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06/02 2025
Cultura

Torna a splendere il monumento a Giovanni Rasori

— di Valentina Castellano Chiodo

Dopo l’accurato restauro la bianca scultura è stata riportata alla bellezza originaria e la si incontra nel vestibolo dell’Archivio Storico del Policlinico di Milano

Fra i “tesori” del Policlinico di Milano si possono contare oltre 2.800 beni artistici tra dipinti, sculture e oggetti di varia tipologia. Fra questi c’è il monumento realizzato per celebrare il medico Giovanni Rasori, dopo una sottoscrizione pubblica del 1841. L’esecuzione fu commissionata al celebre scultore Benedetto Cacciatori (1794-1871) che per celebrarne la personalità si ispirò a molti simboli: il bassorilievo è sormontato dalla civetta di Atena che appollaiata su libri simboleggia la saggezza e il bastone di Asclepio, col serpente che lo avvolge simbolo dei medici; al centro una figura femminile, forse la dea Igea (divinità della salute e dell’igiene) abbraccia il busto scultoreo del medico, e a destra una cicogna, che rappresenta la pietà filiale.
 

La vita di Giovanni Rasori (1766-1837), patologo, traduttore e patriota
Professore di patologia medica a Pavia, ne diventerà anche rettore. Nel lungo soggiorno a Londra conosce importanti scienziati tra cui Erasmo Darwin. Entusiasta sostenitore delle teorie di Brown (ideatore di un proprio sistema medico) ne pubblica la traduzione italiana nel 1792 e in seguito elabora una sua personale teoria del controstimolo. Ricopre cariche pubbliche nella Repubblica Cisalpina, venendo anche nominato protomedico dello stato. Al ritorno del dominio austriaco viene sollevato dall’insegnamento e per la partecipazione a una congiura subisce anche la prigione. Successivamente la sua collaborazione a Il Conciliatore (una rivista scientifico-letteraria) ne provoca l’allontanamento da Milano.


Ieri e oggi: il monumento a Rasori nel Museo I Tesori della Ca’ Granda

Il monumento originariamente era collocato sotto il porticato della corte dell’Ospedale Maggiore. Nella ricostruzione post bellica (probabilmente negli anni sessanta del Novecento) fu spostato nel cortiletto dell’Archivio Storico, dove l’esposizione ad agenti atmosferici e ad inquinanti, ne ha provocato il degrado con corrosione, depositi e attacchi biologici. Questo ha reso necessario  un accurato restauro eseguito dal Centro studio e conservazione Piccolo Chiostro del professor Mario Colella e dottoressa Silvia Marchioron, con l’azione di Janeth Pohar: è stato fatto un primo intervento con un trattamento biocida e una prima pulitura dai depositi, poi l’opera è stata, con grande cautela, scomposta partendo dall’alto e staccando il marmo con tagli circoscritti della colla cementizia e trasportato nello spazio all’interno del polo museale per ulteriori trattamenti.

Oggi l’opera è stata ricomposta nella nuova collocazione si trova ora nel vestibolo dell’Archivio (anch’esso restaurato di recente), dove sono già collocati i monumenti a illustri medici dell’Ospedale e si inserisce, nel suo ritrovato splendore, nel percorso I tesori della Ca’ Granda e proposta all’interno del tour ai visitatori del museo (scopri di più sul museo)

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