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Trapianto del microbiota fecale, eseguito il primo intervento al Policlinico di Milano
Anno nuovo vita nuova per il signor Alberto (nome di fantasia) che nel periodo natalizio è stato sottoposto a trapianto di flora batterica, il primo eseguito al Policlinico di Milano nel Centro Trapianto Microbiota Fecale dell’Ospedale.
A 82 anni Alberto forse non avrebbe mai immaginato di diventare il paziente numero 1 a sottoporsi alla procedura che lo avrebbe liberato dal battere Clostridioides difficile, infezione secondaria a una grave alterazione della flora intestinale le cui conseguenze passano dalla diarrea alla colite o, nei casi più gravi, alla perforazione del colon.
Il Policlinico di Milano è stato accreditato nei mesi scorsi dal Centro Nazionale Trapianti come Ospedale in cui è possibile eseguire il trapianto del microbiota fecale, in Lombardia non ce ne sono altri e in tutto il Paese si contano soltanto altre 6 strutture in cui questo delicato trattamento è accessibile. In nessuno di questi centri, però, l’iter che seleziona i donatori prevede la proficua collaborazione con la Medicina Trasfusionale dell’Ospedale per cui i donatori di microbiota, sono già donatori del sangue abituali seguiti da équipe multispecialistiche.
Ma cosa è successo al signor Alberto e come mai si è reso necessario ricorre al trapianto di microbiota? Ricoverato da circa un mese in altro ospedale milanese per una endocardite batterica e una polmonite che lo hanno costretto a una lunga degenza, Alberto ha dovuto assumere plurimi cicli di terapia antibiotica ad ampio spettro che hanno portato all’infezione da Clostridioides. Le strategie di prima linea, in questi casi, sono anch’esse farmacologiche e in particolare sono previste classi di antibiotici che tuttavia non hanno prevenuto plurime recidive al paziente. Nemmeno la terapia con anticorpi monoclonali ha dato gli esiti sperati e Alberto è stato condotto in Policlinico per eseguire il trapianto.
“Le condizioni del paziente sono sembrate complesse a causa delle sue fragilità, per questo si è ritenuto di dover considerare il trapianto di microbiota in tempi rapidi, in accordo anche con la specialità di Malattie Infettive, diretta dalla prof.ssa Alessandra Bandera” premette il prof. Flavio Caprioli, gastroenterologo e direttore del Centro FMT del Policlinico di Milano. Alberto si è sentito benissimo nel giro di pochi giorni, rimessosi completamente e dimesso in meno di 72 ore dall’ospedale, l’intervento si può dire sia perfettamente riuscito.
“Abbiamo proseguito a seguire il paziente nel normale percorso di follow up fino a che non è tornato da noi per una nuova polmonite – ha aggiunto Flavio Caprioli -. Da quel momento, rimasto in osservazione nel nostro Ospedale e seguito dagli staff delle Malattie Infettive ed Emostasi e Trombosi, abbiamo avuto modo di appurare che la 'flora buona' trapiantata nel paziente ha permesso di reagire positivamente ai nuovi cicli di antibiotici assunti per l’endocardite e la polmonite mentre gli approfondimenti microbiologici sulle colture da Clostridioides difficile sono sempre stati negativi“.
La Biobanca del microbiota presente in Ospedale ha fatto sì che in tempi rapidi si potesse trovare la terapia rispondente al caso di Alberto. A differenza di altre forme del trapianto, nel caso del microbiota intestinale per infezione da Clostridioides Difficile non occorre una compatibilità tra donatori e riceventi, è importante che il materiale organico di partenza sia microbiologicamente sano, aspetto che in Policlinico di Milano riceve la doppia conferma perché proveniente dai donatori di sangue abituali, persone già altamente selezionate.