Primo trapianto di fegato per metastasi da tumore del colon in Policlinico di Milano: la storia di Bernardo, collega curato dai suoi “amici dottori”
— di Rosy Matrangolo
Verrebbe voglia di chiedersi chi sia, tra i tanti protagonisti di questa storia, il più ostinato e tenace.
Lo è certamente Bernardo, un operatore sociosanitario in forze al Policlinico di Milano da tempo immemore. Impossibile non apprezzarlo: un tipo gioviale e affabile è anche sul lavoro un collega affidabile. Ma come paziente, Bernando ha davvero stupito tutti: fiducioso nei suoi “amici dottori”, ha affrontato la malattia e le cure con senso di responsabilità e voglia di vivere.
Al suo fianco, un team di medici altrettanto determinato in cui gioco di squadra e professionalità sono stati la risposta vincente alla complessa situazione clinica di Bernardo: prima una febbre inspiegabile con sospetto di diverticolite, poi la scoperta di tumore al colon, l’intervento per la sua rimozione e la diagnosi di metastasi nel fegato, fino al trapianto e il ritorno a una normalità fatta - per ora - di una risposta incoraggiante.
Nell’estate del 2023 il paziente è seguito dalle Malattie Infettive dell’Ospedale per una febbre associata a sospetti ascessi al fegato. Ma Bernardo non è la sua patologia e questa verità si traduce in uno sguardo più ampio verso chi ha bisogno di cure. Grazie ad appuntamenti settimanali di discussione sulle opportunità terapeutiche più aggiornate, i professionisti di diverse specialità si confrontano sui percorsi individuali di ciascun paziente: è così, infatti, che gli approfondimenti diagnostici ottenuti anche grazie all’apporto della Genetica Medica dell’Ospedale, rivelano in poco tempo che all’origine del malessere di Bernardo c’è un tumore del colon da operare con tempestività. L’équipe di Chirurgia Generale e Mini-Invasiva diretta da Luigi Boni esegue l’operazione in laparoscopia allo scopo di facilitare il recupero del paziente e - ecco qui come trattasi di lavoro di squadra - agevolare i colleghi nel proseguire con i trattamenti chemioterapici necessari perché il fegato presenta metastasi non resecabili.
Bernardo è davvero reattivo: non solo si riprende rapidamente dall’intervento, ma nell’autunno e nell’inverno del 2023 risponde benissimo alla chemio, ma lo staff dell’Oncologia Medica diretto da Ornella Garrone si chiede se ci siano le condizioni per spostare più in là l’asticella e dare al paziente un fegato nuovo come risposta di cura definitiva alle metastasi da tumore del colon. Se non è caparbietà questa.
Oncologia Medica e Chirurgia Generale e Trapianti di Fegato hanno quindi valutato se Bernardo potesse rientrare tra i selezionatissimi pazienti che, con metastasi epatiche non operabili ma trattate con buona risposta a chemioterapia, possono accedere all’opzione trapiantologica. Il trapianto di fegato per metastasi da tumore del colon è proponibile in selezionatissimi casi nei quali le metastasi non sono asportabili completamente con la chirurgia e Bernardo diventa il primo paziente sottoposto a questo tipo di intervento al Policlinico di Milano. Anche l'attesa in lista di Bernardo è stata breve nonostante il gruppo sanguigno raro: il fegato “nuovo” arriva prima che sia passato troppo tempo dall’ultimo ciclo di chemio. Senza la sensibilità sempre più diffusa sulla donazione degli organi, non assisteremmo a miracoli come questo.
La caparbietà non può fare a meno della dovuta prudenza, come osserva il team della Chirurgia Generale e Trapianti del Fegato diretto da Lucio Caccamo. Bernardo sta meglio e ha superato con successo la fase chirurgica. Il programma prosegue prevedendo controlli settimanali del sangue e tac seriate. È presto per parlare di guarigione ma abbiamo capito che sia Bernardo, che tutti i suoi “amici medici”, non hanno alcuna paura del domani.
***È stato possibile raccontare questa storia grazie alle voci del Prof Luigi Boni e delle dottoresse Barbara Galassi dell’Oncologia Medica e Barbara Antonelli per conto dell'équipe tutta dei Trapianti di Fegato che ha seguito da vicino il loro amico e collega Bernardo.
Nella foto in apertura da sinistra una rappresentanza dell'équipe multidisciplinare che ha seguito il caso del paziente Bernardo: Barbara Galassi, Luigi Boni, Teresa Gianfrate, Arianna Zefelippo, Barbara Antonelli, Angelica Perazzoli, Michele Ghidini e Giovanni Maria Rodà.