Quel primo Natale senza. Incontrarsi intorno all’albero illuminato tra famiglie di donatori di organi
— di Rosy Matrangolo
Una mattinata per stare insieme e aiutarsi ad affrontare il delicato momento delle festività con coloro che nel 2024 hanno perso un proprio caro: l’iniziativa ideata dal Policlinico di Milano.
Ci sono periodi dell’anno che sembrano esistere apposta per concentrarsi sui propri affetti, che questi ci siano, che siano lontani, oppure persi. In questo tempo particolare, le giornate sono scandite da tradizioni e piccoli rituali che contribuiscono a rinsaldare nel tempo i legami, il bisogno di appartenere a una storia comune.
Dicembre lo si ama, o lo si odia, anche per questo, perché le gioie (e le sofferenze) di ciascuno sono richiamate dall’incedere di momenti speciali: il Natale con le sue tavolate e lo scambio dei regali, il veglione e i festeggiamenti per salutare l’anno nuovo con buoni propositi, le ricorrenze che portano doni e dolcetti ai bambini.
Tutto questo avviene ciclicamente e nonostante tutto, anche se siamo stati appena colpiti da un lutto. Chi lavora nel Coordinamento Ospedaliero di Procurement di organi e tessuti (COP) del Policlinico di Milano lo sa bene: ogni incontro con le famiglie che hanno perso un proprio caro contiene un misto di sentimenti dolorosi ma anche di fiducia che si traduce nella consapevolezza del grande gesto di generosità che è il sì alla donazione degli organi.
Quest’anno, con l’aiuto degli psicologi dell’Ospedale, si è pensato di riunire i parenti dei donatori per salutare insieme l’arrivo delle feste natalizie e condividere qualche suggerimento per affrontare quei momenti più delicati: il lutto è doloroso per tutti e oltre alla perdita del proprio caro, ci si ritrova ad affrontare situazioni difficili e nuove come il dover comunicare la notizia ai più piccoli o gestire i rapporti con altri famigliari e superare il senso di vuoto che può farsi più pressante durante le feste".
I professionisti del COP sono in grado di intrecciare relazioni anche intime con i famigliari di chi è ricoverato e da questa conoscenza spesso emergono bisogni e richieste di aiuto che possono ricevere risposta, anche, con un supporto psicologico. Questa possibilità in Policlinico di Milano è garantita ed è stato ribadito anche durante l’emozionante incontro tenutosi nell’Aula Milani dell'Ospedale in cui le famiglie si sono riunite insieme attorno a uno speciale albero di Natale addobbato proprio per condividere un momento conviviale, scambiarsi consigli e ricevere un piccolo dono: una decorazione speciale fatta a mano da portare a casa e avere con sé.
Il lutto è un viaggio complesso e personale, non segue traiettorie e tempi uguali per tutti: per trasformare il ricordo della persona cara in una fonte di forza e opportunità, possiamo ascoltare alcuni suggerimenti per attivare una serie di azioni che possono aiutare ad affrontare Quel primo Natale senza.
- Il lutto è un’esperienza unica ma è possibile, proprio a partire dal ricordo, avviare un processo di trasformazione. I nostri cari possono diventare fonte di speranza e il gesto della donazione degli organi può essere proprio un tema da cui partire per celebrare una vita in aiuto degli altri.
- Il Natale richiama a diversi rituali, il proprio caro si può ricordare con l’introduzione di un gesto che diventerà un nuovo rituale: accendere una candela, raccontare una storia che lo riguarda, individuare un angolo della memoria aiuta a riconoscere l’eredità di amore che questo affetto ci ha lasciato
- Permettiamoci di accogliere la gratitudine ma anche la tristezza, senza giudizio. Questo contribuisce al processo di elaborazione di quanto è accaduto.
- Condividiamo le emozioni e le informazioni creando una rete di supporto che coinvolga familiari, amici, ma anche professionisti
- Parliamo del suo gesto di generosità con la donazione degli organi, è un inno alla vita.
- Troviamo il tempo per prenderci cura di noi stessi: corpo e mente sono collegati e il benessere dell’uno incide sulla seconda: prendiamoci i nostri tempi per camminare o fare attività che ci fano sentire bene, cerchiamo di non chiuderci in noi stessi e affidiamoci alle piccole buone abitudini quotidiane che danno ristoro soprattutto quando appare più difficile organizzare grandi pensieri.