
Trombosi: una minaccia silenziosa, ma prevenibile
— Ilaria Coro, con la consulenza scientifica di Paolo Bucciarelli, ematologo
La trombosi è una malattia ancora poco conosciuta, nonostante l’elevato numero di casi e la sua pericolosità. Nei Paesi occidentali, si stima che ogni 37 secondi una persona perda la vita a causa di questa condizione provocata dalla formazione di trombi che bloccano la circolazione sanguigna. Tuttavia, è una patologia che in 1 caso su 3 si può prevenire.
Per saperne di più sulla trombosi, dai tipi ai sintomi fino ai fattori di rischio e alle indicazioni per prevenirla, ne abbiamo parlato con Paolo Bucciarelli, responsabile delle Attività Diurne della Malattie Trombotiche del Policlinico di Milano.
Cos'è la trombosi e quali sono i rischi?
La trombosi è una malattia più frequente di quanto si pensi. Alla base c’è un'eccessiva tendenza del sangue a coagulare nei vasi sanguigni, sia a livello delle arterie che delle vene. Esistono, infatti, diversi tipi di trombosi:
- Trombosi arteriosa: può causare ictus cerebrale, infarto del miocardio o ischemia di braccia e gambe, con conseguenze così gravi che possono portare all’amputazione dell’arto colpito
- Trombosi venosa: può manifestarsi con flebiti, che interessano le vene superficiali, o con trombosi venose profonde, che vedono coinvolte le vene più profonde, quasi sempre degli arti inferiori. In quest’ultimo caso, aumentano il rischio di embolia polmonare, causando l’ostruzione di un'arteria del polmone
Queste alterazioni della coagulazione possono avere un'origine genetica, con una predisposizione familiare identificabile tramite un prelievo di sangue per lo screening trombofilico, oppure essere scatenate da altri fattori di rischio.
Quali sono i principali fattori di rischio?
Nel caso delle trombosi venose, sono soprattutto l’obesità, l’allettamento prolungato, interventi di chirurgia maggiore (es. chirurgia ortopedica protesica), la gravidanza, il puerperio, l’impiego di alcuni farmaci come la pillola estro-progestinica.
Mentre, per le trombosi arteriose i fattori di rischio sono rappresentati soprattutto da età avanzata, sesso maschile, diabete mellito, ipertensione arteriosa, dislipidemie (colesterolo e/o trigliceridi elevati), obesità, fumo di sigaretta.
Anche alcune malattie infiammatorie acute e croniche, come nel caso delle patologie autoimmunitarie, possono favorire lo sviluppo della trombosi.
Cosa si può fare per evitare che si sviluppi la trombosi?
Per questa malattia, in 1 caso su 3 la prevenzione gioca un ruolo cruciale. Alcuni semplici accorgimenti possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare questa condizione:
- attività fisica regolare: camminare, correre, ballare, andare in bicicletta o anche semplicemente salire le scale aiuta a mantenere una buona circolazione;
- alimentazione equilibrata: preferire una dieta ricca di frutta, verdura e pesce, riducendo grassi saturi e zuccheri;
- stop al fumo: il fumo danneggia i vasi sanguigni e aumenta il rischio di trombosi;
- controlli periodici: in particolare per chi ha familiarità con la malattia o presenta fattori di rischio.
Quali sono i sintomi da non sottovalutare?
Le trombosi provocano sintomi molto diversi a seconda del tipo e dell’area colpita.
Alcune trombosi venose possono essere quasi indolori. La flebite è subdola perché i suoi sintomi possono essere scambiati per disturbi minori. Un arto improvvisamente gonfio, pesante o dolente deve far sospettare un problema circolatorio. In questi casi, è fondamentale eseguire un esame, l’EcoColorDoppler, una tecnica ecografica veloce e non invasiva che permette di individuare eventuali ostruzioni nelle vene.
Le trombosi arteriose provocano un dolore immediato che non scompare nemmeno con il riposo.
In ogni caso e per qualsiasi dubbio è bene rivolgersi al proprio medico curante o, nei casi più gravi, al Pronto Soccorso più vicino per intervenire tempestivamente e, superata la fase acuta, impostare poi con lo specialista il percorso terapeutico più efficace.