
Calcoli della cistifellea, la chirurgia si fa sempre più mini invasiva
— Rosy Matrangolo, con la consulenza scientifica di Luigi Boni, direttore della Chirurgia Generale e Mini-Invasiva
Restano lì, magari per anni, silenti. Oppure, al contrario, si fanno sentire al punto da divenire insopportabili: sono i calcoli biliari, depositi solidi che si formano nella cistifellea e che possono dare problemi soprattutto nelle loro manifestazioni sintomatiche dolorose e infiammatorie.
Una ampia fetta di italiani ne è colpita, circa il 10 - 15%. L’incidenza è maggiore man mano che si va avanti con l’età e soprattutto a partire dai 40 anni, nelle donne e nelle persone in sovrappeso oppure obese. Ma se da un lato queste condizioni sono rilevanti fattori di rischio, va sottolineato come anche una dieta particolarmente ricca e una routine sedentaria facciano la loro parte nell’insorgenza di questo disturbo. Come si trattano i calcoli della colecisti? Sono pericolosi? È sempre il caso di rimuoverli? Ci spiega tutto Luigi Boni, direttore della Chirurgia generale Mini-Invasiva del Policlinico di Milano e professore di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Milano.
“In diversi casi incontriamo pazienti con i calcoli e uno stile di vita equilibrato e attento - ha esordito lo specialista - e in questi casi dobbiamo cercare le cause del problema nella componente genetica, ma è certo che valori alti di colesterolo possono, nei soggetti predisposti, a favorire la formazione di questi ammassi. Nell'obesità grave, inoltre, è frequente imbattersi in calcoli della colecisti e il fatto che siano più presenti nelle donne è probabilmente dovuto all'attività ormonale. In entrambi i sessi, invece, riscontriamo lo stesso rischio di sintomaticità”.
Calcoli della colecisti: diagnosi sempre più precise
Che sia una patologia in crescita nella popolazione occidentale è certamente dovuto al fatto che il consumo di cibi processati sia aumentato in maniera trasversale, ma anche la diagnostica, di contro, ha fatto passi da gigante. “Siamo diventati molto bravi a fare la diagnosi perché le ecografie ad alta risoluzione permettono di scorgere anche i calcoli di piccole dimensioni – ha aggiunto Luigi Boni -. Questi sassolini possono avere forme e volumi diversi apparendo più o meno solidi a seconda della loro conformazione, in cui può prevalere la componente di colesterolo oppure di sali biliari. Si individuano nella cistifellea, un piccolo organo posto sotto il fegato che immagazzina la bile, il liquido necessario per la digestione dei grassi”.
Calcoli della colecisti: i sintomi più comuni
Premesso che la presenza di calcoli biliari può essere asintomatica, in altri casi alcuni segnali possono rappresentare un efficace campanello d’allarme. “Può ricorrere quella sensazione di sentirsi il cibo sullo stomaco dopo i pasti – elenca il direttore della Chirurgia generale e Mini-Invasiva del Policlinico di Milano -. Le coliche vere e proprie possono essere di due tipi: la comparsa di dolori particolarmente intensi associati a nausea, vomito e febbre, oppure dolori intensissimi come una coltellata in mezzo alla pancia associati a brividi di febbre e sudorazioni: in entrambe le situazioni si giunge al Pronto Soccorso dove, qualora il dolore riferito coinvolgesse anche la zona del petto, si indaga per escludere si tratti di un infarto in corso”.
Come si interviene sui calcoli della colecisti
Non è sempre necessario ricorrere alla chirurgia, l’elemento discriminante è la sintomatologia associata alla diagnosi di calcoli della colecisti. “Se il paziente viene in pronto soccorso perché ha una colica, questa è un'indicazione a intervenire chirurgicamente e si può optare sull’intervento nel brevissimo periodo, oppure se rimandare a quando si porranno meno rischi per il paziente” ha spiegato il chirurgo.
Calcoli alla colecisti: la chirurgia è sempre più mini-invasiva
"L'approccio più frequente è quello laparoscopico perché il decorso post ospedaliero e i tempi di recupero sono più rapidi. La degenza di un intervento mini invasivo è anche di un giorno e questo è reso possibile anche grazie all’avvento della chirurgia robotica e della tecnologia a fluorescenza, disponibili qui in Policlinico di Milano. Il ricorso a strumentazioni di prim’ordine per l'asportazione in patologie benigne come la colecistite genera il vantaggio di recare minor trauma per il paziente. Sul piano dell’imaging, anche qui gli avanzamenti tecnologici permettono al chirurgo di eseguire con più precisione ogni movimento avendo a disposizione endoscopi a ultra-alta definizione 4K che riducono le possibilità di errore” conclude il professor Boni.