicella e scarlattina colpiscono i piccoli, ma sempre più anche i grandi

— Rosy Matrangolo, con la consulenza scientifica di Alessandra Bandera, Malattie Infettive

Aumenta l’età media delle persone che si ammalano di queste patologie tipicamente associate all’infanzia. La causa è in parte dovuta alla riduzione del tasso di vaccinazione nella popolazione.

La collega di scrivania è a casa con il morbillo. Non ha figli piccoli e non ha idea di come si è ammalata ma in azienda, nel frattempo, i collaboratori più stretti sono stati informati e devono provvedere a comunicare se sono stati vaccinati o meno contro questo virus per tornare in ufficio.

Ci sono malattie tipicamente associate all’infanzia a cui non si pensa più una volta raggiunta l’età adulta, soprattutto se non si è genitori o non si frequentano ambienti alla presenza di bambini. Errore. Virus come il morbillo e la scarlattina o infezioni batteriche come la varicella stanno tornando a essere pericolose anche nella popolazione più adulta. Come mai? Ma soprattutto, come comportarsi per prevenire, oppure, per difendersi da questi patogeni? Ne abbiamo parlato con Alessandra Bandera, direttrice delle Malattie Infettive del Policlinico di Milano.

Stiamo assistendo a un ritorno (pericoloso) della diffusione di morbillo, varicella e scarlattina in età adulta in Italia?

I dati epidemiologici sembrano mostrare, soprattutto per alcune di queste malattie, un aumento dell’età media delle persone affette, sebbene queste malattie siano considerate patologie dell’infanzia. 

Morbillo e varicella, perché sono in aumento anche tra gli adulti?

Questo fenomeno è dovuto in particolar modo a tassi di vaccinazione insufficienti e la riduzione del tasso di vaccinazione in età infantile nei confronti di queste malattie è la principale causa dell’attuale diffusione.

Ci sono rischi maggiori se si contraggono queste malattie in età adulta?

I rischi associati al contagio includono complicazioni gravi soprattutto negli adulti e in individui immunocompromessi. Le principali complicanze sono generalmente legate a infezioni batteriche sovrapposte che colpiscono l’apparato respiratorio, il sistema nervoso, l’apparato gastroenterico, l’occhio e l’orecchio. La contrazione di queste infezioni in gravidanza, invece, comporta un rischio più elevato di aborto spontaneo, di peso basso peso alla nascita o di avere difetti di nascita. 

Come riconoscere i sintomi del morbillo e come proteggersi?

Il morbillo si presenta con febbre alta seguita da tosse, raffreddore e congiuntivite. A livello del cavo orale possono comparire all'interno della bocca delle lesioni biancastre, note come macchie di Koplik e durano mediamente 24-48 ore. Dopo 3-4 giorni, appare invece l’eruzione cutanea: prima sul retro delle orecchie, si diffonde gradualmente alla testa e al collo fino a coprire la maggior parte del corpo, causando prurito. 

Il morbillo ha un altissimo indice di contagiosità e si trasmette per via aerea:  il malato è contagioso da 1 a 3 giorni prima dell’inizio dei sintomi e fino a 7 giorni dopo la comparsa dell’esantema.

Dal 1 gennaio al 30 giugno 2024, in Italia sono stati notificati 717 casi di morbillo (24,3 casi per milione di abitanti), di cui 151 nel mese giugno 2024, in lieve aumento rispetto ai 131 casi del mese precedente. Nel 2023 in Europa sono stati segnalati 2361 casi di morbillo, con un’incidenza in aumento rispetto ai 3 anni precedenti. 

Il ciclo vaccinale per i bambini prevede una prima dose a 12-15 mesi e una seconda dose a 5-6 anni di età. Per gli adulti non ancora vaccinati, sono previste 2 dosi di vaccino. La vaccinazione rimane una misura fondamentale di prevenzione.

Come riconoscere i sintomi della varicella e come proteggersi?

La varicella esordisce con un’eruzione cutanea maculo-papulosa e si manifesta con piccoli punti rossi a livello del torace e dell’addome fino a coinvolgere testa, viso, arti, mucosa del cavo orale e cuoio capelluto. Questa malattia è accompagnata da febbre, prurito, malessere generale, astenia e inappetenza. 

Anche la varicella ha una contagiosità elevata. Si trasmette tramite secrezioni nasali e faringee e per contatto tramite le vescicole cutanee tipiche dell’eruzione varicelliforme. Le lesioni della varicella sono puntini rossi che evolvono in vescicole. Il malato è contagioso a partire dai 2 a 3 giorni prima della comparsa dell’eruzione cutanea. La carica virale si riduce quando tutte le lesioni non sono evolute alla fase crostosa.

Come nel 2023, nel corso della prima metà del 2024, il numero di casi di varicella si mantiene su valori nettamente inferiori rispetto al periodo pre-pandemico, in considerazione anche dell’impatto dell’offerta vaccinale che sta raggiungendo livelli di copertura sempre maggiori.

Le complicanze della varicella possono essere più gravi negli adulti o in soggetti con particolari condizioni come nel caso di persone con infezione da HIV o soggetti che hanno eseguito cicli di chemioterapia. Se contratta in gravidanza, la varicella può essere pericolosa per il feto o per il neonato.

Come riconoscere i sintomi della scarlattina e come proteggersi?

La scarlattina si presenta con febbre alta e cefalea, l’infiammazione della faringe è accompagnata dalla  lingua “a fragola”, ossia la lingua diventa rossa con papille ipertrofiche che ricordano la superficie di una fragola. L’esantema tipico rosso si manifesta a livello dell’inguine, delle ascelle e del collo e si generalizza su tutto il corpo in 24 ore circa. 

La trasmissione della scarlattina è attraverso le vie aeree, per contatto con muco o saliva di un paziente infetto. Il malato è contagioso da 1, 2 giorni prima dello sviluppo dei sintomi e fino alla guarigione dalla malattia. Se avviata la terapia antibiotica, il paziente non si considera più contagioso dopo 48 ore dall’inizio dell’assunzione dei farmaci. 

In analogia con il dato complessivo del 2023, anche nel corso del primo semestre del 2024 la scarlattina risulta essere la malattia più frequentemente segnalata, coinvolgendo prevalentemente bambini di età inferiore a 10 anni. Contro la scarlattina non ci sono vaccini, perché è causata da un batterio.

Cosa fare se si ritiene che i propri sintomi siano associati a una di queste patologie?

La presa in carico del paziente con sintomatologia suggestiva per queste malattie avviene attraverso accesso al Pronto Soccorso. Qui è eseguito un triage e, in caso di sospetto clinico delle malattie sopracitate, viene attivato l’isolamento aereo/da contatto e viene richiesta la valutazione infettivologica. Seguirà l’esecuzione di esami diagnostici specifici volti alla conferma o smentita della diagnosi.