Dieta di genere: come mangiano e perché sono così diversi gli uomini e le donne a tavola?
— di Valentina Castellano Chiodo, con la consulenza scientifica di Roberta Gualtierotti, Responsabile Medicina di Genere
Perché in genere gli uomini mangiano più carne delle donne, mentre le donne preferiscono stare attente alla linea, consumando yogurt e alimenti sani e leggeri, come frutta e verdura? Sessi diversi e alimentazione diversa, quindi?
Per capire se esiste una dieta di genere abbiamo incontrato Roberta Gualtierotti, specialista della Medicina Emostasi e Trombosi e Responsabile ministeriale Medicina di Genere del Policlinico di Milano, oltre che professoressa associata di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Milano.
Si parla sempre di diverso fabbisogno energetico tra uomini e donne: da cosa dipende?
Dalla differente composizione corporea: gli uomini tendono ad avere una maggiore massa muscolare che richiede più energia per il mantenimento, mentre le donne, in media, possiedono una maggiore quantità di tessuto adiposo che richiede meno energia. Inoltre, nelle donne si aggiungono i cambiamenti ormonali, come quelli associati al ciclo mestruale che influenzano il metabolismo energetico delle donne e il loro appetito.
Se esiste, c'è un comportamento alimentare più comune negli uomini e nelle donne?
In generale, si può dire che gli uomini tendono a preferire alimenti ricchi di proteine e grassi, mentre le donne mostrano una preferenza maggiore per carboidrati e dolci. Accanto a questo, le donne hanno una maggiore prevalenza di disturbi alimentari come la fame emotiva, mentre negli uomini sono più comuni le abbuffate seguite da comportamenti “compensatori” come le lunghe sessioni in palestra, per bruciare le calorie con esercizi fisici intensi. Gli uomini, inoltre, tendono a perdere peso più rapidamente rispetto alle donne in condizioni di deficit calorico, probabilmente proprio grazie alla differenza nella distribuzione del grasso corporeo e della composizione muscolare.
Cosa dice la scienza, esiste una differenza di genere anche a tavola?
Gli studi mostrano che esistono differenze significative nel modo in cui uomini e donne mangiano e metabolizzano i nutrienti. Per esempio, le donne se mangiano troppo immagazzinano più grasso corporeo in confronto agli uomini, e se durante l’età fertile gli ormoni sessuali le proteggono dagli eventi cardiovascolari, dopo la menopausa invece il rischio di averne è pari a quello dell’uomo. Pertanto, con l’età si deve porre maggiore attenzione al peso, seguendo una dieta ipocalorica e ipolipidica, specialmente se predisposte a fattori di rischio quali l’insulino-resistenza o il diabete, con livelli troppo alti di colesterolo o tendenza all’obesità.
Inoltre, anche i fabbisogni di alcuni nutrienti, come ferro e calcio, possono variare tra i sessi, considerato che le donne ne richiedono quantità maggiori, per compensare le perdite legate al ciclo mestruale o prevenire la perdita di massa ossea (accelerata con la menopausa). Ma anche nell’uomo, in età avanzata si può andare incontro all’osteoporosi, e una dieta ricca di calcio e vitamina D, insieme all’attività fisica regolare possono contribuire a rallentare il processo di perdita di massa ossea in entrambi i sessi.
Qual è il ruolo della medicina di genere?
La medicina di genere anche in questo campo aiuta perché non vuole rendere gli individui tutti uguali, ma anzi far risaltare proprio le differenze, per personalizzare i programmi di prevenzione e gestire le terapie in base alle caratteristiche ed esigenze di ognuno, contribuendo ai risultati migliori di una medicina personalizzata, anche a tavola.
Alcol e genere
Il consumo di alcolici sta parecchio aumentando nelle giovani generazioni. Questo trend alimentare purtroppo non giova a nessuno dei due sessi, ma pesa ancora di più nelle giovani donne, che hanno meno enzimi per metabolizzare l’alcol.
Questo contribuisce a seri danni al fegato e può portare a malattie come la steatosi epatica, complicanza frequente non solo del consumo di alcol, ma anche dell’obesità e di altre condizioni metaboliche e che se non adeguatamente trattata può portare a cirrosi e infine raramente all’epatocarcinoma, un tumore molto aggressivo che negli ultimi anni ha colpito molte più donne rispetto al passato.