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13/10 2024
Salute

Trattamenti all’avanguardia ma anche attività fisica per cambiare il “destino” del tumore al seno metastatico

— Ilaria Coro, con la consulenza scientifica di Ornella Garrone, direttrice dell'Oncologia Medica del Policlinico di Milano

Gli antichi latini dicevano “nomen omen”: nel nome un presagio. Come nel caso della serie di trial chiamata DESTINY-Breast, focalizzata sul trattamento del tumore al seno.
Questi studi, insieme ad altre sperimentazioni, stanno infatti contribuendo a cambiare il destino - la storia clinica - di questa malattia, anche nella sua forma più avanzata: quando riesce a raggiungere diverse parti del corpo diventando metastatica.
Per saperne di più sull’ultima terapia innovativa individuata contro il tumore al seno metastatico (TMS), ne abbiamo parlato con Ornella Garrone, direttrice dell’Oncologia Medica del Policlinico di Milano.

 

Qual è la più recente e importante novità nel trattamento del tumore al seno metastatico?

Al congresso americano di oncologia - ASCO, che si è svolto a Chicago a maggio di quest’anno, i dati dello studio DESTINY-Breast06 hanno evidenziato come, già in prima linea di trattamento, l’anticorpo farmaco coniugato trastuzumab deruxtecan (T-DXd) sia più efficace della singola chemioterapia. Si tratta di una terapia diretta contro il recettore epidermico umano HER2 espresso dalle cellule tumorali mammarie. Il farmaco T-DXd coniuga trastuzumab ad un chemioterapico molto potente. Il farmaco riconosce le cellule che esprimono HER2. Un mix vincente che aumenta in modo significativo sia la percentuale di risposte alla terapia, sia il tempo libero da progressione di malattia non solo nelle donne con amplificazione o sovraespressione di HER2, ma anche nelle donne con una bassa o bassissima espressione di HER2.

 

La terapia trastuzumab – deruxtecan è già disponibile in Italia?

Ad oggi, in Italia il farmaco è approvato solo per la seconda linea di trattamento: per chi ha un TMS sensibile agli ormoni e HER2 positivo, anche a bassa espressione, il cosiddetto HER2 low e ha già effettuato una prima linea di chemioterapia. I nuovi dati disponibili fanno però ben sperare nell’estensione della somministrazione anche alle donne che non hanno ricevuto ancora nessun trattamento chemioterapico dopo la diagnosi di TMS.  Dal 2017 - anno della nascita del primo studio DESTINY-Breast01 -, questa serie di trials sta contribuendo notevolmente a cambiare la storia clinica del tumore al seno, anche nella forma più avanzata. Ci sono tutte le premesse perché si trasformi in una malattia cronica con un aumento progressivo dell’aspettativa di vita per un numero sempre più significativo di pazienti.

 

In quali altre direzioni si sta muovendo la ricerca per contrastare il TMS?

Sono sempre più frequenti gli studi che confermano come l’attività fisica sia tra i “farmaci” più efficaci per le pazienti con diagnosi tumore mammario sia in fase precoce che avanzata, ma che viene ancora troppo spesso sottovalutata.
Anche solo camminare regolarmente, può avere un ruolo primario in diverse fasi: nella prevenzione oncologica, nella risposta ai trattamenti, nella riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia consentendo di vivere meglio in caso di tumori metastatici. Proprio la camminata è stata l’oggetto di uno studio, condotto dal nostro gruppo e recentemente pubblicato. Si tratta di un lavoro focalizzato sulle donne sottoposte a chemioterapia effettuata prima della chirurgia che dimostra come l’attività fisica moderata sia in grado di ridurre l’infiammazione e di rieducare il sistema immunitario anche in corso di chemioterapia.

Il movimento promuove benefici anche a livello psicologico migliorando l’umore e aumentando l’energia corporea e mentale: fondamentali per affrontare in modo positivo la malattia.

13 Ottobre – Giornata Nazionale del Tumore al Seno Metastatico (TSM)